UNA VOCE ITALIANA PER L'EUROPAAiuti umanitari, diritti dei consumatori e delle donne: su questi fronti si batte Emma Bonino
(l'intervista è di Anna Bartolini, presidente del Comitato Difesa Consumatori)
Bruxelles, gennaio
Ha sempre quel piglio vivace e volitivo di quando era ragazza e faceva le battaglie per le donne. La differenza, a un attento occhio femminile, sta soprattutto nei capelli e negli abiti: ora è sempre ben pettinata e veste Armani. Refrattaria al formalismo, Emma Bonino è stata guardata con molta apprensione nell'ambiente di Bruxelles, dove la forma è regola di vita. La competenza dimostrata all'inizio del suo mandato quando è passata sotto l'esame del Parlamento Europeo, il suo modo diretto, senza fronzoli, anche duro di affrontare i problemi e gli avversari (ha subito fatto scintille con alcuni ministri della pesca dei Paesi del Nord) hanno conquistato molti. In molte nazioni del Sud, compresa la Spagna, la trattano come una diva, in altre come un avversario da combattere senza tanti complimenti.
Nata a Cuneo e laureata in lingue e letteratura straniera alla Bocconi di Milano, la Bonino. 47 anni, radicale da sempre, fu eletta per la prima volta alla Camera dei Deputati nel '76. E' nota per le sue campagne contro il nucleare e per la difesa dei diritti umanitari, oltre che per quelle femministe. E' stata parlamentare europea nel '79 e nell'84 e nel gennaio '95, con l'appoggio di Forza Italia, è stata nominata dal Governo italiano commissario per l'Unione europea, carica che ricoprirà per 4 anni. La sua competenza abbraccia i diritti dei consumatori, e anche gli aiuti umanitari, per i quali si muove dalla Bosnia al Ruanda, dal Canada al Mare del Nord.
L'abbiamo incontrata a Bruxelles, nel suo ufficio adorno di rose e mazzi di fiori ben disposti davanti a un'ampia vetrata, dalla quale si vede il cielo quasi sempre plumbeo del Belgio. »E' il sole che mi manca , dice Emma »e molto .
D. Malgrado l'incerta situazione politica, l'Italia gestirà fino a giugno la Presidenza del Consiglio dei Ministri dell'Unione europea. Come commissario, ha in programma qualche iniziativa rivolta direttamente alla donne?
R. Mi occuperò dei consumatori, prima di tutto, cittadini dell'Unione europea, 375 milioni di uomini e donne che hanno bisogno di essere informati, affinché siano in grado di proteggersi e di sfruttare tutte le opportunità offerte dal Mercato unico. Nel corso dei sei mesi di presidenza del nostro Paese, molte saranno le iniziative, non solo legislative, che vedranno la luce. Ad esempio, un Forum sui servizi finanziari che affronterà, tra gli altri, un tema su cui l'informazione è ancora molto lacunosa: le carte di credito.
D. A lei dobbiamo una nuova legge che ammette la pubblicità comparativa. Spot e manifesti spesso utilizzano la donna e il suo corpo. Quale pensa possa essere una pubblicità non accettabile per la dignità della donna?
R. Innanzitutto, come persona, ritengo di non dover subire una pubblicità che leda la dignità e che istighi alla violenza. Certamente la donna "bellona fatale o casalinga" che molti spot ci propinano è uno stereotipo che non corrisponde alla realtà. Peraltro, anche i maschi usati in pubblicità chissà dove li prendono, perché è certo che tutti questi Adoni in giro non si vedono. Come commissario europeo, ma soprattutto come consumatore, penso che si debba fare di più per arrivare a una pubblicità che dia finalmente informazioni concrete, che non faccia leva solo sulle emozioni ma che sappia parlare anche alla ragione. La direttiva cui lei accennava è un passo in avanti su questa strada: infatti la pubblicità comparativa, che sarà rigidamente regolamentata, fornirà al consumatore una maggiore quantità e una migliore qualità di informazioni sulle caratteristiche dei prodotti. Sono molto soddisfatta: l'arrivo anche in Europa della pubblicità comparativa, che negli Stati Uniti è da anni consentita, sarà un vantag
gio per i consumatori.
