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Conferenza Emma Bonino
Donvito Vincenzo - 13 gennaio 1996
I CONTRIBUTI DELL'U.E.
.... E LA SFIGA DELL'ITALIA

lettera aperta al commissario Emma Bonino

Prendo spunto da un fatto specifico per cercare di capire una logica. L'associazione diritti utenti e consumatori Aduc, di cui sono presidente nazionale, ha ricevuto comunicazione dalla Commissione della concessione di un contributo per la sua attività editoriale di informazione dei consumatori con la rassegna stampa internazionale USI&CONSUMI. Il contributo che viene concesso è del 5,76% sul bilancio dell'iniziativa, fino ad un massimo di 7812 Ecu, che al cambio di oggi equivale a quasi 16 milioni di lire.

Negli anni scorsi avevamo avuto un contributo simile, del 5,75% sul bilancio, fino ad un massimo di 8457 Ecu, che al cambio dell'epoca, equivaleva a circa 16 milioni di lire.

A parte lo 0,1% in più (compensativo del minor stanziamento?), è evidente l'equivalersi della cifra in lire, nonostante la diminuzione dello stanziamento.

Mi viene un dubbio sul rapporto del nostro Paese con la Comunità ... quello che nel titolo di questa lettera aperta chiamo "sfiga". E il dubbio è del rapporto tra cittadino/risparmiatore/contribuente italiano e viceversa.

Quando il cittadino dà, deve sempre adeguarsi ai cambi di un mercato un po' anomalo come quello dell'Ecu, quando invece il cittadino prende, è il cambio che si adegua a lui.

Vediamo come.

I mutui in Ecu. Se il cambio della "valuta" Ecu cambia per le note vicende dei nostri rapporti con lo Sme, è il cittadino che deve pagarne lo scotto -con situazioni al limite della sopportabilità umana, visto che si tratta di un bene primario come la prima-casa che in molti sono stati costretti a comprare in assenza di un vero mercato della casa. Se invece, come nel caso dell'Aduc, è il cittadino che prende, ecco che l'Ecu si adegua alla moneta debole, e garantisce lo stesso stanziamento.

Espressione verace e spontanea: alla faccia dell'uguaglianza dei cittadini nei rapporti con le istituzioni.

Certo, potrebbe anche essere un caso, perchè è noto che gli stanziamenti Ue per la politica dei consumatori sono diminuiti, ma sicuramente fa riflettere al di là dello specifico.

E fa riflettere anche come la Commissione, cha ha fatto più volte sapere che l'indirizzo primario della sua politica sia verso l'informazione del cittadino utente e consumatore, contribuisca con poco più del 5% a iniziative che -non posso giurare perchè sono ateo, ma chiedo di credermi- nonostante il contributo sono una valanga di rimessa economica per chi, da associazione no-profit, le fa.

 
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