FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG
Quando a fine ottobre dello scorso anno è stata nominata
Commissaria europea, neppure la signora Emma Bonino stessa si
sarebbe sognata che, proprio lei, uno dei nuovi della tavola
rotonda del santo Graal di Bruxelles, avrebbe fatto notizia.
A dire il vero Emma Bonino, quale ultima arrivata con due
competenze del tutto insignificanti, la politica dei consumatori
e gli aiuti umanitari, doveva essere un "facile boccone". Ma
all'Italiana è venuto subito in aiuto il popolo norvegese che,
con un referendum, ha respinto il già stabilito ingresso della
Norvegia nell'UE, e si è dovuto di nuovo attribuire la competenza
della pesca assegnata in precedenza a Thorwald Stoltenberg. La
scelta è caduta sulla signora Bonino. A lei non è restato
nient'altro da fare che seguire un corso accelerato in politica
internazionale della pesca.
Nel frattempo, la 47enne piemontese dai lineamenti affilati,
viene trattata non tanto con benevolenza, quanto con rispetto.
Sono stati innanzitutto i Canadesi a dover constatare che la
nuova Commissaria per la pesca avrebbe reagito al loro grido di
guerra e alla pirateria d'alto mare senza lasciarsi assolutamente
intimidire. Lei non ha infatto esitato a infliggere il marchio di
"atti di pirateria" agli assalti della guardia costiera canadese
al peschereccio spagnolo in acque internazionali. A Madrid si è
cantato vittoria troppo presto, visto che nel frattempo anche il
Governo spagnolo ha avuto modo di conoscere il fiero temperamento
della signora Bonino. Un paio di giorni fa la Commissaria ha
messo sull'avviso gli Spagnoli in relazione alla controversia
sull'accesso alle zone di pesca del Marocco. Se necessario, nel
caso in cui gli Spagnoli dovessero continuare a boicottare le
forniture di merci dal Marocco, la Commissione Europea deciderà
delle misure di rappresentaglia.
Ora la bellicosa Italiana cerca comunque, con una quarta
iniziativa diplomatica, di trovare un compromesso per un nuovo
accordo sulla pesca tra UE e Marocco. E ancora una volta si
dimostra che con i pesci piccoli si fa la grande, a volte vera e
propria battaglia politica. L'oggetto della controversia con il
Canada era l'ipoglosso nero: gli Spagnoli tengono talmente a
questo pesce che non trovano niente di meglio da farci che
inscatolarlo ed esportarlo in Giappone. Nelle acque del Marocco
gli Spagnoli danno la caccia al tonno, alle sardine e ai
gamberetti per assicurare la sopravvivenza dei piccoli pescatori
dell'Andalusia. Qui come lì, si tratta della protezione del
patrimonio ittico dalle razzie dell'Armada spagnola, che
costituisce di gran lunga la più grande flotta dell'UE e
rappresenta per tanti, qui più che altrove nella Comunità, fonte
di lavoro e di salario. Per arrivare a un equilibrio tra
interessi così divergenti, c'è bisogno di un moderatore tanto
astuto quanto determinato. La signora Bonino in questo ci mette
del proprio. Nel suo paese è conosciuta principalmente quale
intrepida combattente per i diritti delle donne e contro la fame
nel mondo. Ha aderito al movimento radicale, con il quale sperava
di raggiungere i suoi obiettivi il più rapidamente possibile.
Emma Bonino sa che la migliore protezione del patrimonio ittico
è possibile solo con controlli efficaci. Gli ispettori in mare
non lo fanno più; già ruotano satelliti sopra i mari, il computer
sorveglia su navi e pesci. Pesce e megachips, chi è che se li
"gusta" ancora?