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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Maurizio - 27 gennaio 1996
VITA - Il Caso - Asilo politico? Guai a chiederlo all'Italia - Intervista con Emma Bonino, Commissario Europeo per gli aiuti umanitari

Parliamo tanto di pace, ma se c'è un sacrificio da fare si storce il naso. Cosi abbiamo ospitato solo 60 mila fuggiaschi dalla ex Jugoslavia: Svezia e Svizzera ne hanno accolti il doppio, la Germania 420 mila. E ai media dico: non confondiamo immigrati e rifugiati.

La pace ha dei costi. Inutile nasconderselo. E l'accoglienza ai rifugiati è un punto essenziale di una politica realmente democratica, ma l'Italia sotto questo profilo non brilla certo. Ha un legislazione antica e macchinosa, che rende la solidarietà impossibile e ogni discorso sull'accoglienza vano, quasi beffardo. Il Commissario europea per gli aiuti umanitari Emma Bonino non vuole "sparare" sul nostro governo. Il suo ruolo istituzionale glielo vieta. Ma dalle sue parole, la critica a chi in questi anni doveva e poteva fare per questa particolare categoria di immigrati appare lo stesso durissima.

Sra Bonino, esaminando i dati si vede come l'Italia non sia tra i Paesi che hanno accolto un elevato numero di rifugiati fuggiti dal conflitto nella ex-Jugoslavia

Abbiamo ospitato nel corso del conflitto circa 60 mila rifugiati, mentre ci sono dei Paesi come la Germania, che ne ha accolti 420 mila, la Svezia 137 mila e addirittura la "fredda" Svizzera 118 mila, che hanno fatto molto di più. Da noi si fa un gran parlare di pace, di fermare la guerra, ma poi appena c'è un sacrificio da fare si storce il naso. Questi numeri mi sembrano una risposta eloquente. Come dire: viva la pace, purchè sian gli altri a sopportarne i costi. Così è troppo facile. Si tratta di un problema di mancanza di cultura, particolarmente grave per un paese come il nostro che per anni ha visto emigrare i suoi figli verso gli Stati Uniti, il Sud America, il Canada, Paesi dove in un modo o nell'altro si sono integrati.

Mancanza di cultura alla quale si aggiunge un quadro legislativo ormai vecchio, inadatto a fronteggiare le mergenze attuali.

Sono d'accordo, ma viene prima la questione culturale. Bisogna capire che solidarietà non vuol dire solo buoni propositi, ma impegno concreto, disponibilità al sacrificio di un po' del proprio benessere per dare una mano. Ed in tal senso un ruolo forte dovrebbero accontentare delle vicende del tipo Aladin (il bambino bosniaco senza una gamba che è stato operato in Italia - ndr), ma cercare di far capire a chi legge o che guarda come stanno veramente le cose, quali sono le necessità urgenti da affrontare. E una buona informazione servirebbe anche a evitare gravi confusioni, come quella tra immigrazione in senso lato e problema dei rifugiati, due questioni da distinguere chiaramente: il rifugiato è una persona che scappa dal suo Paese d'origine perchè minacciato nella sua incolumità, perchè non puo' esercitare liberamente i suoi diritti politici fondamentali, ed è un dovere per una democrazia garantirgli tutto il sostegno di cui ha bisogno. Qui parliamo di diritti fondamenti dell'uomo. Non esistono impostazion

i politiche diverse.

Ma all'attuale governo, o a quello che verrà, cosa chiederebbe?

Di affrontare finalmente la questione rifugiati. Di migliorare questa normativa ormai superata. Fino ad oggi poco è stato fatto, se si pensa che solo nel '90, con la legge Martelli, è stata introdotta la possibilità di riconoscere lo status di rifugiato anche ai non-europei. La stessa legge prevedeva centri di prima accoglienza per i rifugiati: dopo sei anni ne è stato istituito solo uno.

Un'Italia poco generosa ...

Si, anche se va detto che Paesi come la Francia o l'Inghilterra si sono comportati peggio di noi. Siamo "a metà classifica" nella graduatoria della generosità. Il che non mi consola affatto. E' diffuso da noi un senso generico di solidarietà, ma quando si tratta di fare un po' di spazio a chi viene da fuori, gli umori cambiano repentinamente. Ci sono paesi come la Svezia, molto più lontani, che non hanno con il popolo slavo le affinità che abbiamo noi, eppure senza alzare tanto la voce si sono accollati un peso molto maggiore di quello che siamo stati capaci di sopportare noi.

 
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