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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Mauro - 27 marzo 1996
Intervista a Emma Bonino su l'Unità 2

»UN DECALOGO PER I CONSUMATORI

Un decalogo per il consumatore. Un prontuario per ricavare le informazioni più utili al fine di »ridurre il rischio di ammalarsi mangiando carne infetta. Emma Bonino, commissario della Unione europea per la Politica dei consumatori, avverte: »La scienza non ci aiuta, ma dobbiamo fare in modo che il pericolo sia ridotto . Una »cellula di crisi come ai tempi del metanolo. L'esilarante proposta britannica nel Trattato: un articolo sul benessere degli animali.

BRUXELLES. Dal decimo piano del Breydel, il palazzo che ospita la Commissione europea, Emma Bonino ha il compito di difendere anche gli interessi dei consumatori. E chi meglio di lei può chiarire in questi giorni così convulsi, con l'Europa percorsa dalle minacce del virus che rende pazze le mucche ma che potrebbe riservare un trattamento eguale all'uomo, i comportamenti dei cittadini? Ci si può difendere, e come, da quello che molti temono possa trattarsi di un nuovo flagello? Domande inquietanti, a volte angosciate delle famiglie, un diluvio di telefonate da parte delle associazioni dei consumatori sparse per l'Unione, pressioni delle organizzazioni. Sono calde le linee della Commissione specie dopo il balletto di riunioni, delle conferme e delle smentite sull'illegalità dei divieti sull'esportazione delle carni bovine dalla Gran Bretagna. E dopo l'estremo tentativo del governo di John Major perché il collegio presieduto da un piuttosto remissivo Jacques Santer si rimangiasse una decisione praticamente già

presa.

D. Emma Bonino, andiamo, tanto per cominciare, al concreto, al cuore del problema. Perché i consumatori è la chiarezza che chiedono, è la sicurezza sui loro acquisti che reclamano. Qual è, allo stato delle cose il rischio che si corre a causa del virus che ha colpito il bestiame d'oltre Manica?

R. La scienza non ci aiuta. Non è univoca. No, non aiuta. Gli inglesi hanno fatto sapere di avere nuovi elementi...Boh? Per ora la scienza dice che non si può provare ma non può nemmeno escludere. Ecco la situazione.

D. E allora, al cospetto di un responso così sibillino, che può fare l'Ufficio consumatori?

R. Domani (oggi, ndr.) spero che venga approvata una mia proposta: costituire subito un Gruppo, una specie di »task force composta dai vari servizi della Commissione per vedere se possiamo elaborare una sorta di decalogo per una politica di riduzione del rischio.

D. Quali sono le idee portanti di questa proposta?

R. Io penso che in presenza di un rischio che non si può quantificare - c'è chi dice che è minimo, altri sostengono che non c'è da preoccuparsi e così via - bisogna agire come se ci si preparasse per un viaggio in Africa, in zone dove esistono di fatto molti rischi. Nessuno può ritenersi protetto al cento per cento dalla malaria piuttosto che dall'ameba: per questa ragione, prima della partenza, ci si affida ad una lista di precauzioni, dal non bere l'acqua al non mangiare verdura cruda. Ecco, farei la stessa cosa di fronte al dilemma di questi giorni. Verificare se gli esperti sono d'accordo con la stesura di questo decalogo in modo da dare delle linee di comportamento ai consumatori. Ai quali va detto innanzitutto ciò di cui possono essere sicuri. Il panico si alimenta in maniera maggiore se si tace, se non si danno delle indicazioni. Qui ci telefonano e ci chiedono, per esempio, se il latte e i formaggi si possono consumare.

D. Ecco, diciamolo. Si può bere? Si possono mangiare?

R. Gli esperti dicono di sì. Non c'è alcun problema perché il virus incriminato viaggia attraverso altre proteine. Vede, il fatto è che bisogna finalmente cominciare a dire le cose come stanno. Mi hanno chiesto ancora: siamo in prossimità della Pasqua quando di norma si registra un'impennata nella domanda di ovini. Insomma, l'agnello. Ci sono rischi di contagio? La risposta è no. C'è sicurezza su questo. si tratta di informazioni che vanno classificate e offerte al consumatore.

D. Invece ci sarebbe bisogno di un messaggio di chiarezza. Può darlo, finalmente, l'Unione europea senza lasciarsi fuorviare dagli incredibili, e interessati, equilibrismi della Gran Bretagna?

R. Lo credo anch'io. Mica siamo in presenza, come è già accaduto in passato, della peste suina che uccideva soltanto i maiali punto e basta. Qui ci sono in gioco i consumatori, la salute umana e, se vogliamo, la psicologia dei cittadini. Dunque, a parte il Comitato veterinario, vanno mobilitati anche altri strumenti comunitari.

