DA HILLARY ALLA BONINO: CENTO DONNE MUOVONO IL MONDO
CORRIERE DELLA SERA, pagina 7
di U.M.
PARIGI - Le cento donne che »muovono il mondo. E' il titolo del settimanale francese l'Express. Sono donne selezionate che hanno lasciato e continuano a lasciare un'impronta nella storia che si svolge sotto i nostri occhi. All'orizzonte, sempre più vicina, appare l'impegnativa torre di Babele (in senso positivo) della Conferenza di Pechino.
Era giusto o no scegliere, come simboli dell'identità femminile, cento donne di prestigio? Forse, la scelta del settima-nale francese trascura la realtà di tanti milioni di donne che »muovono il mondo nell'anonimato del lavoro quotidiano, della sofferenza e della violenza.
Osserviamo questa panoramica. Ci sono tre italiane. Emma Bonino, un tempo combattente per il divorzio e l'aborto, oggi paladina della battaglia per gli aiuti umanitari e soprattutto nemica dell'oscurantismo. Ecco Rita Levi-Montalcini, premio Nobel per la medicina, che ha dato le dimissioni dal Comitato nazionale di bioetica a causa delle interferenze della Chiesa. E terza, splendente rossa dagli occhi di gatto, il giudice Ilda Bo-cassini:lei ha combattu-to la mafia e, in un certo senso, ha vendicato la morte del collega Giovanni Falcone.
All'estero la lista è lunga. Negli Stati Uniti c'è Hillary Rodham Clinton, la moglie del presidente Bill. Poi la repubblicana Christine Tod Whitman che fa arrossire, con la sua sagacia e i suoi rimproveri, i macho del Congresso americano. Ed ecco Mamie Luther King che è riuscita a far condannare, nel 1994, gli assassini del marito Martin.
Dall'India ci viene il volto del primo ministro dello Stato dell'Uttar Pradesh. Si chiama Mayawati, una »paria che oggi veglia sul destino di 140 milioni di abitanti.
L'Express gira il mondo. Nel Guatemala c'è Rigoberta Menchu, in Cile Isabel Allende, in Russia una parlamentare di shock come Irina Khakamada che riesce a dominare persino Eltsin. In Algeria spiccano le fattezze decise di Salima Ghezali che combatte contro l'oscurantismo islamico come femminista, giornalista e sindacalista. In Danimarca è segnalata Lise Lotte Rebel, uno dei dieci vescovi protestanti del Paese: si è battuta e si batte contro i reazionari della Chiesa luterana.
Un florilegio di donne coraggiose, pronte a difendere il »Graal della femminilità, come la turca Leyla Zana che, dopo anni di torture e oppressione, è riuscita a entrare nel Parlamento di Istanbul. In nome della legittimità della realtà omosessuale non poteva mancare la tennista Martina Navratílova, idolo sereno del movimento »gay americano.
La Francia, oltre a intellettuali e combattenti per la tolleranza, ci offre un volto inconsueto, quello di Myriam Sochaki, un comandante delle Forze delle Nazioni Unite dislocate in Bosnia. E' lei che, alla televisione, con le sue parole precise ma con gli occhi pieni d'indignazione, ci offre ogni sera, come portavoce dell'Onu, le notizie dell'orrore di Sarajevo.