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Conferenza Emma Bonino
Fiori Raffaella - 11 settembre 1995
UNA BOMBA EUROPEA? PERCHE' NON PARLARNE

LA STAMPA, pag. 2

di Aldo Rizzo

Con l'eccezione della Cina, che continua a farsi i suoi test nucleari senza badare al mondo esterno, e percio' non mette bocca in quelli degli altri, non accenna a placarsi, come usa dire, la tempesta planetaria suscitata dall'esperimento francese a Mururoa. Ora e' la volta della stessa Unione europea, nella quale la Francia aveva sperato a di trovare qualche solidarieta', o comprensione, con la sua proposta di europeizzare, in prospettiva, la "force de frappe"; e invece ha provocato un dibattito aspro, come si e' visto nella riunione dei quindici ministri degli Esteri a Santander.

Sara' il caso di tentare un'analisi pacata della questione, proprio da un'ottica europea. In pochi punti essenziali.

Primo punto. La proposta francese e' gravemente indebolita dal fatto di essere stata avanzata a cose fatte, cioe' dopo una decisione oggettivamente traumatica, presa senza consultare nemmeno i piu' stretti alleati: inclusa la germania, alla quale, in particolare, si vorrebbe ora estendere l'ombrello atomico.

Secondo punto. Anche a prescindere dal sospetto di una mossa tattica e difensiva, la proposta di Chirac e Juppe' e' inevitabilmente vaga. E come potrebbe diventare concreta? Il potere nucleare e' un potere nazionale per definizione, piu' di ogni altra cosa e' legato all'esercizio della sovranita' dello Stato detentore. Tutti i tentativi di associare altri Stati sovrani (anche nell'ambito di un'alleanza come la Nato) sono rimasti ipotesi teoriche, o poco piu'. Potrebbe essere diverso, sarebbe diverso, nel caso in cui nascesse un superstato europeo di tipo federale, che assorbirebbe, con le varie sovranita' nazionali, il relativo potere nucleare. Ma questo superstato non e' all'orizzonte.

Su entrambi questi punti, non si puo' non concordare con quanto e' stato detto molto bene, su "La Stampa" di ieri, da Emma Bonino. C'e' pero' un terzo punto, che merita di essere discusso. Ed e' un punto fondamentale. A che servono in definitiva le armi nucleari? Non sarebbe il caso "di disfarsene in blocco"? L'Europa, poi, contro chi dovrebbe puntarle?

Naturalmente, sarebbe bellissimo potersi disfare di tute le armi nucleari, o anche soltanto avere una ragionevole prospettiva al riguardo. Si puo' non disperare, ma altra cosa e' fondare una politica sulla speranza. La realta', oggi come oggi, e' che la Bomba esiste in migliaia e migliaia di esemplari, un po' in tutto il mondo, col grosso in America e in Russia. A parte che, anche se il disarmo raggiungesse livelli assoluti, ed e' un'utopia, l'arma atomica non potrebbe essere "disinventata", cioe' resterebbe una minaccia latente.

Contro che dovrebbe puntarla l'Europa? Contro nessuno. la Bomba e' fatta per non essere impiegata, un suo uso sarebbe la sconfitta, il suicidio, della strategia. La sua funzione e' la dissuasione, e questo e' notorio. Sennonche' questo potere di dissuasione significa potere politico o geo-politico, significa equilibrare il potere altrui, creare condizioni di pace senza subalternita'. E allora non si puo' non pensare alla convivenza, in Europa, con la Russia post-comunista, senza dipendere per l'eternita' dall'America. Non si puo' non pensare alla galassia insondabile dell'estremismo islamico, dove sono in molti a sognare, a cercare, la Bomba, come supremo strumento di ricatto all'Occidente.

E se, alla luce di tutto cio', nell'attesa, forse utopica anch'essa, di un superstato federale, un nucleo forte di Paese dell'Ue stringesse un qualche patto intergovernativo, di garanzia? Potrebbe essere quanto meno un grosso impulso sulla strada di quella "identita' strategica europea", in senso generale, che e' uno degli obiettivi di Maastricht. Probabilmente e' una strada impervia anche questa. Ma, dopo aver detto e ripetuto che la Francia ha sbagliato nei tempi e nei modi, dobbiamo forse farle la guerra, o dobbiamo cercare di riflettere concretamente, come suggeriva anche Emma Bonino?

 
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