Torino, 13 aprile 1999 - I nuclei di polizia giudiziaria delle procure di Asti e Vercelli hanno sentito l'esponente radicale Giulio Manfredi, membro della direzione del CORA, presentatore, assieme al dottor Giorgio Inzani, in tutte le procure del Piemonte, di un esposto sulla mancata attuazione delle norme che regolano l'apertura e l'organico dei servizi pubblici per le tossicodipendenze (Sert), nonche' sui trattamenti metadonici negati a migliaia di tossicodipendenti piemontesi.
Giulio Manfredi ha dichiarato:
"Il contenuto dei colloqui con gli inquirenti e', naturalmente, segreto. Non e' segreto, invece, ma, rimosso il fatto che, a otto anni dalla loro entrata in vigore, le norme che regolano l'organizzazione e il funzionamento dei SERT non sono rispettate. Non sono segreti, invece, ma, rimossi, i dati presentati alla stampa il 2 novembre 1998 dall'Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze del Piemonte (allegati al nostro esposto) da cui risulta che, nel primo semestre 1993, 33 Sert piemontesi su 63 non praticarono nessun trattamento metadonico ai loro 3677 assistiti (e all'epoca il metadone poteva essere somministrato solo dal SERT). Grazie al referendum promosso dal CORA fu sancita la liberta' terapeutica anche nel campo delle tossicodipendenze e cio' favori' un aumento dei trattamenti, grazie anche alle linee-guida emanate dal ministro Raffaele Costa. Nonostante cio', nel primo semestre 1997, sette Sert piemontesi (1054 utenti) non somministrarono il metadone. E se questa era la situazione nei Sert, che cos
a e' accaduto nelle carceri piemontesi (dove nel 1997 vi erano circa 1.450 detenuti tossicodipendenti) quando i dati nazionali testimoniano che i trattamenti metadonici praticati nei penitenziari sono un decimo di quelli attuati fuori?".
CORA-Coordinamento radicale antiproibizionista
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