A Padova, dal 30 settembre al 2 ottobre, primo convegno nazionale sul tabagismo
La Stampa/Tuttoscienze, 29 settembre 1999
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DAL 4 al 10 ottobre in Europa (e quindi anche in Italia) si svolgerą la
»Settimana Europea contro il Cancro . Il tema di questĘanno č la
disassuefazione dal fumo nei giovani. Verrą distribuito del materiale
informativo uguale in tutti i Paesi europei, e nel nostro Paese provvederanno
la Lega italiana per la lotta contro i tumori e lĘAssociazione italiana per
ricerca sul cancro. A Padova, dal 30 settembre al 2 ottobre, si terrą inoltre il
convegno ōA fuoco il fumoö, primo convegno nazionale sul tabagismo (tel.
049-651.699).
EĘ utile, a questo proposito, presentare alcuni dati dellĘannuale relazione
dellĘAmerican Cancer Society, validi per gli Usa ma estensibili allĘEuropa
occidentale. Il fumo č oggi la causa di morte pił facilmente evitabile. Eppure
negli Usa il tabacco causa una morte su cinque: per il periodo 1990-1994 gli
sono stati addebitati 430.700 decessi allĘanno. Sebbene il numero delle
morti per malattie cardiovascolari sia in diminuzione, la percentuale di
quelle da tumore collegate al fumo č in aumento. Dal 1987 ogni anno
muoiono pił donne per cancro del polmone che per cancro mammario, che
era stato la prima causa di morte da tumore nelle donne per oltre
quarantĘanni. AllĘincirca metą dei fumatori decede prematuramente, tra i 35
e i 69 anni, perdendo tra i 20 e i 25 anni di vita prevista. La mortalitą per
cancro polmonare č di 23 volte pił alta nei fumatori maschi e 13 volte nelle
fumatrici donne rispetto a chi non fuma. Oltre ad essere responsabile di pił
dellĘ87% dei cancri polmonari, il fumo č chiamato in causa anche per i
tumori della bocca, faringe, laringe, esofago, pancreas, collo dellĘutero, rene
e vescica; esso č globalmente motivo del 30% delle morti per tumore, č la
maggior causa di malattie cardiache, ed č associato a molte altre
condizioni patologiche, dal semplice raffreddore allĘulcera gastrica, alla
bronchite cronica, allĘenfisema ed alle malattie cerebro-vascolari.
UnĘindagine nazionale americana indica che la percentuale di fumatori di
sigarette dai 18 anni in su č diminuita del 40% tra il 1965 e il 1990, cioč dal
42% al 25%. Tra il ę90 e il ę95 non vi sono state ulteriori variazioni.
Ma nel periodo ę91-97 il numero di sigarette fumate dagli studenti delle
scuole superiori č aumentato del 32% e rispettivamente dellĘ80% negli
africani, del 34% negli ispanici, e del 28% nei bianchi.
Profilo dei fumatori. Nel 1995 fumavano 47 milioni di americani adulti (24,5
milioni di uomini e 22,5 milioni di donne) con: prevalenza maggiore negli uomini
(27%) che nelle donne (22,6%) ed assai pił elevata negli americani indiani o nati in
Alaska (36%) che in tutti gli altri gruppi razziali od etnici; prevalenza maggiore nei
maschi che hanno abbandonato gli studi (41,9%); pił dellĘ80% degli adulti fumatori
ha iniziato a fumare a diciottĘanni.
Sigari. Dal ę93 al ę97 vi č stato un aumento del consumo di sigari e sigarilli. Nel ę97
ne sono stati fumati 5,1 miliardi, e la tendenza č in aumento negli studenti e pił nei
maschi che nelle femmine. Vi č stata una forte pubblicitą sui sigari (coinvolgendo
persone note e riservando nei locali e nei ristoranti degli spazi appositi per questi
fumatori).
Inoltre il Congresso non ha incluso i sigari nella legge del 1984 che prescrive di
riportare sui pacchetti gli avvertimenti sul fumo del »Surgeon General .
Nel 1998 in una monografia dellĘNci (Istituto nazionale per il cancro) sono riportati i
dati sanitari sui sigari: molti dei carcinogeni contenuti nelle sigarette ci sono anche
nei sigari; il fumo del sigaro causa cancri del polmone, del cavo orale, della laringe,
dellĘesofago e forse del pancreas; similmente ai fumatori di sigarette, quelli di sigaro
hanno un rischio 4-10 volte maggiore di morire di cancro laringeo, orale o esofageo
che i non fumatori.
Interruzione del fumo. Nel ę90 vennero indicati i benefici che si ottengono
quando si smette di fumare: indipendentemente dallĘetą, si vive pił a lungo; chi
smette di fumare prima dei cinquantĘanni ha un rischio di morte dimezzato (nei 15
anni successivi) nei confronti di chi continua a fumare; si riduce il rischio di tumori e
di malattie cardiovascolari. Nel 1995 circa il 68% dei fumatori desiderava smettere,
e circa il 46% era stato un giorno senza fumare nellĘarco dei 12 mesi precedenti.
