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Conferenza droga
Manfredi Giulio - 3 agosto 2000
COMUNICATO STAMPA

NEL 1999 UN UTENTE SU DUE DEI SERVIZI TOSSICODIPENDENZE HA USUFRUITO DEL METADONE; IN CARCERE, UNO SU SEDICI.

Giulio Manfredi, membro della Direzione Politica del CORA (Coordinamento Radicale Antiproibizionista), ha dichiarato:

"Nell'introduzione della Relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze, il ministro Livia Turco scrive: << C'è un nodo, in particolare, che non può più essere eluso: la presenza nelle nostre carceri di migliaia di tossicodipendenti >>. Peccato che nella Relazione non vi sia poi traccia di qualsiasi analisi e valutazione su tale presenza e sui problemi di assistenza sanitaria che tale presenza comporta; vi sono solo queste cinque righe: << I dati confermano anche le informazioni degli anni precedenti circa una netta differenza nelle percentuali di trattamenti metadonici negli utenti dei Ser.T. rispetto agli utenti delle strutture riabilitative e a quelli dei servizi carcerari >>.

Le tabelle allegate alla Relazione sono eloquenti: nel 1999 i trattamenti metadonici nei SERT hanno raggiunto livelli da record: il 49,9% degli utenti ne ha usufruito (il 27,6% per più di sei mesi, il 12% per un periodo compreso fra 30 giorni e 6 mesi, il 10,3% per meno di trenta giorni). Rispetto ai detenuti tossicodipendenti, invece, su un totale di 15.097 solo 939 (il 6,2%) ha potuto accedere al metadone e, fra questi, solo pochissimi usufruiscono di trattamenti a lungo termine.

Eppure, il 1999 è stato l'anno della riforma della medicina penitenziaria; il Decreto Legislativo 230/99 afferma solennemente: << Il Servizio sanitario nazionale assicura, in particolare, ai detenuti e agli internati livelli di prestazioni analoghi a quelli garantiti ai cittadini liberi ...>>.

Eppure, una circolare esplicativa del Ministero della Sanità del 28/12/99 così recita: << Tra gli obiettivi di assistenza da garantire primariamente (ai detenuti tossicodipendenti) vanno indicati: l'immediata presa in carico dei detenuti da parte del SERT competente sull'istituto penitenziario la predisposizione di programmi terapeutici personalizzati, predisposti a partire da un'accurata valutazione multidisciplinare dei bisogni del detenuto, in particolare per quanto riguarda i trattamenti farmacologici (metadone ecc.), anche di mantenimento; la disponibilità di trattamenti farmacologici sostitutivi tenendo conto del principio della continuità terapeutica (in particolare per le persone che entrano in carcere già in trattamento), concordati e condivisi con il tossicodipendente detenuto >>.

Il ministro Livia Turco è da cinque anni delegata (dai governi Prodi, D'Alema e Amato) al governo delle politiche sulle tossicodipendenze; cosa potrà dire alla terza conferenza nazionale sulla droga che ha convocato per fine anno a Genova? Forse solo che la strada dell'inferno è lastricata di buone intenzioni e di belle parole!".

Torino, 3 agosto 2000

Per ulteriori informazioni: Giulio Manfredi (0368/76.53.488).

 
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