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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Mauro - 11 dicembre 1995
TANTE CITTA' NUOVE PER I PROFUGHI

La Bonino: »Non ci sara' un ritorno a casa

Repubblica del 10/12/95, pag 13

I milioni di profughi creati dalla lunga guerra jugoslava torneranno in patria, ma in "nuove citta'", anziche' nelle loro antiche case? Significherebbe rassegnarsi a posteriori a tante violenze, sequestri, espropri che hanno segnato gli anni di guerra e anche ad una buona misura di "pulizia etnica", ammette Emma Bonino, commissario europeo per gli Aiuti umanitari. Ma potrebbe anche essere un atto di realismo: le inchieste sul campo compiute dagli osservatori Ue, riferisce la Bonino, indicano che il pericolo che si riaccendano i focolai di odio e di conflitto e' ancora drammaticamente presente e confermano anche che ben pochi dei profughi mostrano l'intenzione di tornare nelle zone da cui sono stati cacciati. Per ora e' solo una ipotesi, spiega Emma Bonino, ma, al vertice della Ue, si sta seriamente prendendo in considerazione la possibilita' di destinare buona parte dei fondi per la ricostruzione a insediamenti completamente nuovi, spesso vicini al luogo in cui i profughi si sono rifugiati. Una scelta resa

paradossalmente piu' facile dalla scala delle distruzioni di quattro anni di guerra. Le prime analisi dicono che la Bosnia e', oggi, in una condizione peggiore di quella della Germania del 1945. Secondo la Banca mondiale, due terzi delle case sono state distrutte, meta' delle scuole, un terzo degli ospedali.

Intanto, nove bosniaci su dieci dipendono dagli aiuti umanitari per sopravvivere. A questi, si e' deciso a Londra, saranno diretti gli aiuti piu' immediati. Entro meta' gennaio, una apposita conferenza internazionale valutera' i fondi necessari per superare il lunghissimo inverno che si prepara. Fin d'ora, si parla di 150 milioni di dollari che verranno utilizzati per portare cibo e costruire ripari provvisori. Per avviare a soluzione il problema di 2 milioni e 700 mila profughi bisognera' tuttavia avviare un vasto programma di ricostruzione, un vero piano Marshall, come nell'Europa postbellica. Una conferenza gia' prevista per il 20 e 21 dicembre varera' gli interventi piu' urgenti: per il primo trimestre 1996 dovrebbero essere impiegati gia' 550-600 milioni di dollari. Il presidente della Banca mondiale, James Wolfensohn, ritiene pero' che lo sforzo, nei prossimi tre anni, dovra' arrivare a poco meno di cinque miliardi di dollari, solo per riparare i danni e riavviare l'economia. In Bosnia si tratta, conte

mporaneamente, di ricostruire il paese e di prendere atto della caduta del muro di Berlino, costruendo (il documento finale della conferenza e' esplicito) una economia di mercato.

 
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