D. Essere donna in un organismo europeo dove sono tutti uomini le crea qualche problema?
R. Da quando sono arrivata a Bruxelles, quasi un anno fa, non ho trovato ostacoli, in quanto donna. Su venti commissari europei, è vero, siamo solamente in cinque, ma non mi sono mai sentita discriminata o isolata per questo. D'altronde, non si può certo dire che nelle istituzioni dell'Unione ci sono solo uomini o che solo gli uomini occupano posti di comando: anzi, possiamo essere soddisfatte perché le cose non stanno più così. Però ci sono solo due direttori generali donne su trentadue: è un dato che fa riflettere. Non posso pensare, infatti, che non si siano trovate, in nessun angolo d'Europa, altre tre o quattro donne, intelligenti e preparate, ma soprattutto "in carriera" e pronte a rinunciare a essere tutte "casa e famiglia". Ma è solo questione di tempo.
D. Secondo lei, le donne cosa hanno conquistato con l'Europa?
R. Europa significa sostanzialmente una legislazione non discriminatoria, che afferma la parità tre uomo e donna nella remunerazione, nella formazione, nella sicurezza sociale. Ma Europa è soprattutto quello spazio, sociale e culturale, in cui la parità dei sessi, secondo la quale ognuno è nel bene e nel male "persona", può finalmente entrare nella mentalità di tutti.
D. Molti ritengono che il Mercato comune non abbia facilitato il modo di fare la spesa, anzi. Che messaggio si sente di dare alla casalinga impegnata ogni giorno su questo "fronte"?
R. Io credo invece che nel semplice gesto quotidiano della spesa si comincino a misurare le conseguenze dell'introduzione del Mercato comune. Faccio un esempio. La libera circolazione dei beni, facendo arrivare nei negozi marchi stranieri, ha dato al consumatore l'opportunità di scegliere all'interno di una gamma più vasta di prodotti. La concorrenza, inoltre, ha migliorato la qualità e abbassato i prezzi di ciò che acquistiamo. Un vantaggio enorme per quel consumatore più informato, e dunque più responsabile, capace di fare le scelte più giuste, per la sua salute o per le sue tasche, che avrà più libertà in una società aperta al libero mercato. Ecco perché la politica dei consumatori, di cui sono responsabile, deve avere l'obiettivo prioritario di informare ed educare, per dare a tutti la capacità di valutare e quindi di scegliere in base ai propri gusti e alle proprie disponibilità economiche.
Certo, i problemi aperti sono molti e le soluzioni complesse. Prendiamo il caso delle etichette: spinti dalla necessità di fornire informazioni sempre più precise, stiamo trasformando le etichette in "certificati" lunghi e illeggibili che avvolgono i prodotti, di cui pretendono di spiegare il contenuto fin nei minimi particolari. E poi mi chiedo, e la stessa domanda faccio alle lettrici: siamo così sicuri che elencare i vari "cloro-qualcosa" aiuti il consumatore a capire? Per questo mi impegno per una semplificazione: alcuni strumenti già esistono e devono essere utilizzati più ampiamente. Per esempio, le etichette ecologiche con il simbolo della margherita sono un modello da seguire.
D. Veniamo ora a Emma Bonino in privato. Come ama impiegare il suo tempo libero?
R. Il mio tempo libero? Praticamente non ne ho!
D. Quando torna a casa la sera, come tutti, guarderà la Tv. Quali canali segue di preferenza?
R. Arrivo a casa solo molto tardi e mi resta ben poco tempo. Per quanto riguarda la Tv italiana, a Bruxelles si capta solo Raiuno e io rispetto la professionalità di Pippo Baudo, solo che francamente, alla quinta volta in cui vedo programmi tutti uguali, mi sento un po' nel "déjà vu". Se cerco notizie, guardo la CNN americana o la BBC inglese. Se cerco cose europee, guardo Euronews. Se cerco un buon film, guardo la BBC in tarda serata.
D. Legge romanzi o saggi? E in quale lingua?
R. Le lingue non mi danno problemi. Quella in cui leggo più volentieri è l'italiano, seguita subito dopo dal francese. Banalmente non amo i libri di sociologia e leggo pochi libri di politica. In compenso, un bel romanzo d'amore è per me un vero "babà", una ghiottoneria.
D. Se si dovesse dare un voto come a scuola, dopo un anno di lavoro istituzionale che voto si darebbe?
R. Zero in protocollo, ma mi darei la sufficienza in impegno. Un voto più scarso in termini di tolleranza e di insofferenza verso atteggiamenti vecchi e superati. Sono mesi di grande passione e cerco di dare il meglio di me stessa. Certo, ho ancora 4 anni di mandato e posso fare di più.