Gazzetta del Mezzogiorno, 11/2/96 pag 35Sono già stati stanziati seicento miliardi.
Il Commissario Ue, Bonino, prospetta l'ipotesi della riconversione produttiva.
TRANI - Fu una comunità di pescatori il primo nucleo di persone intorno al quale si sviluppò Trani. Probabilmente si trattava di antenati degli stessi che anche oggi animano l'antica insenatura naturale del porto con barche, reti e pesci, con la stessa passione per il mare ma di certo con problemi diversi.
Problemi che per i pescatori tranesi dell'ultima generazione, i pescatori del 2000, si concentrano nell'atavica mancanza del mercato ittico, nei fondi comunitari esistenti ma non utilizzati, e nel mancato arrivo dei contributi di denaro relativi all'emergenza colera ed al fermo biologico, per motivi diversi non ancora giunti a destinazione. E i rappresentanti dei circa 200 pescatori che operano nella nostra città, appartenenti alle diverse categorie della pesca (a strascico, pesce azzurro ecc.) hanno fatto presenti le diverse situazioni al Commissario italiano presso l'Unione europea, on. Emma Bonino: l'europarlamentare, che ha competenze particolari nel settore "pesca" per tutti i Paesi membri dell'Ue, era infatti presente a Palazzo San Giorgio nell'ambito del Consiglio generale del Movimento Pannella Riformatori.
La Bonino ha subito sottolineato come il settore sia in crisi in tutti i Paesi europei a causa dell'aumento delle flotte e della diminuzione naturale del prodotto, ma ha anche spiegato come in alcune realtà del nord del continente (Danimarca, Germania) si sia puntato sull'industria della trasformazione del pescato, cioè sul lavoro "a terra". In Italia, come al solito, si è ancora un po' indietro su questa linea e non vengono adoperati neanche i fondi a disposizione: per il Sud ci sarebbero circa 600 miliardi. Per la Puglia si parla di "fondo sociale" per la formazione (circa 7 miliardi) e "fondo pesca" per infrastrutture da realizzare appunto a terra, fondo che prevede interventi nelle unità territoriali di Trani, Molfetta, Giovinazzo, Bisceglie, Barletta, Manfredonia, S. Maria di Leuca e Lecce.
Trani, dunque. In verità qui non si è visto nulla. Come hanno evidenziato i pescatori intervenuti: Giovanni Tedeschi, Domenico Curci, e poi a turno dalle poltrone Michele, Pinuccio e gli altri. »Sono vent'anni che ci prendono in giro - hanno tuonato, riferendosi in particolare al mercato ittico mai realizzato -. Avevano cominciato a ristrutturare quel palazzo vicino alla Procura - hanno raccontato - ma poi lo hanno destinato ad uffici. E del mercato non se ne parla più. Per noi è un danno enorme . E i contributi? »Ai soci delle cooperative non hanno dato i contributi richiesti per il colera e per il fermo biologico. Come mai? Se andiamo al comune a chiedere qualche spiegazione ci mandano via. Non sappiamo a chi rivolgerci . Emma Bonino ha chiesto maggior coordinamento tra gli operatori e una migliore rappresentanza per trattare. »Non sto promettendo soldi - ha detto - perché i soldi sono già a disposizione. Mancano i progetti, manca il coordinamento fra Comuni, Regioni e gente .