I consumatori alzano il tiro e il sindacato minaccia autoriduzioni
Sole 24ore 28/1/96 pag 5
ROMA - Chiarimento fallito. Sindacati e associazioni dei consumatori rifiutano in blocco le valutazioni fornite ieri l'altro dal Governo, secondo il quale la dinamica tariffaria si sarebbe mantenuta nel '95 saldamente sotto l'inflazione (4,3% contro il 5,4% del caro-vita). E contrattaccano ancor più duramente. Le associazioni dei consumatori forniscono ulteriori controdeduzioni, confermando la guerra di cifre dei giorni scorsi.
Mentre i leader sindacali hanno accettano l'invito dell'amministratore delegato della Stet Ernesto Pascale per un faccia a faccia (lo incontreranno domani) sulla rovente questione della manovra telefonica decisa dal Governo e poi congelata. Ma è tutt'altro che un segnale di disponibilità a trattare. I sindacati, anzi, minacciano: se il Governo non bloccherà tutte le tariffe '96, vigilando attentamente anche sui prezzi non direttamente amministrati, salterà l'accordo di luglio sulla politica dei redditi. Le conseguenze? Addio alla moderazione salariale e via agli scioperi già annunciati dal leader della Cisl Sergio D'Antoni. Senza escludere, aggiungono ora i sindacalisti, una iniziativa ancora più clamorosa: l'autoriduzione delle bollette.
L'accordo sulla moderazione salariale »è entrato in sofferenza - afferma il segretario confederale della Cgil Alfiero Grandi - visto che l'inflazione media reale del '95 è stata del 5,4% mentre i salari sono aumentati in media del 2,5% . E' possibile recuperarlo? Forse sì, ma occorre »innanzitutto congelare le tariffe nazionali e locali. Quindi sorvegliare attentamente l'andamento dei prezzi più significativi. Infine, sanzionare quelle aree produttive ma anche della distribuzione, in cui si possono annidare sacche speculative avverte Grandi. Anche perché questo sarebbe l'unico modo - aggiunge il numero due della Cisl, Raffaele Morese - per raggiungere l'obiettivo del 3,5% di inflazione programmato nel '96. Altrimenti »non resterà - incalza il suo collega della Uil Adriano Musi - che salvaguardare il potere di acquisto dei salari dall'inflazione reale ricorrendo allo sciopero e all'autoriduzione delle bollette .
Lo scontro sulle cifre, intanto, non accenna ad attenuarsi. i consumatori accusano: il Governo confeziona ad arte i parametri di analisi, illustrando cifre formalmente esatte ma non corrispondenti all'effettivo andamento della spesa a carico degli utenti. E in molti casi - sostiene in una nota l'Unione nazionale consumatori - le stesse manovre tariffarie sarebbero state studiate »per sfuggire alla rilevazione del tasso di inflazione .
Per i telefoni, ad esempio: da 5 anni il prezzo di uno scatto è di 127 lire, ma è diminuito - rileva l'Unc - il tempo di conversazione che forma lo scatto. O nell'elettricità: dal '93 la tariffa ordinaria del kwh è rimasta ferma a 159 lire, ma il nuovo meccanismo tariffario - sostiene l'organizzazione - tutela solo chi (sarebbero pochissimi) consuma meno di 2 mila kwh, mentre fa crescere del 45% la spesa di una famiglia con un consumo medio di 4.200.
Così per i trasporti urbani: l'abolizione della tessera di una sola linea o l'introduzione del biglietto a tempo - aggiunge l'Unc - non mutano il tasso di inflazione, ma l'aumento è »ingente . E anche per le autostrade: l'aumento medio dei pedaggi è irrisorio, ma »frutto della media fra aumenti consistenti per le tratte assai frequentate e invarianza per quelle non frequentate .
La contesa, intanto, sembra appassionare davvero tutti. Sulle bollette telefoniche un invito alla mediazione viene dal commissario europeo Emma Bonino: le tariffe devono essere riequilibrate »come conseguenza dell'apertura dei mercati , ma »gradualmente mentre sul processo deve prontamente vigilare la nuova Authority di settore. Un accorato appello all'Enel giunge, nel frattempo, dal ministro della Funzione pubblica Franco Frattini, che scrive direttamente al presidente dell'ente, Franco Viezzoli: prima di staccare la corrente ai morosi si verifichi con più attenzione l'effettivo stato di disagio, sociale ed economico, dell'interessato.