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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Mauro - 25 gennaio 1996
Tariffe: Consumatori d'Italia unitevi...

di Giuseppe D'Avanzo

La Repubblica 25/1/9 pagg. 1-2

L'Enel sorpresa a incassare indebitamente oneri straordinari. Gli automobilisti inconsapevolmente tassati per decine di migliaia di miliardi a vantaggio della pubblica sanità. E gli artigiani spremuti, contro la loro volontà, da alcune associazioni di categoria. La Telecom che, per il momento, si è vista negare un discusso aumento delle tariffe: qui occorre un Ralph Nader.

»Vi occorre più di un Ralph Nader , disse qualche anno fa proprio il leggendario difensore dei consumatori Usa che piegò la General Motors raccontando in un bestseller i difetti della Chevrolet Corvair. E' purtroppo vero. In Italia, se si esclude (forse) Antonio Lubrano, non esiste un leader prestigioso e credibile come Ralph Nader e, quel che è peggio, non ha preso corpo nemmeno una forte organizzazione che tuteli i consumatori. Ora che i servizi pubblici sono privatizzati pur conservando posizioni di monopolio, il cittadino utente rischia di finire travolto dal tourbillon di aumenti palesi e occulti senza che nessuno possa esercitare una qualche forma di controllo.

E' dunque giunta l'ora che anche il cittadino-utente-consumatore italiano si scuota dal torpore e faccia sentire la sua voce in modo più diretto, più organizzato, più forte.

Coraggio, consumatori di tutt'Italia: unitevi!

Tra le tante arretratezze, il nostro Paese ne ha una macroscopica e dimenticata. E' l'unico Paese europeo - lo ricordava su queste colonne il commissario europeo Emma Bonino - dove non esiste ancora una legge quadro in materia di politica dei consumatori. In altri termini, »non esistono criteri definiti per riconoscere le associazioni dei consumatori né un loro coinvolgimento-consultazione su base sistematica nell'elaborazione delle misure legislative del settore . Come troppi ancora non sanno, esistono le associazioni che difendono i diritti di chi consuma, ma quanto contano? Che peso hanno? Che capacità di analisi, studio e investigazione mettono in campo? Che garanzia di indipendenza offrono?

Senza voler far paragoni con gli Stati Uniti dove una rivista come "Consumer reports" vende cinque milioni di copie al mese o cove la "Consumer union" può pagare trecento ricercatori che "testano" millecinquecento prodotti ogni anno, è sufficiente gettare uno sguardo all'Europa per toccare con mano il nostro ritardo. In Germania l'Agv (Comunità di lavoro delle organizzazioni di consumatori) è presente in ogni land con i suoi uffici e il suo parere è obbligatorio e vincolante per le leggi in materia di consumo. In Inghilterra, la Consumer's association è nata addirittura nel 1957 e , pur non ricevendo alcun contributo pubblico, è indipendente dal punto di vista finanziario grazie ai versamenti dei soci e alle vendite delle sue riviste. In Belgio il »Consiglio dei Consumatori , costituito da rappresentanti delle quindici associazioni indipendenti, ha una funzione consultiva.

In Italia, anche se il 45,6 per cento dei cittadini si sente indifeso, secondo una recente indagine Eurispes, il 67,8 degli italiani non sa neppure che esistono le associazioni dei consumatori e soltanto il 5,3 si è rivolto ad esse per farsi proteggere. E soltanto colpa del consumatore distratto e supino o anche delle associazioni dei consumatori che, prigioniere di un eterno frazionismo, non sono in grado di dar vita a un organismo più rappresentativo con maggiore potere contrattuale e di controllo nei confronti del governo, del Parlamento, delle imprese?

La decina di associazioni più importanti, tra la quarantina nata come funghi in questi anni, fanno il loro lavoro con impegno e professionalità; Lubrano con il suo "Mi manda Lubrano" fa la sua parte e un serio lavoro svolge ogni settimana "Il Salvagente" che, in tempi di vacche magre per la carta stampata, è riuscito anche a incrementare le sue 45 mila copie: ma non basta. I buoni esempi - si sente dire - non impediscono »la nascita e l'attività di gruppi che agiscono in modo estemporaneo e senza l'indipendenza e le qualifiche necessarie . Come non può bastare la semplice denuncia davanti ai tribunali della Repubblica per dare sbocco a un confronto - produzione-consumo, servizio-utenza - che dovrebbe invece trovare la sua soluzione in un trasparente sistema di controllo e verifica e in una forte e credibile rappresentanza dei consumatori, il preventivo protagonista della difesa dei diritti del cittadino e del consumatore. Se non nascono soggetti che possano ricevere un riconoscimento formale, si rischia il f

allimento della tutela dei consumatori italiani e - come ha già avvertito la Bonino - non solo al di qua delle Alpi, ma anche in Europa »perché le direttive europee prevedono il mutuo riconoscimento delle associazioni da un Paese all'altro .

Allora, coraggio, consumatori d'Italia: unitevi!

 
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