"OPERAZIONE PREZZI TRASPARENTI"L'UNITA', pagina 19
dal nostro corrispondente Sergio Sergi
BRUXELLES. Sul tavolo del centro stampa, al palazzo Breydel, dove si tiene ogni mezzogiorno il rituale incontro con i corrispondenti accreditati, Emma Bonino, commissario per la politica dei consumatori, leva in alto una scatoletta di tonno: »Sapete quanto costa? , domanda lasciando tutti in apprensione. "Ve lo dico io: costa 71 franchi belgi (circa quattromila lire) e pesa 47 grammi. Ma voi non sapete quanto costa al chilo! Ve lo dico io: 1.297 franchi (circa 74 mila lire). Fate prima a passare dal gioielliere". Quasi divertita per questa performance, se ne sta diritta, accanto ad un video, dove scorrono a beneficio dei presenti altri clamorosi casi, se non di truffa, di depistamento dei consumatori. Ecco, adesso è il turno del patè di fegato, sempre in scatoletta. Per 65 grammi si spendono 163 franchi (9.300 lire) ma la verità è che quel prodotto, acquistabile in qualunque supermercato d'Europa, costa qualcosa come 2.507 franchi al chilo (l'equivalente di 143 mila lire). E, poi, della bottiglietta di ac
qua minerale da 325 millilitri che risulta in vendita per 169 franchi, cioè 9.630 lire; e, in crescendo, è la volta del pacchettino di patatine fritte, di quelle a porzione unica che, comunica con sconcerto Emma Bonino, si scopre che costano 560 franchi, quasi 32 mila lire al chilo. Per finire con un pacchetto di riso da 100 grammi messo in vendita a 75 franchi (lire 4.275) e che al chilo corrispondono a ben 1.650 franchi, qualcosa come 94mila lire.
Quella di Emma Bonino non è l'ultima crociata contro il carovita. Non è suo compito. Ma da commissario europeo che si occupa, oltre che della Pesca e degli aiuti umanitari, anche dei consumatori, ha scoperto che le direttiva esistenti in materia di trasparenza dei prezzi sono un vero e proprio rompicapo. Un inestricabile dedalo di disposizioni tanto incomprensibili da restare totalmente inapplicate ormai da sette anni. Dal 1975 all'88 sono state emanate, a livello comunitario, numerose norme sull'etichettatura dei prodotti venduti al dettaglio ma che non sono mai state rispettate proprio perché prive di chiarezza e niente affatto semplici. "Il consumatore - afferma Bonino - non era messo in condizione di paragonare prodotti simili in assenza di un chiaro riferimento al prezzo per unità di misura". Esempio: davanti a due scatole di tonno con prezzi e peso differenti, come riuscire a sapere se conviene acquistare quella di peso inferiore. Sarà vero che, fatti, i debiti calcoli, convenga davvero acquistarla
anche se apparentemente costa di meno?
Da mercoledì scorso, su iniziativa del commissario italiano, la Commissione Santer ha approvato la nuova "direttiva", ribattezzata »operazione prezzi trasparenti che obbligherà i produttori e i commercianti a raffigurare sulle confezioni i prezzi in rapporto all'unità di misura. Nel portare altri esempi, Bonino ha rammentato che in Belgio, per esempio, i cetrioli vengono venduti al pezzo e non a peso, mentre in Olanda le uova vanno a peso e non a unità. L'iniziativa della Commissione lascia ampio margine a quella degli Stati membri i quali sono autorizzati ad esentare l'obbligo del prezzo quando l'indicazione finirebbe per non dare un'informazione adeguata e susciterebbe confusione. La »direttiva lascia un margine di quatto anni ai piccoli commercianti per adeguarsi al nuovo regime che scatterà, però, non prima del giugno del 1997. Dunque, anche sei anni di tempo per mettersi in regola. Per questo piccolo ma significativo gesto dell'"Europa utile".