di Andrea Bonanni
Corriere della Sera pag 19
L'europeismo italiano, purtroppo, si ferma ai confini. Nonostante le promesse degli ultimi tre governi, le nostre frontiere intracomunitarie restano infatti presidiate dalla polizia perché l'Italia non è riuscita ad applicare gli accordi di Schengen sulla libera circolazione dei cittadini, che pure abbiamo ratificato. E gli italiani devono continuare a girare con il passaporto in tasca.
Questa ennesima inadempienza, è noto, amareggia particolarmente il professor Mario Monti, commissario responsabile per il mercato interno e la libera circolazione delle persone, che però non può intervenire perché quelli di Schengen sono accordi intergovernativi, che esulano dalla sua competenza.
Per smuovere le acque, l'altra commissaria italiana, Emma Bonino, ha proposto a Monti un' azione dimostrativa congiunta: i due commissari europei sarebbero dovuti arrivare in aereo a Fiumicino per qualche appuntamento di stato con le autorità italiane, rifiutarsi di esibire i documenti e farsi fermare alla frontiera dalla polizia. Niente di più lontano dalla personalità del professor Monti, flemmatico per indole e legalitario per cultura. Che infatti ha cortesemente ma fermamente respinto la proposta. Almeno per ora.
GUADAGNI - Quanto guadagnano gli alti burocrati comunitari? Troppo, secondo l'opinione del governo di Helsinki. Che infatti ha chiesto formalmente a Bruxelles di ridurre i salari almeno dei funzionari finlandesi per evitare che questi guadagnino più del loro primo ministro, Paavo Lipponen, il cui appannaggio mensile è di 17 milioni di lire.
RIFORME - Mentre in Italia non si fa che parlare di riforme costituzionali, il 29 marzo, a Torino, un vertice dei capi di governo europei aprirà la Conferenza intergovernativa (CIG), che dovrà avviare una profonda riforma costituzionale dell'Unione. Ma quanti, tra i 370 milioni di cittadini la cui vita sarà comunque toccata da questa riforma, ne sono al corrente? Pochi, risponde un sondaggio della Commissione di Bruxelles: nel dicembre scorso solo un europeo adulto su cinque era informato della convocazione della Conferenza e dei suoi obiettivi. Per gli italiani, che pure ospiteranno e presiederanno l'incontro, la media si alza leggermente: solo il 24% ha sentito parlare della CIG. In compenso, il 71% degli intervistati ritiene che le riforme discusse a Torino saranno importanti per la loro vita futura. Dallo stesso sondaggio risulta che gli italiani sono tra i meno convinti che il proprio Paese svolga un ruolo influente nelle decisioni comunitarie: ci crede solo il 32%. Molto più ottimisti di noi sono perfi
no gli abitanti del piccolo Lussemburgo: il 62% è infatti convinto che il governo del Granducato sia saldamente aggrappato al timone dell'Europa.