Circa il 23,3% di adulti (25 milioni di uomini e 19,3 milioni di donne) erano ex
fumatori. I teenagers trovavano molto difficile smettere. Sul 73% solo il 13,5% ci
riuscģ. Una indagine del ę90-92 ha evidenziato che il 23,6% di fumatori tra i 15 e i 24
anni diventa fumo-dipendente, in maniera simile alla dipendenza da cocaina (24,5%)
ed eroina (20,1%). Sebbene il 70% degli adolescenti fumatori fossero dispiaciuti di
aver iniziato a fumare, i programmi di disassuefazione per i giovani hanno avuto
scarso successo.
Fumo passivo. Ogni anno 3000 adulti non fumatori muoiono per cancro del
polmone dovuto dal fumo delle sigarette altrui. Il fumo passivo č causa di morte per
malattia cardiaca in 35-40.000 non fumatori. Gli sono addebitati altri danni ai non
fumatori quali tosse, catarro, dolori toracici e ridotta funzionalitą polmonare. Ogni
anno il fumo passivo provoca da 150.000 a 300.000 polmoniti e bronchiti nei bambini
al di sotto dei 18 mesi, ed č motivo di alcune migliaia (da 7500 a 15.000) di ricoveri
ospedalieri. Vi č un incremento numerico degli attacchi di asma e della loro intensitą
pari al 20% in 2-5 milioni di bimbi asmatici.
Il fumo passivo contiene oltre 4000 composti chimici tra cui il monossido di
carbonio, la formaldeide, lĘammoniaca, il nickel, lo zinco, lĘacetone; e colesterolo,
acido cianidrico e formico. Quattro sostanze chimiche (benzene, 2-naftilamina,
4-amino di fenile e polonio-210) sono note come carcinogeni umani, e altre 10 sono
considerate come possibili cancerogeni.
Esportazione di sigarette. Le compagnie americane produttrici di tabacco hanno
conquistato i mercati mondiali. Una relazione del 1998 del Dipartimento americano
per lĘAgricoltura afferma: lĘesportazione del tabacco dagli Usa č aumentata da 2,1
miliardi di dollari nellĘ86 a 4,9 miliardi nel ę97, con un picco di 5,9 miliardi nel ę95;
lĘexport di sigarette č calato nel ę97 da 243,9 miliardi di pezzi a 217 miliardi; lĘexport
in Giappone č aumentato da 6,5 miliardi (Ę85) a 67,7 miliardi (Ę97), circa 9 volte;
lĘexport nellĘex Unione Sovietica č aumentato da 4,6 (Ę91) a 14,9 miliardi (Ę97).
Tabacco senza fumo. Nel 1986 il »Surgeon General aveva affermato che il
tabacco senza fumo non č un sostituto innocuo delle sigarette. Infatti puņ causare
tumori e lesioni orali di vario tipo e puņ portare alla nicotino-dipendenza. Cancri orali
si hanno con pił frequenza in chi fiuta tabacco. Il rischio di cancro alle guance e
alle gengive č di 50 volte maggiore a lungo termine in questi soggetti. Afferma il
Dipartimento dellĘAgricoltura che la produzione di tabacco da fiuto (tabacco umido)
č aumentata del 100%, da 30 milioni di libbre nel 1981 a 60 milioni nel ę97. Il 15,8%
degli studenti maschi nelle superiori mastica tabacco o usa quello da fiuto (dati del
ę97). Lo stesso accade per il 5,9 degli uomini e lo 0,6 delle donne oltre i 18 anni.
Costi del tabacco. I danni economici provocati dal tabacco vanno valutati in base
al numero delle morti e degli ammalati. Le perdite per le cure e la diminuita
produzione lavorativa ammontano a 100 miliardi di dollari. Nel ę93 le spese mediche
furono di 50 miliardi di dollari, di cui il 43% venne pagato con fondi del governo
inclusi Medicaid e Medicare. A questĘultima il tabacco costa 10 miliardi di dollari
allĘanno e alla prima quasi 13, con variazioni da Stato a Stato, dagli 1,9 miliardi di
dollari a New York agli 11,4 milioni di dollari nello Wyoming. La diminuita
produzione lavorativa ha gravato nel ę90 per ben 47,2 miliardi di dollari. In questi
conti non sono stati inclusi i danni provocati da ustioni e incendi, e i malanni insorti
nei bambini nati sotto peso da madri fumatrici. Anche se muoiono in etą pił
giovane, il costo della vita dei fumatori accresce le spese generali di 501 miliardi di
dollari. In media un pacchetto di sigarette incide sugli americani per oltre 3,90 dollari
pro-capite a motivo dei danni da fumo correlati. Lo smettere di fumare in fin dei
conti vuol dire guadagno in salute e guadagno economico! Anche in Italia.
Fausto Badellino
Istituto Nazionale per
la ricerca sul cancro,
Genova