(ansa) roma, 9 mag il ''taglieggiamento'' degli aiuti umanitari, in qualche caso vicino al 50 per cento; la sicurezza degli operatori e quella dei milioni di rifugiati nei campi profughi, dove si corre anche il rischio di ''alimentare le guerre civili di ritorno'' per la presenza di migliaia di miliziani; e, soprattutto, il pericolo di una drastica riduzione dei finanziamenti comunitari destinati agli aiuti di emergenza. sono questi i principali problemi che dovranno esser affrontati a livello europeo nel settore degli aiuti umanitari e che emma bonino, commisario dell' ue per gli aiuti umanitari, ha discusso in una riunione, a roma, con i rappresentanti delle principali organizzazioni non governative (ong) italiane.
l'aiuto umanitario europeo (ue e paesi membri) e' stato pari nel 1993 94, ha detto emma bonino, a tre dei quattro miliardi di dollari spesi in tutto il mondo a questo fine. dei tre miliardi di dollari, uno e' stato erogato attraverso echo (l' organismo comunitario che finanzia i vari progetti delle organizzazioni internazionali e delle ong) con una crescita ''esponenziale'' rispetto al 1992 che ''certamente non potra' durare''.
per emma bonino ci sono , al contrario, ''segnali'' di possibili tagli del 50 % dei fondi destinati ad echo sia per ragioni di bilancio comunitario, sia per difficolta' dei paesi membri, sia per la necessita', legata all' allargamento, di alimentare gli aiuti ai paesi dell' europa orientale.
emma bonino ha sottolineato anche l'esigenza di fare chiarezza sui compiti di un aiuto umanitario che, ''nei casi di calamita' provocata dall' uomo, interviene solo per il fallimento della politica'' e che non puo' essere usato per una ''diplomazia preventiva'' per la quale non ha gli strumenti. grazie ad echo, che divide alla pari i suoi fondi tra organismi internazionali e ong dei paesi membri (una ventina su 150 quelle italiane, con 55 progetti approvati), l' ue e' presente in una cinquantina di aree di crisi, dalle piu' conosciute a quelle ''dimenticate''; e spesso quella umanitaria ''e' l' unica presenza dell' ue nelle zone di guerra''.
tra gli altri problemi emma bonino ha sottolineato quello della posizione da assumere di fronte al ''taglieggiamento degli aiuti''. spesso quote consistenti (nella ex jugoslavia, in media il 20 30 %) ''spariscono'': vengono cioe' dirottati ''verso tipi di popolazioni diverse dai destinatari ''. il fenomeno, per la bonino, deve essere reso noto, per dovere di ''trasparenza'' verso i finanziatori. nei campi profughi, inoltre, la presenza inevitabile tra i civili di miliziani che possono esercitare pressioni sulle popolazioni civili assistite, giustificano il timore che si preparino ''guerre civili di ritorno'' . per emma bonino, il problema va affrontato con quello della sicurezza degli operatori e della ''polizia interna'' nei campi, non affidabile agli operatori umanitari.