Roma, 9 giugno 1999
Ancora una volta, sotto elezioni, spuntano appelli ai candidati "per la riduzione del danno" in materia di droghe; sono appelli utili solamente a chi, specie a "sinistra", non ha fatto nulla prima e non farà nulla dopo il 13 giugno. Sono appelli che tentano di mascherare la triste realtà: le buone intenzioni del Governo di sinistra-centro formulate alla Conferenza di Napoli del 1997 sono rimaste lettera morta; addirittura, i parlamentari di "sinistra" hanno accettato i postulati proibizionisti della destra rispetto ai trattamenti metadonici; addirittura, non c'è stato un solo politico che abbia detto una parola per far attuare, finalmente, le disposizioni su orari e organici dei SERT, inattuate da 8 anni (d'altronde, tacciono anche le 60 Procure dove giacciono gli esposti del CORA); nelle carceri si continua, come fuori, a morire di "droga proibita" (a parole) e di "metadone proibito" (nei fatti); il Parlamento si appresta ad approvare la depenalizzazione dei reati minori: il duello non sarà più reato ma mi
lioni di cittadini continueranno a rischiare l'incriminazione per essersi passati una canna e sulle "nuove droghe" è partito il nuovo "business" dell'assistenzialismo, buono per il 2000.
Di fronte a questa situazione, il cambiamento non può non essere radicale: solo il voto alla Lista Emma Bonino potrà dare forza alle tante ragioni degli antiprobizionisti: Emma Bonino è stata la sola ad aver "osato" criticare il nuovo "zar antidroga" Pino Arlacchi, dimostrando il fallimento delle sue sciagurate politiche filo-Talebani afghani; Marco Pannella rimane l'unico leader di partito ad aver rischiato e a rischiare il carcere, nel 1975 come nel 1995, ieri come oggi, per abbattere il proibizionismo sulle droghe; chi altri?".