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Conferenza droga
Manfredi Giulio - 12 maggio 2000
Lettera di Caselli al CORA

Roma, 18 IV 2000

Egregio Direttore,

ho letto con attenzione la sua lettera, stimolo di alcune riflessioni che vengo ad esporre.

Le tossicodipendenze rappresentano un dramma sociale che trova nelle carceri 8un a delle sue espressioni più forti. Pur tuttavia, il Sistema Sanitario Penitenziario ha sempre tentato di trovare nel tempo le soluzioni adeguate, grazie ad un continuo monitoraggio e conseguente adattamento qualitativo delle proposte terapeutico-riabilitative.

A fronte di dati forse poco incoraggianti (ma è la materia ad essere di difficile e delicata "gestione"), l'Amministrazione Penitenziaria Si è costant4emente impegnata per conseguire risultati di disassuefazione e di riabilitazione/risocializzazione.

Sarà sufficiente, al riguardo, menzionare ala circolare protocollo n. 150346/4-1-29 del 22maggio 1998, che riprendeva le conclusioni della Conferenza Nazionale di Napoli sulle Tossicodipendenze del marzo 1997, poi ribadite nella riunione della Consulta sulle Tossicodipendenze del 24 marzo 1998.

In questa ultima circolare venivano richiamati i punti essenziali della normativa vigente (DPR 309/90) che fanno riferimento alla necessità di orientare ai fini terapeutici di superamento dello stato di dipendenza il periodo detentivo, individuando nei servizi territoriali per le tossicodipendenze (Ser.T) le strutture di riferimento per la cura e la riabilitazione, competenti quindi a definire modalità e caratteristiche degli interventi, raccomandano alle direzioni degli istituti la massima collaborazione ed impegno per permettere lo svolgimento di tali compiti all'interno degli istituti stessi.

Sono stati poi coinvolti i Centri di servizio sociale per adulti (CSSA) nella gestione dei programmi terapeutico-riabilitativi, con valutazioni da sottoporre alla Magistratura di sorveglianza, sia per i programmi da attuare negli istituti o sezioni a custodia attenuata, che per quelli nelle comunità terapeutiche.

Il trattamento di disassuefazione con metadone trova nel Ser.T. l'organo competente ad operare sulle modalità e tempi e "gli organi penitenziari non devono intervenire su tali scelte, né condizionarle", come indicato nella già citata circolare Prot.N. 150346/4-1-1-29 del 22 maggio 98 e successivamente ribadito nella circolare prot. n. 3510/5960 del 29 dicembre 1999.

E' però vero che sono realtà di difficile gestione che trovano poi, nelle ricerca di attuazione delle linee guida, difficoltà di varia natura.

A decorrere dal 1 gennaio 2000, le funzioni sanitarie per la prevenzione e l'assistenza ai detenuti d internati tossicodipendenti sono trasferite dall'Amministrazione Penitenziaria al Sistema Sanitario Nazionale (SSN) (Decreto Leg.vo n. 230/22-06-1999).

E' auspicabile che questa riforma sia foriera di nuovi modelli organizzativi e operativi capaci di produrre nel tempo un miglioramento dello stato attuale delle cose.

Cordialmente!

Il Direttore Generale Dipartimento Amministrazione Penitenziaria

Giancarlo Caselli

 
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