COMISSARIO EMMA A RAPPORTOPer mandarla all'Unione europe, Berlusconi litigò con mezza
Italia. Ne valeva la pena? Che cosa ha ottenuto, in questi sei
mesi, il "ministro" comunitario per i consumatori? Abbiamo
chiesto a una professoressa d'eccezione di farle il primo esame
SETTE, supplemento del CORRIERE DELLA SERA - pag. da 53 a 55, due
foto Bonino+foto di gruppo commissari europei
di Anna BARTOLINI, presidente del Comitato difesa consumatori
Emma Bonino quest'anno non andrà in vacanza. Ma per lavoro farà
qualcosa da fare invidia al più temerario turista in cerca di
avventure: si farà calare da un elicottero militare nel Golfo di
Guascogna per salire sul battello di controllo della pesca. Poi
andrà nelle isole Svalbard, nel mare del Nord, sempre per seguire
i problemi della pesca. Poi, ancora, in Cecenia e nel Caucaso,
per gli aiuti umanitari. E, tra un viaggio e l'altro, ennesimo
impegno: risolvere i problemi dei consumatori.
Perchè dal gennaio scorso, da quando è stata nominata
commissario dell'Unione europea (ricordate le polemiche tra il
governo Berlusconi e le opposizioni per la scelta sua e di Mario
Monti, l'altro commissario italiano?), Emma Bonino, 47 anni,
piemontese di Bra (Cuneo), laureata in lingue, ex parlamentare ed
europarlamentare, ex Presidente del Paritto radicale, si occupa
proprio di questo: pesca, aiuti umanitari e consumatori. E lo fa
quasi nell'indifferenza generale. Almeno per il pubblico
italiano. "Per mia madre, da quando sono diventata commissaria,
potrei anche vivere a Papeete, in Polinesia: sarebbe lo stesso",
dice scherzando, ma non troppo. "Per i giornali italiani, invece,
non esisto proprio più. Io, e il mio lavoro alla Ue";
Noi, invece, siamo andati a trovarla nel suo ufficio di
Bruxelles. Per chiederle che cosa ha fatto on questi sei mesi.
Per se stessa, e per noi consumatori.
SETTE: Dal Ruanda alla pesca, ai consumatori: quale di questi
problemi le ha dato più preoccupazioni?
BONINO: La pesca. Non avrei mai pensato di dovermene occupare
nella vita. Per la questione degli aiuti umanitari, invece, non
ho avuto problemi: per me è un impegno storico. Ai consumatori,
poi, ci penso sempre: per me il cittadino è un consumatore ed un
utente.
SETTE: Prima di lei ogni commissario europeo si è presentato
all'inizio del mandato con un programma. perchè lei non ce l'ha?
BONINO: Perché in realtà non ci ho mai creduto. Non credo nemmeno
ai programmi dei partiti politici. Sono sempre gli stessi da
vent'anni, e potrebbero anche scambiarseli. Non vedo tante
differenze. Per questo non mi andava di fare un programma.
Preferisco indicare degli obiettivi o lanciare delle campagne.
SETTE: Non le sembra un paradosso che tutti parlino di "mercato
comune" e poi se un italiano o un tedesco vogliono acquistare
un'automobile in un altro Paese non lo possono fare per colpa
della burocrazia? Lei non ne ha abbastanza delle lobby delle
industrie?
BONINO: Sì. Ma il bello è che la lobby più potente in Europa
dovremmo essere noi consumatori: siamo circa 300 milioni. Invece
non è così. Ed è colpa nostra: per ognuno di noi essere
"consumatore" è solo un accessorio. Prima di essere consumatore
ogni cittadino è qualcos'altro: banchiere, operaio, disoccupato,
insegnante, giornalista, industriale. Così la categoria dei
consumatori è debolissima. E la nostra lobby, di fatto, non
esiste.
SETTE: Un'indagine europea ha messo in luce che la gente non
compra all'estero prodotti come hi-fi, ferri da stiro e
televisori perchè poi, quando torna a casa e non funzionano, non
riesce neanche a farli riparare. Lei può fare qualcosa?
BONINO: Stiamo cercando di creare una "garanzia europea", che il
consumatore possa far valere qualunque sia il Paese Ue dove ha
comprato l'oggetto. Non è facile, ma tireremo diritti. Perché
questa "granzia europea" è quella che di fatto ci farà vivere nel
mercato unico europeo. Non quello dei banchieri e dei grandi
capitali, ma quello vero, del cittadino.
SETTE: Lei ha detto di voler dare spazio all'informazione dei
consumatori. Tv e giornali, invece, in Italia continuano a dare
poco spazio a questo tema. E' già fallita la sua idea o sono i
direttori di giornali ad essere refrattari a questo tipo di
informazione?
BONINO: La mia inmpressione è che la Tv e i giornali nel nostro
Paese siano refrattari a qualunque cosa che avvenga oltre
Chiasso. Se guardo la stampa italiana, sono convinta che
l'italiano medio pensi che Monti e la Bonino, una volta nominati,
si siano persi da qualche parte. E se siamo ignorati noi, che in
fondo siamo l'istituzione, pensi quale sorte hanno i poveri
rappresentanti dei consumatori.
STTE: Viaggiando nei paesi d'Europa ha fatto una classifica di
chi ha i servizi pubblici più efficienti?
