A patto che non sia ingannevole e non denigri i prodotti di case concorrenti
Cambiamenti in vista per il panorama pubblicitario dell'Unione Europea. Le novità vengano da Bruxelles, dove era in calendario ieri il Consiglio dedicato alla politica dei consumatori. Nel corso della riunione, i ministri dei Quindici hanno raggiunto un'intesa per introdurre la pubblicità comparativa in tutti i Paesi dell'Unione. Si tratta di una posizione comune che adesso dovrà essere sottoposta al vaglio del Parlamento europeo prima che il testo venga di nuovo sottoposto al Consiglio dei ministri per l'adozione definitiva.
Finora, la pubblicità comparativa non aveva cittadinanza nella metà dei Paesi della Ue. Contro l'intesa, raggiunta a maggioranza qualificata, si sono espressi Germania, Svezia e Finalandia, che tuttavia si vedranno costretti ad autorizzare il nuovo tipo di messaggio pubblicitario, al più tardi, entro trenta mesi dall'adozione definitiva del testo. La nuova legge europea di armonizzazione non prevede spazi di manovra per gli Stati membri che intendano adottare norme più vincolanti di quelle previste dalla direttiva. Il raggiungimento della posizione comune, su un testo che giace sulla tavola del Consiglio ormai dal 1991, rappresenta un successo per la Spagna, che guida il semestre di presidenza europeo.
Da un punto di vista giuridico, la nuova norma dovrebbe sostituire la direttiva 84/450, che riguarda la pubblicità ingannevole. In base al testo di compromesso elaborato ieri a Bruxelles dai Quindici, per poter essere autorizzzata la pubblicità comparativa non dovrà contenere alcun elemento che possa trarre in inganno il consumatore. Le caratteristiche essenziale che potranno essere messe a confronto, tra le quali è compreso il prezzo, dovranno essere "pertinenti, verificabile e rappresentative".
Per avere il via libera, inoltre, la pubblicità comparativa dovrà essere fatta in modo che non possa sorgere confusione sul mercato tra marche concorrenti. Sarà anche vietato il messaggio che contenga elementi di denigrazione nei confronti del prodotto rivale. Per quanto riguarda i prodotti a denominazione di origine controllata, sono prevista clausole le quali stabiliscono che il paragone possa essere fatto solo con altri prodotti doc. Altre clausole sono state messe a punto perchè una marca non approfitti slealmente della notorietà di un'altra marca. La posizione comune dei Quindici prevede anche che gli Stati nei quali, per ragioni morali o sanitarie, sono in vigore di disposizioni che impediscono la pubblicità comparativa su determinate categorie di prodotti, possano conservare questa specificità. "Abbiamo finalmente raggiunto un accordo su una direttiva che si attendeva da molti anni", ha commentato con soddisfazione Emma Bonino, commissario europeo per la politica dei consumatori. Grossi cambiamenti si
preannunciano soprattutto nei Paesi in cui questo tipo di pubblicità non era autorizzato, come Italia, Germania, Danimarca, Lussemburgo e Belgio.
Il Consiglio dei ministri, infine, ha adottato una risoluzione che chiede alla Commissione europea di proporre iniziative destinate ad armonizzare nei Quindici il credito al consumo, e di presentare, entro il novembre 1996, proposte sulla protezione dei consumatori nei confronti dei prodotti che promettono risultati "miracolosi".