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Conferenza droga
Poretti Donatella - 8 giugno 1999
Alessandro Margara (giudice di Sorveglianza di Firenze, gia' Direttore Amministrazione Penitenziaria) in una intervista a Radio Radicale
- la proposta di legalizzazione delle droghe

Io prendo atto di una cosa, semplicemente sempre piu' evidente che se non ci fosse tutta la legislazione sugli stupefacenti, con le sue rigidita' e in definitiva anche con le scarse possibilita' di uscita dalla soluzione carcere, come soluzione principale, se non ci fosse quella, il carcere avrebbe una dimensione ben diversa e ridotta rispetto a quella che c'e'. Questo e' un discorso sul quale dobbiamo ragionare, nel senso che e' una scelta proibizionista quella che comporta la presenza in carcere di tante persone, che potrebbero non esserci se quella scelta proibizionista non ci fosse. Ora se e' vangelo che quella scelta proibizionista debba essere mantenuta, c'e' poco da fare, resta un dogma dal quale non ci si puo' sottrarre. Vediamo in giro per il mondo che qualche perplessita' si sta creando. E allora dobbiamo chiederci anche noi se proprio a quel dogma ci dobbiamo restare attaccati. Io dico che c'e' una via intermedia ed e' quella di stare attenti a usare lo strumento carcerario, per queste cose, ci so

no altri strumenti, sempre appartenenti all'area penale, e cominciamo quanto meno a flessibilizzare quantomeno le risposte penali e a cercare sanzioni che siano diverse dal carcere, se non vogliamo arrivare al discorso di una fine, o di una limitazione per tipi di droghe del proibizionismo.

- L'indotto della criminalita' legata al proibizionismo e' enorme

e' sempre una scelta, pensare che tutto si risolva cosi' e spariscanoà, probabilmente ci sara' sempre un mercato illegale, pero' certo la risposta di trovare una legalizzazione dovrebbe quantomeno ridurre il problema del mercato illegale. E' quantomeno una scelta, oggi come oggi in effetti si subisce invece un indirizzo di tipo diverso.

- anche Coiro (suo predeccesore al DAP) si era dichiarato per una legalizzazione, significa che stare a contatto con la realta' delle carceri, fa prendere posizioni piu' pragmatiche

Si, io parlerei di pragmatismo, davanti alla constatazione se non ci fosse la legislazione sugli stupefacentià.. che non e' una trovata del 1990, c'era gia' nel 1975 aveva caratteristiche un po' meno rigide di quelle che ci sono state nel 90 e prima del 75 c'era gia' una legislazione molto dura pero' non c'era il fenomeno, il fenomeno e' nato dopo il 75 , cioe' e diventato un fenomeno sociale largo rispetto al quale se la risposta continua a essere quella stretta dei primi tempi probabilmente eccoci dove si va a finire: in questi alti numeri di galera per la tossicodipendenza

 
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