Ai ragazzi di una Comunita' promette: aboliro' il metadoneda LA STAMPA, lunedi' 24 settembre 2000
di Guido Tiberga
"I ragazzi ne hanno parlato a lungo. Erano come sbalorditi: lui e' riuscito a superare prove gravissime, e noi non dovremmo essere capaci di smettere con la droga?". Don Gigi Vian, il sacerdote di Conegliano Veneto che ha assistito alla "confessione" di Silvio Berlusconi, ricostruisce cosi' l'incontro di venerdi' tra il Cavaliere e i suoi giovani tossicodipendenti. Un incontro che doveva restare privato: il leader dell'opposizione ha scelto la "Piccola comunita'" di don Vian, ottanta ospiti sulla collina che sovrasta il paese, per togliere ogni dubbio a quanti - senza certezze - molti, andavano sussurrando nel Palazzo: "Ho avuto un cancro alla prostata - ha ribadito ieri in un'intervista alla Repubblica -. Ho vissuto mesi da incubo, ma ho continuato a lavorare senza far trasparire nulla. Poi sono stato operato e ce l'ho fatta. E ho ricominciato con piu' grinta...".
La malattia di Berlusconi si era manifestata nella primavera del 1997, nel pieno della campagna elettorale che avrebbe portato Gabriele Albertini a Palazzo Marino. Le voci che parlavano di tumore furono immediatamente smentite da una versione ufficiale che minimizzava la gravita' della malattia. "Non potevo permettermi la verita'", ha spiegato Berlusconi: "In politica gli avversari sono pronti a sfruttare ogni debolezza...".
I (pochi) presenti al racconto del Cavaliere a Conegliano parlano di un colloquio lungo e informale. Don Antonio Zuliani, un sacerdote che il presidente di Forza Italia conosce dai tempi della scuola, lo ha presentato ai giovani tossicodipendenti dicendogli semplicemente: "Prova a dire chi e' Silvio Berlusconi". E' stato l'avvio per un lungo discorso tra il calcio, le televisioni, la politica e le vicende private.
Il leader dell'opposizione era arrivato a Conegliano in elicottero. "Uno degli ospiti - racconta Floriano Zambon, il sindaco di centrodestra - lo ha accolto dicendogli: "Presidente, lo sa che lei oggi e' sceso tra i disperati?". La cosa ha colpito Berlusconi, che ha cominciato a parlare di se', dei suoi successi. Poi, di colpo, ha portato il discorso sul cancro...". Don Gigi sembra addirittura commosso: "Noi, per scherzo, diciamo sempre che ci servirebbe un negozio dove comprare la volonta'. Il Milan, la politica, i successi nella vita sono cose straordinarie, ma lontane dall'esperienza di questi giovani. Qui c'e' gente che ha perso tutto: Berlusconi ha dimostrato che con la volonta' si puo' fare molto. Li ha impressionati, e non e' facile con chi sa di aver buttato via gli anni migliori della propria vita...".
Il Cavaliere, nel giorno delle polemiche sul conflitto d'interessi, conferma: "Non era mia intenzione divulgare notizie a effetto - dice al telefono - volevo essere piu' convincente con un'esperienza di vita vissuta. Volevo essere utile a loro, non fare propaganda a me". E poco importa che nel clamore della rivelazione Pierferdinando Casini ed Enrico La Loggia si siano gettati nell'agiografia: "Il cancro lo ha reso piu' umano. Il suo e' stato un gesto di grande coraggio. Non e' cosa da tutti ammettere pubblicamente di essere stati colpiti da un male grave", ha detto il capogruppo azzurro al Senato. "In lui, anche nei momenti piu' duri, non prevale mai la sfiducia", ha ribadito il leader del Ccd: "Questa e' la ricetta piu' vera e la ragione piu' profonda anche dei suoi successi politici e il rapporto che ha creato con i suoi alleati...".
Davvero Berlusconi non ha parlato di politica con i ragazzi della "Piccola comunita'" di Conegliano? Vian sorride: "Solo in senso educativo - racconta -, per sottolineare la forza della volonta'. Ricordate l'avviso di garanzia a Napoli, davanti a tutti i potenti del mondo? Un uomo privo di forza interiore si sarebbe ucciso. E poi ci ha fatto una promessa: quando tornera' al governo, Berlusconi mettera' fuori legge il metadone, la falsa cura che non permette a nessuno di lottare per riconquistare la propria dignita'".