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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Maurizio - 20 luglio 1995
Forza Europa/dalla nostra donna a Bruxelles
COMISSARIO EMMA A RAPPORTO

Per mandarla all'Unione europe, Berlusconi litigò con mezza

Italia. Ne valeva la pena? Che cosa ha ottenuto, in questi sei

mesi, il "ministro" comunitario per i consumatori? Abbiamo

chiesto a una professoressa d'eccezione di farle il primo esame

SETTE, supplemento del CORRIERE DELLA SERA - pag. da 53 a 55, due

foto Bonino+foto di gruppo commissari europei

di Anna BARTOLINI, presidente del Comitato difesa consumatori

Emma Bonino quest'anno non andrà in vacanza. Ma per lavoro farà

qualcosa da fare invidia al più temerario turista in cerca di

avventure: si farà calare da un elicottero militare nel Golfo di

Guascogna per salire sul battello di controllo della pesca. Poi

andrà nelle isole Svalbard, nel mare del Nord, sempre per seguire

i problemi della pesca. Poi, ancora, in Cecenia e nel Caucaso,

per gli aiuti umanitari. E, tra un viaggio e l'altro, ennesimo

impegno: risolvere i problemi dei consumatori.

Perchè dal gennaio scorso, da quando è stata nominata

commissario dell'Unione europea (ricordate le polemiche tra il

governo Berlusconi e le opposizioni per la scelta sua e di Mario

Monti, l'altro commissario italiano?), Emma Bonino, 47 anni,

piemontese di Bra (Cuneo), laureata in lingue, ex parlamentare ed

europarlamentare, ex Presidente del Paritto radicale, si occupa

proprio di questo: pesca, aiuti umanitari e consumatori. E lo fa

quasi nell'indifferenza generale. Almeno per il pubblico

italiano. "Per mia madre, da quando sono diventata commissaria,

potrei anche vivere a Papeete, in Polinesia: sarebbe lo stesso",

dice scherzando, ma non troppo. "Per i giornali italiani, invece,

non esisto proprio più. Io, e il mio lavoro alla Ue";

Noi, invece, siamo andati a trovarla nel suo ufficio di

Bruxelles. Per chiederle che cosa ha fatto on questi sei mesi.

Per se stessa, e per noi consumatori.

SETTE: Dal Ruanda alla pesca, ai consumatori: quale di questi

problemi le ha dato più preoccupazioni?

BONINO: La pesca. Non avrei mai pensato di dovermene occupare

nella vita. Per la questione degli aiuti umanitari, invece, non

ho avuto problemi: per me è un impegno storico. Ai consumatori,

poi, ci penso sempre: per me il cittadino è un consumatore ed un

utente.

SETTE: Prima di lei ogni commissario europeo si è presentato

all'inizio del mandato con un programma. perchè lei non ce l'ha?

BONINO: Perché in realtà non ci ho mai creduto. Non credo nemmeno

ai programmi dei partiti politici. Sono sempre gli stessi da

vent'anni, e potrebbero anche scambiarseli. Non vedo tante

differenze. Per questo non mi andava di fare un programma.

Preferisco indicare degli obiettivi o lanciare delle campagne.

SETTE: Non le sembra un paradosso che tutti parlino di "mercato

comune" e poi se un italiano o un tedesco vogliono acquistare

un'automobile in un altro Paese non lo possono fare per colpa

della burocrazia? Lei non ne ha abbastanza delle lobby delle

industrie?

BONINO: Sì. Ma il bello è che la lobby più potente in Europa

dovremmo essere noi consumatori: siamo circa 300 milioni. Invece

non è così. Ed è colpa nostra: per ognuno di noi essere

"consumatore" è solo un accessorio. Prima di essere consumatore

ogni cittadino è qualcos'altro: banchiere, operaio, disoccupato,

insegnante, giornalista, industriale. Così la categoria dei

consumatori è debolissima. E la nostra lobby, di fatto, non

esiste.

SETTE: Un'indagine europea ha messo in luce che la gente non

compra all'estero prodotti come hi-fi, ferri da stiro e

televisori perchè poi, quando torna a casa e non funzionano, non

riesce neanche a farli riparare. Lei può fare qualcosa?

BONINO: Stiamo cercando di creare una "garanzia europea", che il

consumatore possa far valere qualunque sia il Paese Ue dove ha

comprato l'oggetto. Non è facile, ma tireremo diritti. Perché

questa "granzia europea" è quella che di fatto ci farà vivere nel

mercato unico europeo. Non quello dei banchieri e dei grandi

capitali, ma quello vero, del cittadino.

SETTE: Lei ha detto di voler dare spazio all'informazione dei

consumatori. Tv e giornali, invece, in Italia continuano a dare

poco spazio a questo tema. E' già fallita la sua idea o sono i

direttori di giornali ad essere refrattari a questo tipo di

informazione?

BONINO: La mia inmpressione è che la Tv e i giornali nel nostro

Paese siano refrattari a qualunque cosa che avvenga oltre

Chiasso. Se guardo la stampa italiana, sono convinta che

l'italiano medio pensi che Monti e la Bonino, una volta nominati,

si siano persi da qualche parte. E se siamo ignorati noi, che in

fondo siamo l'istituzione, pensi quale sorte hanno i poveri

rappresentanti dei consumatori.

STTE: Viaggiando nei paesi d'Europa ha fatto una classifica di

chi ha i servizi pubblici più efficienti?

