(ansa) - bruxelles, 18 lug - romano prodi si è detto oggi
d'accordo con il governo dini sul fatto che "se, chiamata,
l'italia deve fare il suo dovere" per la bosnia, ma ha subito
aggiunto che "un'iniziativa autonoma non ha senso" e che ogni
eventuale intervento "avrebbe validità solo se coordinato" con i
partner europei.
dopo aver incontrato a bruxelles il presidente della commissione
europea jacques santer e vari altri membri dell'esecutivo
comunitario tra cui gli italiani emma bonino e mario monti, il
leader dell'ulivo ha però notato che all'interno dell'ue vi è
"una disparità di vedute che non può esser presa con indiferenza"
e che sembra bloccare ogni iniziativa.
"ho concordato con santer - ha riferito prodi ai giornalisti -
sul fatto che la presenza europea in bosnia non può limitarsi
agli aiuti umanitari, sia pure ingenti, e gli ho chiesto se
vedesse una possibilità di intervento per le 'aree protette',
nell'ambito delle nazioni unite e con truppe nato. il presidente
ha sottolineato che vi sono difficoltà a causa delle oggettive
divergenze di vedute e opinioni tra i partner europei e che
bisognerà aspettare la riunione di venerdì a londra tra i
ministri dei paesi coinvolti nelle operazioni nella ex
jugoslavia. la situazione è complicata". in particolare con emma
bonino, responsabile della commissione per gli aiuti umanitari,
prodi ha discusso della necessità di aumentare gli stanziamenti -
"anche a carico dell'italia" - in seguito all'evolversi della
situazione e ha convenuto che le necessità del momento sono ormai
"molto superiori alle aspettative".
il candidato del centro-sinistra alla guida del governo ha
insistito sul fatto che l'ue deve riuscire a dotarsi di una
propria politica estera e ha detto di volere "un'europa con un
cuore politico, con una politica europea". "su questa strada egli
ha aggiunto - bisogna andare avanti e che ci stia chi ci sta".