VIOLAZIONE DELLA LEGGE SUI SERTE MANCATI CONTROLLI SUI FINANZIAMENTI ANTIDROGA
Anche in materia di tossicodipendenze è del tutto attuale la massima di Ennio Flaiano: "La situazione è drammatica ma non è seria". Questo è il Paese dove, sotto elezioni, spuntano schiere di "crociati antidroga" pronti a lottare contro i "cinici antiproibizionisti propugnatori della resa alla droga"; ma questo è anche il Paese dove la norma della legge "antidroga" (il Testo Unico sulle tossicodipendenze, DPR 309/90, art. 118) che prescrive precisi giorni ed orari di apertura dei servizi pubblici sulle tossicodipendenze (SERT) è inattuata da 10 anni. Dove erano in questi dieci anni i vari Buttiglione, Fini, Casini, Pedrizzi; cosa hanno fatto in questi dieci anni le centinaia di deputati che riscoprono il loro pedigree proibizionista solo a fine mandato? E' esistita ed esiste, seppur tra mille difficoltà, una sola organizzazione politica che ha deciso di fare anche della non attuazione delle norme sui SERT lo spunto di una precisa e puntuale iniziativa politica: il Coordinamento Radicale Antiproibizionista (C
ORA) ha presentato, a partire dal febbraio 1998, oltre 60 esposti in altrettante Procure d'Italia. In tali esposti si affrontano tre questioni fondamentali: come già detto, l'inosservanza, dalla Valle D'Aosta alla Sicilia, dei giorni ed orari di apertura dei SERT (un piccolo esempio: la legge prevede almeno un SERT aperto 24 ore su 24 nelle grandi città; nessuna regione li ha istituiti; questo significa anche nessuna opera di prevenzione ed informazione davanti a discoteche e ritrovi rispetto al consumo delle droghe sintetiche); l'ostracismo ancora diffuso nei confronti dei trattamenti metadonici, soprattutto quelli a mantenimento; l'inadeguata, per qualità e quantità, assistenza sanitaria ai cittadini tossicodipendenti in carcere. Per l'opportuno approfondimento vi rinvio alla lettura dell'esposto presentato in tutte le Procure del Piemonte, il 23 febbraio 1999, dal sottoscritto e dal Dottor Giorgio Inzani (vedi allegato).
La maggior parte delle Procure ha insabbiato gli esposti; alcune hanno sentito i militanti del CORA, hanno avviato indagini ed hanno archiviato il tutto!
C'è un secondo aspetto della legislazione sulle tossicodipendenze che ha visto il CORA mobilitato per assicurare certezza del diritto ed impedire lo sperpero del denaro pubblico: si tratta dei finanziamenti previsti dal "fondo nazionale antidroga" a enti locali, associazioni ed enti vari per la "lotta alla droga". Centinaia di miliardi sono stati devoluti, dal 1990 ad oggi, a progetti ed iniziative che poco o nulla avevano a che fare con le tossicodipendenze; alla seconda conferenza nazionale sulla droga (Napoli, marzo 1997) il CORA presentò una puntuale e precisa relazione su tale odiosa dilapidazione dei soldi dei contribuenti, chiedendo di potenziare al massimo i controlli dell'Amministrazione centrale in tale settore; i parlamentari radicali hanno per cinque anni richiesto l'istituzione di un apposito "nucleo di valutazione" dei progetti meritevoli di finanziamento. Nella Relazione annuale sulle td.ze relativa al 1997 (presentata dal Governo al Parlamento nell'estate del 1998) si può leggere a pag. 34: "
Il Dipartimento per gli Affari Sociali ha attivato verifiche sulla concreta attuazione delle attività progettuali e sull'esito dei finanziamenti erogati attraverso il Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga negli anni che vanno dal 1990 al 1992, per quanto riguarda l'aspetto strettamente economico-contabile. Sono state recuperate L. 25.310.048.175 per la mancata realizzazione degli interventi da parte di Regioni ed Enti locali ".
La Relazione annuale relativa al 1998 (l'ultima disponibile) non riporta indicazioni su ulteriori somme recuperate; la sopravvenuta legge 18/02/1999, n. 45 ha fissato il trasferimento alle Regioni del 75% delle risorse finanziarie del Fondo antidroga; " il Governo, con atto d'indirizzo e coordinamento, individua i criteri generali che le Regioni devono adottare per la valutazione dei progetti. Se le Regioni non impegnano in tempo utile le risorse trasferite, il Governo attiva i poteri sostitutivi, nominando un "commissario ad acta" per lo svolgimento delle procedure di finanziamento dei progetti " (pag. 23 Relazione suddetta).
Se si pensa che anche per l'attuazione della legge sui SERT era ed è previsto dalla leggel'istituto del "commissario ad acta" (naturalmente, in dieci anni, non è stato nominato nessun commissario) è lecito dedurre che uno dei campi d'azione per i futuri consiglieri regionali delle Liste Bonino sarà la verifica e il controllo sulla destinazione dei finanziamenti in oggetto, memori delle parole di Ernesto Rossi: "Dietro ogni solenne professione di fede, gratta gratta, trovi la <>".Torino, 4 aprile 2000
Giulio Manfredi
Membro Direzione Politica CORA