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Conferenza droga
Partito Radicale Diego - 23 novembre 1999
Italia, record di drogati
Allarme europeo: ecco i figli dell'ecstasy

(La Repubblica, 23 novembre 1999, pag.10)

dal nostro inviato MARIA NOVELLA DE LUCA

BERLINO - Drogati e integrati. Hanno 15, 18, 20 anni. Uguali in tutta

Europa: nero vestiti, piercing e musica. Ragazzi e ragazze. Fumano,

tirano, sniffano, calano, oppure ancora, si bucano, si perdono,

viaggiano. Ma poi lavorano, studiano, producono, si amano, fanno

mercato, influenzano mode e tendenze.

Drogati e integrati. Non scelgono, mixano: eroina, ecstasy,

cannabis, acidi, farmaci, alcool. Non tossici ma users, ecco la nuova

definizione scientifica. Consumatori consapevoli al supermarket dei

piaceri artificiali, "giovani adulti", così li definisce l'Unione europea,

che nonostante "l'uso costante di stupefacenti sono dentro la vita e

non fuori".

Fino a che un giorno la testa fa crac e si entra nel buio e nella

malattia, "ma a 20 anni - riflettono genitori e operatori - chi ci

pensa?".

E questo il ritratto dei tossicodipendenti anno Duemila, così come

lo descrive la "relazione annuale dell'Osservatorio europeo sulle

droghe di Lisbona", presentato ieri a Berlino. Un ponderoso volume

che mette a confronto la situazione nei quindici paesi membri. E il

primo, drammatico elemento che riguarda il nostro paese, è che

l'Italia, nonostante battaglie e campagne, resta ai vertici per il

consumo complessivo di stupefacenti che portano alla dipendenza

(oppiacei, cocaina, anfetamine). In cifre la statistica è dell'8 per mille,

vicino al 7 per mille del Regno Unito, ma assai più alta del 3 per mille

di Germania, Austria e Svezia. Così come è da segnalare l'ancora

altissimo numero di casi di Aids "correlati al consumo di droghe per

via endovenosa", ossia l'eroina, ossia la siringa che passa di

braccio in braccio (15,7 per cento di casi).

Numeri che raccontano vite dove le droghe sono pure e semplici

strumenti di divertimento, piuttosto che di rottura o di isolamento.

Anche l'eroina, e questa è la novità. Sì, gli oppiacei, nella classifica

dei "paradisi artificiali" sono al primo posto, seguiti (e qui l'allarme è

totale), dalle anfetamine, dall'ecstasy e poi dalla cocaina, dagli acidi

e dai solventi. La differenza però è che adesso l'eroina si fuma.

Perché il buco fa male, l'Aids fa paura, e poi, fa sentire... tossici.

Si legge nella relazione: "I dati rilevano che l'eroina viene fumata da

nuovi gruppi, tra cui giovani provenienti da ambienti socialmente

integrati, consumatori occasionali di elevate dosi di ecstasy,

anfetamine e altre droghe". Così l' identikit, e anche le classifiche

dei consumi tornano. Purché si lasci fuori la cannabis, stupefacente

in assoluto più diffuso (40 milioni di persone nella Ue l'hanno

provata almeno una volta), ma che per molti users, e anche per

alcuni governi, viene considerata una non droga, "un

comportamento normale piuttosto che deviante". Non solo.

L'Osservatorio fa anche notare che "diversi studi suggeriscono che

la cannabis non comporti un alto rischio al volante". Una tesi che di

certo farà sobbalzare molti.

Oggi però, il primo "viaggio" non si fa più con l'hashish o con la

marijuana. Oggi la porta d'accesso sono le pasticche, di cui il nord-

Europa è produttore assoluto. Un territorio vastissimo e

semisconosciuto. E in effetti la relazione è meno completa

sull'ecstasy e i suoi derivati. "Noi siamo di fronte a uno scenario di

cui comprendiamo la gravità - ha spiegato il direttore

dell'osservatorio europeo Georges Estievenart - ma sul quale le

rilevazioni epidemiologiche sono ancora scarse. Devo dire però che

proprio sulle droghe sinstetiche siamo riusciti a trovare un accordo

tra gli Stati membri nel mettere al bando due sostanze

pericolosissime, la Mbdb, e la 4- Mta".

Ci sono però altri due punti chiave nella relazione. Entrambi

riguardano la cura dei tossicodipendenti. L'osservatorio di Lisbona

rileva che in tutti i paesi della Ue, la disintossicazione dell'eroina

eseguita con l'uso di "sostanze alternative, soprattutto il metadone"

riguarda circa "trecentomila persone, pari al 30 per cento dei

consumatori di oppiacei". Un dato rilevante se si pensa che,

soprattutto nel nostro paese, la somministrazione di metadone è

considerata da molti operatori una sorta di eroina legale. Poi c'è una

frase nota: "Riduzione del danno". Ossia non reprimere chi "usa"

ma cercare gli spacciatori. "Gli Stati membri si stanno orientando

verso una crescente depenalizzazione del consumo". Anche se poi,

osservano i relatori, "le carceri sono ancora piene di

tossicodipendenti". Ma il numero dei drogati cresce. E per non

alzare bandiera bianca gli esperti ammettono che l'unica vera arma è

la prevenzione. Informare, spiegare, senza tabù, come si fa a

prendere una pasticca senza rischiare l'infarto, a farsi un buco senza

ritrovarsi, domani, sieropositivi. Come si fa, insomma, a non morire

di droga.

 
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