BONINO: Non ho fatto un'inchiesta, ma ho alcune impressioni
personali. Vivendo in Belgio, devo dire che da questo punto di
vista è uno dei Paesi più efficienti. Uno vuole il telefono?
Glielo danno in24 ore. Gli ospedali sono eccellenti, le scuole
altrettanto. Certo, poi anche lo Stato belga scivola sulle
ferrovie. I passeggeri crescono? E loro, invece di aumentare le
carrozze, alzano le tariffe. Fino a quando il prezzo del
biglietto del treno arriverà a quello del Concorde e il treno non
converrà più. Ma al di là di questo, il Belgio è un Paese che
funziona e facilita la vita dei consumatori.
SETTE: Si dice che i consumatori più attenti siano le donne e gli
uomini che fanno la spesa. Lei entra mai nei negozi, e a che cosa
sta attenta?
BONINO: Ho una certa allergia allo shopping. Ho dovuto trovare
soluzioni alternative: anche se Pompeo, il mio autista, solo
all'ottavo paio di calze sbagliate ha capito quale taglia porto.
Io, comunque, sono abbastanza tirchia: sto attenta soprattutto al
prezzo.
SETTE: I single, soprattutto se sono politici, sono considerati
dei pessimi amministratori di se stessi. Lei com'è?
BONINO: Io non ho una lira e per me il problema non si pone.
SETTE: Lei sa esattamente quanto ha in tasca oggi?
BONINO: No. Anzi sì, perché questa mattina ho pensato di bere un
caffè e ho scoperto che non avevo soldi.
SETTE: Quando era in Italia ha mai avuto una disavventura come
normale consumatore? E che cosa ha fatto?
BONINO: Be', un bel giorno mi scadeva la carta di credito. Non me
ne sono accorta e nemmeno mi hanno avvertito. Mi presento in un
negozio e pago con la carta. E la commessa, più imbarazzata di
me, perchè mi aveva riconosciuto, mi ha detto che la carta non
veniva accettata. Allora vado al Banco di Napoli agenzia 1 e
protesto. Mi hanno detto di chiamare un numero verde. E la mia
segretaria, a forza di chiamarlo, si è quasi fidanzata con
l'operatore. Alla fine, dopo un mese e mezzo, me l'hanno
rimandata con tante scuse. Ma credo che succeda a molti.
SETTE: Lei pensa di essere già nota ai consumatori europei? Se
si, perché?
BONINO: Credo di no, anche perché non ho ancora incontrato un
ministro dei Consumatori con il quale mi sono scontrataa come con
un ministro della Pesca. Si diventa noti quando emergono forti
contrapposizioni, soprattutto politiche.
SETTE: Quante cose concrete ha già fatto per i consumatori in
questi sei mesi?
BONINO: Ho creato una Direzione generale per i consumatori nella
Commissione [prima c'era solo un Servizio protezione dei
consumatori, ndr], facendo passare il messaggio che il problema
del consumatore è il vero problema della costruzione europea.
Poi, ho posto il roblema della moneta unica europea. Infine credo
di aver dato la priorità al problema dell'informazione dei
consumatori.
SETTE: Lei è favorevole alla moneta unica. Ma non crede che gli
italiani che hanno perso tanti soldi sottoscrivendo mutui in Ecu
la vedano come peste.
BONINO: Non so come si chiamerà la futura moneta, e tra l'altro
se si decidessero sul nome sarebbe un vantaggio per tutti. Ma
credo che alla fine il processo della moneta unica sarà positivo.
Ciò che mi spaventa è che la decisione possa calare dall'alto
senza far capire ai cittadini che sarà utile per i loro figli. Se
il pescatore dell'Andalusia che non viaggia all'estero, non ha
conti bancari e non ha capitali da spostare scopre da un giorno
all'altro la moneta unica, la vedrà come l'ennesima persecuzione
di Bruxelles.
SETTE: Parliamo di sicurezza dei prodotti e della sicurezza in
casa. In Italia ci sono le norme ma non i controlli. cosa farà?
BONINO: Ho già detto al Ministro Clô che l'Italia sembra il Paese
di Bengodi. Ogni Paese membro deve avvertire ka Commissione
quando qualcosa non va. Allora, poiché dall'Italia non giungono
notizie, le cose sono due: o da noi circolano i prodotti più
sicuri del mondo, cosa sulla quale mi permetto di dubitare,
oppure semplicemente qualcuno si dimentica di avvertire la
COmmissione. All'estero le cose vanno meglio. In tutti i sensi.
SETTE: Irene Pivetti, presidente della Camera, ha aperto una
linea verde per rispondere alle domande della gente. Che cosa
deve fare un consumatore per mettersi in contatto con lei?
BONINO: Via Internet c'è un sistema per dialogare con noi. E nel
mio Gabinetto c'è una funzionaria, Marin,a Manfredi, che è
efficientissima. Poi, ci sono fax e telefono. Ma se sitratta di
un consumatore vero, spero utilizzi sempre di più l'indirizzo
elettronico della Direzione Generale dei consumatori.
SETTE: Se si dovesse dare un voto sul lavoro fatto finora, che
voto sarebbe?
BONINO: Zero in protocollo. Mi darei la sufficienza in impegno.
Un voto un po' scarso in termini di tolleranza e di insofferenza.
Il voto più alto lo darei comunque ai miei colaboratori, che
hanno molta pazienza. Ma in complesso mi darei la sufficienza.