La scoperta di un gruppo di ricercatori inglesi ma il Comitato scientifico invita alla prudenzada http://www.repubblica.it/online/cultura_scienze/canna/canna/canna.html
LONDRA - Fumare gli spinelli, "farsi le canne", può anche fare bene. Non è una novità. Ma ora, ai buoni risultati raggiunti nella lotta all'Alzheimer e, anche se in fase sperimentale, addirittura in quella contro il cancro al cervello, si aggiungono quelli nel trattamento di una delle peggiori malattie degenerative: la sclerosi multipla.
Per la prima volta in assoluto, infatti, è stato provato su basi scientifiche e mediche che l'assunzione di dosi ridotte di "cannabis" può avere effetti positivi sui malati. A scoprire la novità un gruppo di ricercatori dell'istituto di neurologia dell'università di Londra.
Questi hanno prima osservato come alcuni pazienti che fumavano spinelli di nascosto o che comunque avevano assunto droghe leggere di recente registravano effetti benefici su alcuni dei sintomi specifici della malattia. Dopo i primi riscontri casuali gli studi sono andati decisi in questa direzione e gli esperimenti hanno dato segnali positivi. I topi da laboratorio usati come cavie, manifestavano un riduzione sensibile ed efficace del tremore e delle altre conseguenze della sclerosi multipla.
A questo punto il problema per l'equipe del dottor David Baker era trovare un composto chimico legale, che avesse gli stessi effetti della cannabis ma che potesse essere messo tranquillamente in commercio: "I nostri studi provano che i derivati della cannabis giocano un ruolo cruciale nel controllo di alcuni prolemi muscolari di cui soffrono i malati di sclerosi multipla". Dopo parecchie prove è stato sintetizzato un prodotto con le proprietà richieste, il "Win55" che ha subito dimostrato una grande efficacia.
A confermarlo è sempre il dottor Baker: "I risultati sono sorprendenti, la cosa positiva è che il tremore scompare, non è una questione di non sentirlo più o di sentirlo di meno, se ne va proprio". Una scoperta destinata a far discutere e il mondo della medicina inglese si è subito diviso.
Ai toni trionfalistici dei ricercatori dell'università di Londra si oppone il Comitato di ricerca scientifica che invita tutti alla prudenza e alla calma. Gli esperti hanno infatti sottoposto allo stesso trattamento circa seicento pazienti affetti da sclerosi multipla, ma per avere un quadro attendibile dei risultati bisognerà aspettare almeno due anni.
(3 marzo 2000)
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