Intervista alla Commissaria europea per le questioni dei consumatori, Emma Bonino
"DOBBIAMO RAGGIUNGERE DIRETTAMENTE LA GENTE"
didascalia foto: Si impegna nonostante i mezzi limitati per i consumatori: Bonino. La Commissaria europea Emma Bonino rappresenta gli interessi dei consumatori europei, però il magro budget le impone forti limiti. "La protezione dei consumatori per l'appunto non appartiene alle politiche comuni" "però brontolare non serve a niente"
Bruxelles - L'italiana Emma Bonino è Commissaria europea per le questioni dei consumatori, gli aiuti umanitari e la pesca. Le chiediamo come pensa di migliorare la protezione dei consumatori.
Stuttgarter Nachrichten - Il suo inizio di mandato è stato turbolento: non appena cominciato è finita subito sulla prima pagina dei giornali per la "guerra della pesca" tra gli Spagnoli e il Canada. In più Lei è molto impegnata con la questione degli aiuti per la Bosnia. Quando trova il tempo per la protezione dei consumatori?
Emma Bonino - I conflitti sono oramai molto più facili da descrivere per i media che non il normale lavoro quotidiano. Le difficoltà incontrate per raggiungere qualcosa nel campo della protezione dei consumatori e il poco peso che essa ha all'interno dell'UE non si lasciano soltanto dedurre dal Trattato di Maastricht, basta un colpo d'occhio al budget: lo 0,00027% del bilancio globale. Con un tale importo posso avere a disposizione troppo poco personale qualificato. Soltanto ora siamo riusciti ad ottenere una propria Direzione Generale per la protezione dei consumatori.
SN - Attualmente si sentono in tutti i paesi dell'UE degli spot radiofonici che informano i consumatori dei propri diritti. Non sarebbe stato meglio piuttosto devolvere il denaro alle organizzazioni dei consumatori di ciascun paese?
EB - Proprio nell'informazione devono essere trovati nuovi mezzi. Non basta finanziare le organizzazioni. Abbiamo bisogno di un contatto diretto con la gente. Gli articoli sulla stampa raggiungono soltanto le persone che già di per sé si interessano a questo tema; per questo motivo abbiamo scelto gli spot.
SN - I diritti dei consumatori andrebbero insegnati nelle scuole?
EB - ciò che ho proposto, ma da Bruxelles non può essere imposto un piano scolastico. Ho pertanto scritto ai Ministri dell'istruzione. Finora solo alcuni hanno risposto, ma come inizio non c'è male.
SN - Lei quindi attribuisce più valore all'informazione che non alle regole scritte?EB - Non ha senso fare leggi intorno al tavolo verde. Le regole che nessuno conosce, non verranno applicate da nessuno. Un esempio: se una persona resta bloccata all'aeroporto per overbooking, riceve, secondo il diritto comunitario, un risarcimento. Questo però lo sanno solo in pochi, quindi manca la pressione sulle compagnie aeree. Questa io la chiamo una "legislazione da cestino dei rifiuti".
SN - D'altro canto nel Suo programma lei dice che la troppa informazione genera confusione ed è quindi non auspicabile...
EB - Le cose non devono diventare troppo complicate. La direttiva sull'indicazione del prezzo unitario dei prodotti comprendeva alla fine dodici pagine! Nessun legislatore può trasporre un tale regolamento. L'abbiamo perciò resa più facile. questo che intendo dire nel mio programma.
SN - Come stanno le cose con i prodotti modificati geneticamente? Il Suo collega Martin Bangemann ha dichiarato in questo contesto che troppi dati rendono insicuro l'acquirente. Condivide questa opinione?
EB - La dichiarazione così com'è è sicuramente troppo globale. La materia è così complessa, che non mi voglio pronunciare. Attualmente stiamo preparando un catalogo di misure sul tema "etichette dei prodotti alimentari" insieme con Bangemann e il commissario per l'agricoltura Fischler.
SN - Arriva però troppo tardi per quanto riguarda la direttiva sul Novel-food. Dimostra questo il rapporto di potere nella Commissione - da una parte Bangemann quale rappresentante degli interessi dell'industria e dall'altra Lei come protettrice dei consumatori?
EB - Sono stati gli Stati membri a stabilire con il Trattato di Maastricht i rapporti di potere. I consumatori non sono per l'appunto una delle politiche comuni. Inoltre: consumatori siamo noi tutti, ciò nonostante in nessun posto al mondo rappresentiamo una grande forza. Brontolare non serve a niente. Ma guardate alla protezione dell'ambiente: dieci anni fa nessuno ne parlava. La situazione in questo campo lascia ben ancora qualcosa da augurarsi, ma comunque si fanno progressi. Sono convinta che le cose possono cambiare anche nel lavoro dei consumatori.
SN - Un passo sarebbe quello dell'eliminazione dell'ordinamento sul mercato delle banane, cosa per cui il cittadino tedesco se la prende terribilmente.
EB - Mi meraviglia come i tedeschi reagiscano emozionalmente sul tema banane. Potrebbe spiegarmelo?
SN - Forse perché dall'aumentare dei prezzi appare chiaramente quanto ci costa la Comunità.
EB - La politica agraria comune l'ha votata anche la Germania. Contenta del regolamento però non lo sono neanch'io. Voglio dare incarico di uno studio che trovi quanto costa la politica agraria ai consumatori. Sono convinta che con i fatti facciamo scaturire una discussione.
* * * * * * * *
Sulla persona
La 47enne Italiana appartiene al Partito Radicale, un gruppo radical-liberale. Laureata in filologia inglese è arrivata in politica tramite il suo impegno per la legalizzazione dell'aborto. A causa della fondazione del primo "centro di informazione per l'aborto" finì per un breve tempo in galera. Per il suo impegno per la liberazione delle donne, per diritti dell'uomo e leggi liberali incarna nella sua patria l'immagine di spirito battagliero. Ha lottato per l'eliminazione nel mondo della pena di morte e ha manifestato a Praga e Varsavia per i diritti dell'uomo, cosa che l'ha ancora una volta portata dietro le sbarre.