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Conferenza droga
Poretti Donatella - 30 agosto 1999
"L'ERO E' FUORIMODA, LEGALIZZATELA"
La proposta del pm Nobili "per fermare scippi e omicidi"

Il magistrato rilancia la somministrazione controllata: "L'eroina non tira piu'". Critica An

da La Repubblica di lunedi' 30 agosto 1999, pag. 15

MILANO (l.f.) - Fini' in televisione quando arresto' i rapitori di Alessandra Sgarella, o quando - dopo ventiquattro ore trascorse come ostaggio nelle mani del bandito - convinse ad arrendersi Domenico Gargano, il balordo asserragliatosi per amore in una banca milanese. Ma Alberto Nobili e' soprattutto il piu' anziano dei pm milanesi che si occupano di lotta alla mafia del nord. Da quindici anni segue le piste dei trafficanti di droga: "Tenendo sempre in mente - dice - l'immagine dei ragazzi che muoiono con la siringa infilata in un braccio". Ha ben presenti, pero', anche gli ultimi delitti che hanno colpito a Milano, e che in buona parte hanno visto in azione tossicodipendenti a caccia di denaro. Da queste tre esigenze - colpire i narcos, salvare i disperati dell'eroina, affrontare l'emergenza criminalita' - Nobili parte per una proposta radicale: "Io credo che oggi non ci sia altra strada ragionevole che la somministrazione controllata dell' eroina da parte dello Stato".

Il magistrato spiega di avere ben presenti i rischi di una proposta simile: "So gia' che qualcuno la definira' una resa, una dichiarazione di impotenza. Io la considero invece una forma quasi banale di realismo. La situazione e' questa: le statistiche dicono che il consumo dell'eroina e' in diminuzione, ci sono meno morti per overdose, e l'eta' media cresce. Possiamo, insomma, essere in qualche modo ottimisti sul futuro, ritenere che la "moda" stia tramontando. Ma oltre vent'anni di eroina ci hanno lasciato una eredita' pesantissima, migliaia e migliaia di tossicodipendenti nei cui confronti ogni strategia di recupero e' risultata inefficace".

"Si tratta di soggetti - continua Nobili - nei cui confronti anche la repressione e' risultata inefficace, spesso le loro condizioni fisiche li rendono incompatibili con il carcere, e comunque appena escono ritornano a consumare e quindi a delinquere. Possiamo aspettare che muoiano d'overdose, rassegnandoci al fatto che ogni tanto ci vada di mezzo un orologiaio o un tabaccaio. Oppure possiamo decidere di chiuderla con l'ipocrisia, e stabilire che sia lo Stato a distribuire eroina nei suoi ambulatori, solo e soltanto a soggetti in stato di tossicodipendenza pienamente accertata. Dosi controllate di droga di qualita' controllata. Dopodiche' e' chiaro che se chi e' stato ammesso alla somministrazione viene trovato a spacciare o a commetere reati perde qualunque alibi, non c'e' piu' motivo per alcuna forma di indulgenza".

Della necessita' di cercare soluzioni di questo genere aveva parlato anche l'allora "capo" di Nobili, il procuratore Borrelli, che aveva invitato a ragionare "senza pregiudizi". "Oggi - dice Alberto Nobili - credo che a pensarla come me siano diversi dei colleghi che lavorano alla Direzione distrettuale antimafia di Milano". E dice di condivedere in pieno un'altra apertura lanciata dai suoi superiori sul fronte della droga: quella per la liberalizzazione delle droghe leggere, di cui aveva parlato Gerardo D'Ambrosio. "Sono pienamente d'accordo con D'Ambrosio - dice Nobili - non vedo motivi validi per opporsi alla legalizzazione di hashish e marijuana. Svolte legislative in queste direzioni costituirebbero colpi gravi per l'economia malavitosa".

Discordi, come si puo' immaginare, le reazioni alla proposta di Nobili. Okay della Lila, che propone di assegnare ai Sert - cioe' alle Ussl - la somministrazione. Critico don Oreste Benzi ("proposta pericolosissima") mentre Maurizio Gasparri di An chiede addirittura il deferimento di Nobili al Csm.

 
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