CAPUTO BOCCIA LA BONINO: "SARAJEVO NELL'UNIONE EUROPEA? PROPOSTA ASSURDA"(vedi: AGORA'-conferenza emma bonino, testo n 565)
Il Corriere della Sera, pagina 3, foto Bonino
di Barbara Stefanelli
"La Bosnia nell'Unione europea? E' un'idea assurda e pericolosa. Assurda perché tecnicamente irrealizzabile. Pericolosa perché proposte di questo genere creano l'alibi per non affrontare gli unici interventi che sono invece possibili". Livio Caputo, responsabile esteri di Forza Italia, boccia con clamore la proposta avanzata da Emma Bonino, commissario europeo per gli aiuti umanitari. Che in un suo intervento sul Corriere ha invocato "l'adesione immediata" della Bosnia all'Ue.
Per la signora Bonino è una questione di "deterrenza diplomatica". Per Caputo siamo nel mondo dell'iperreale: "Innanzitutto l'Unione europea, oggi, è soprattutto un'organizzazione economica: per entrarvi bisogna rispondere a determinati requisiti e standard. In seconda battuta ricordo che l'Ue è ancora in attesa di strutture che determinano una politica comune per esteri e sicurezza: oggi non esiste alcun ombrello difensivo sotto cui portare la Bosnia".
Esponente di quello schieramento politico che sostenne la candidatura di Emma Bonino alla poltrona europea, in questa fase Caputo è sostenitore di una linea opposta a quella del 'suo' commissario: niente atti clamorosi per provocare terremoti politici o diplomatici, meglio sfruttare gli stretti margini di manovra ancora concessi.
"Proposte 'forzate' come questa della Bonino provocano movimenti irrealistici. Distolgono l'attenzione da quelle decisioni apparentemente 'minori' ma utili a porre fine alle ostilità. Qui si tratta di congelare i fronti di guerra e spingere le parti a trattare in tempi brevissimi. Il massimo che l'Europa possa fare è dare a Carl Bildt un mandato tale che gli permetta di strappare una soluzione. Soluzione che forse non avrà i pregi della giustizia con la g maiuscola ma che potrebbe fermare questo macello".
La seconda proposta lanciata dal commissario Bonino è quella dell'isolamento politico dei serbi. Risalendo alla fonte: Belgrado e il presidente Milosevic. Anche su questo punto, e seguendo la stessa logica, Caputo non è d'accordo: "Se prendiamo atteggiamenti tanto radicali non facciamo che esasperare la logica della guerra. Isolare totalmente Belgrado, con tanto di espulsione degli ambasciatori dalle sedi europee, significherebbe voler distruggere la Serbia e pensare di costruire un'entità diversa (quale?) che la sostituisca. Io sono invece convinto che non dobbiamo compromettere quanto abbiamo sinora ottenuto da Milosevic: la chiusura della frontiera sulla Drina e la promessa del riconoscimento della Bosnia in cambio di uno stop alle sanzioni".
Questo, sostiene Caputo, perché la pace nei Balcani è impossibile senza passare da Belgrado: "Far fuori Milosevic vuol dire lasciare emergere personaggi ancora più estremisti. E vuol dire scatenare un processo di cui abbiamo visto solo l'inizio, ma di cui non vogliamo neppure immaginare la fine".