BONINO: Non ho fatto un'inchiesta, ma ho alcune impressioni

personali. Vivendo in Belgio, devo dire che da questo punto di

vista è uno dei Paesi più efficienti. Uno vuole il telefono?

Glielo danno in24 ore. Gli ospedali sono eccellenti, le scuole

altrettanto. Certo, poi anche lo Stato belga scivola sulle

ferrovie. I passeggeri crescono? E loro, invece di aumentare le

carrozze, alzano le tariffe. Fino a quando il prezzo del

biglietto del treno arriverà a quello del Concorde e il treno non

converrà più. Ma al di là di questo, il Belgio è un Paese che

funziona e facilita la vita dei consumatori.

SETTE: Si dice che i consumatori più attenti siano le donne e gli

uomini che fanno la spesa. Lei entra mai nei negozi, e a che cosa

sta attenta?

BONINO: Ho una certa allergia allo shopping. Ho dovuto trovare

soluzioni alternative: anche se Pompeo, il mio autista, solo

all'ottavo paio di calze sbagliate ha capito quale taglia porto.

Io, comunque, sono abbastanza tirchia: sto attenta soprattutto al

prezzo.

SETTE: I single, soprattutto se sono politici, sono considerati

dei pessimi amministratori di se stessi. Lei com'è?

BONINO: Io non ho una lira e per me il problema non si pone.

SETTE: Lei sa esattamente quanto ha in tasca oggi?

BONINO: No. Anzi sì, perché questa mattina ho pensato di bere un

caffè e ho scoperto che non avevo soldi.

SETTE: Quando era in Italia ha mai avuto una disavventura come

normale consumatore? E che cosa ha fatto?

BONINO: Be', un bel giorno mi scadeva la carta di credito. Non me

ne sono accorta e nemmeno mi hanno avvertito. Mi presento in un

negozio e pago con la carta. E la commessa, più imbarazzata di

me, perchè mi aveva riconosciuto, mi ha detto che la carta non

veniva accettata. Allora vado al Banco di Napoli agenzia 1 e

protesto. Mi hanno detto di chiamare un numero verde. E la mia

segretaria, a forza di chiamarlo, si è quasi fidanzata con

l'operatore. Alla fine, dopo un mese e mezzo, me l'hanno

rimandata con tante scuse. Ma credo che succeda a molti.

SETTE: Lei pensa di essere già nota ai consumatori europei? Se

si, perché?

BONINO: Credo di no, anche perché non ho ancora incontrato un

ministro dei Consumatori con il quale mi sono scontrataa come con

un ministro della Pesca. Si diventa noti quando emergono forti

contrapposizioni, soprattutto politiche.

SETTE: Quante cose concrete ha già fatto per i consumatori in

questi sei mesi?

BONINO: Ho creato una Direzione generale per i consumatori nella

Commissione [prima c'era solo un Servizio protezione dei

consumatori, ndr], facendo passare il messaggio che il problema

del consumatore è il vero problema della costruzione europea.

Poi, ho posto il roblema della moneta unica europea. Infine credo

di aver dato la priorità al problema dell'informazione dei

consumatori.

SETTE: Lei è favorevole alla moneta unica. Ma non crede che gli

italiani che hanno perso tanti soldi sottoscrivendo mutui in Ecu

la vedano come peste.

BONINO: Non so come si chiamerà la futura moneta, e tra l'altro

se si decidessero sul nome sarebbe un vantaggio per tutti. Ma

credo che alla fine il processo della moneta unica sarà positivo.

Ciò che mi spaventa è che la decisione possa calare dall'alto

senza far capire ai cittadini che sarà utile per i loro figli. Se

il pescatore dell'Andalusia che non viaggia all'estero, non ha

conti bancari e non ha capitali da spostare scopre da un giorno

all'altro la moneta unica, la vedrà come l'ennesima persecuzione

di Bruxelles.

SETTE: Parliamo di sicurezza dei prodotti e della sicurezza in

casa. In Italia ci sono le norme ma non i controlli. cosa farà?

BONINO: Ho già detto al Ministro Clô che l'Italia sembra il Paese

di Bengodi. Ogni Paese membro deve avvertire ka Commissione

quando qualcosa non va. Allora, poiché dall'Italia non giungono

notizie, le cose sono due: o da noi circolano i prodotti più

sicuri del mondo, cosa sulla quale mi permetto di dubitare,

oppure semplicemente qualcuno si dimentica di avvertire la

COmmissione. All'estero le cose vanno meglio. In tutti i sensi.

SETTE: Irene Pivetti, presidente della Camera, ha aperto una

linea verde per rispondere alle domande della gente. Che cosa

deve fare un consumatore per mettersi in contatto con lei?

BONINO: Via Internet c'è un sistema per dialogare con noi. E nel

mio Gabinetto c'è una funzionaria, Marin,a Manfredi, che è

efficientissima. Poi, ci sono fax e telefono. Ma se sitratta di

un consumatore vero, spero utilizzi sempre di più l'indirizzo

elettronico della Direzione Generale dei consumatori.

SETTE: Se si dovesse dare un voto sul lavoro fatto finora, che

voto sarebbe?

BONINO: Zero in protocollo. Mi darei la sufficienza in impegno.

Un voto un po' scarso in termini di tolleranza e di insofferenza.

Il voto più alto lo darei comunque ai miei colaboratori, che

hanno molta pazienza. Ma in complesso mi darei la sufficienza.

 
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