da Panorama del 7 dicembre 1995

pag. 15, con foto di Emma Bonino

»E' arrivato il calendario delle riunioni interministeriali del prossimo semestre: solo nei miei settori di competenza ce ne sono sette racconta Emma Bonino, commissario europeo con responsabilita' per i problemi dei consumatori, per la pesca e per gli aiuti umanitari. »E mi piacerebbe sapere chi saranno i miei interlocutori italiani. C'e' da sviluppare la nostra politica mediterranea, c'e' la preparazione della Conferenza intergovernativa... Insomma, non si deve perdere tempo .

Quando Bonino, radicale, fu nominata un anno fa commissario europeo, molti l'aspettavano al varco: »Arrivavo con l'immagine della trasgressiva; perfino Jacques Santer, il presidente, era preoccupato chissa' da che cosa. Ho dovuto rapidamente rassicurare tutti. Ma il fatto di non avere alle spalle un forte appoggio ufficiale o un grande partito e' stato alla fine anche un vantaggio: si e' piu' liberi, e quando si e' conquistato un consenso non e' per merito di un'Internazionale di partiti o per l'influenza del tuo paese di provenienza .

Di consensi, nel suo lavoro Emma Bonino ne ha raccolti molti. Piu' all'estero che in Italia, a dire il vero. Ha mai parlato con Lamberto Dini? »No, mai. Con Susanna Agnelli si', una volta, per gli aiuti umanitari .

La distanza tra Italia e Unione, sottolinea Bonino, e' anche il riflesso di un difficile coordinamento delle politiche europee. »Si sente la mancanza di una struttura, magari agile, che a Roma si occupi a tempo pieno dell'Europa, che abbia compiti di raccordo tra i diversi ministeri interessati, che coordini la voce italiana nella Ue. In altri paesi, come in Francia, questo sistema funziona bene. Ecco, nella formazione del prossimo governo caldeggerei molto la presenza di una simile struttura .