A cominciare dal Comitato per l'alimentazione. E poi, mantenendo il contatto con le varie associazioni dei consumatori: In Gran Bretagna la »Consumer Association , la più grande, ha attivato una linea verde telefonica che risponde ai quesiti dei cittadini. E' un'associazione, del tutto privata, che ha il doppio del mio bilancio. Io dispongo soltanto di 20 milioni di ECU (circa quaranta miliardi di lire, ndr.).

D. E cosa consigliano ai consumatori?

R. Per esempio che è meglio mangiare carne di muscolo. Ma stanno sfatando anche una serie di informazioni errate che circolano a causa del panico. Non è vero che la carne cotta sarebbe meno pericolosa di quella cruda: il virus sarebbe termoresistente. Non è vero che i prodotti tenuti in freezer sarebbero sani perché il virus non soccombe affatto alle temperature più basse. Ecco: il BSE non si sconfigge mettendo in circolazione notizie false e non verificate dal punto di vista scientifico.

D. E la commissaria Bonino quale messaggio invia ai consumatori europei?

R. Il messaggio è questo: cari consumatori, senza fare alcun allarmismo perché non è il caso, siamo in uno dei campi in cui la scienza non ci aiuta molto. Ad ognuno di noi e a tutte le istituzioni il compito di assumersi tutte le responsabilità e i rischi conseguenti. Per parte mia, ritengo doveroso mobilitare tutte le istituzioni. Mettere in piedi, se si vuole, una sorta di cellula di crisi, così come si fece ai tempi del vino al metanolo. Per vedere se è possibile fare questo benedetto decalogo sui rischi e avviare una campagna di rassicurazione dei consumatori.

D. Avremo questo decalogo presto? Entro una settimana?

R. Io spero anche prima. Ma vorrei evitare che si mettano in campo tre regole oggi, quattro domani, altre nei giorni seguenti senza alcun coordinamento. Questo non farebbe che accrescere la confusione. Un elenco che, indubbiamente, sarà da aggiornare.

D. L'importante è evitare anche che il comitato veterinario si riunisca un giorno e il giorno appresso creando scompiglio e sbandamenti...

R. Non so chissà quali nuovi elementi abbiano portato i britannici. L'unica novità che ho colto, in tre ore di ascolto della BBC è che in Gran Bretagna avrebbero verificato l'esistenza di altri tre casi di persone colpite dalla sindrome di Creutzfeldt-Jacob. Se queste sono novità rassicuranti...

D. Il ministro della Sanità britannica ha detto che non c'è nulla di cui preoccuparsi...

R. La verità è che questo balletto l'hanno cominciato proprio loro sin da quando, mercoledì scorso, hanno comunicato il dubbio sul possibile legame tra malattia del bestiame e quella dell'uomo dopo l'esame dei dieci casi accaduti ad Edimburgo.

Nessuno ha comunicato al commissario Fischler, nemmeno nel corso dell'ultima riunione dei ministri agricoli, il 9 marzo, che stava accadendo qualcosa. Non c'è stata alcuna comunicazione alla Comunità. Dunque che si vuole adesso? O si è stati precipitosi oppure si è stati seri è stato bene che gli altri partner abbiano assunto dei provvedimenti precauzionali. Ma io pongo un altro quesito su un problema che si sottovaluta.

D. E quale?

R. Ci si è chiesti cosa ne è delle 40 mila tonnellate di carne importata nel 1995 in Italia? Il divieto non copre la carne già presente nei territori europei. E allora che dobbiamo dire ai consumatori? Bene il divieto, ma a chi ha comprato la trippa e vuol sapere se rischia. Ecco perché insisto col dire che va fatta una politica di riduzione del danno.

D. Ma è un'azione che il governo britannico non gradisce affatto...

R. Sono davvero buffi. Ma come? La stessa British Airways comunica d'aver abolito dal menu di bordo la carne, Mc Donald's sin da venerdì scorso ha ritirato tutti gli hamburger, stessa cosa nelle scuole. E ci vengono a die che la carne devono mangiarla gli altri europei i quali dovrebbero continuare a importarla?

D. Qualcuno dice che a Torino, dopodomani, al summit che aprirà il negoziato sulla riforma delle istituzioni europee, la vicenda della "mucca pazza" potrebbe essere affrontata dai capi di Stato. E' possibile?

R. Mi auguro proprio che non avvenga e che a nessuno passi per la testa di trasformare un problema sanitario in fatto politico. Le strumentalizzazioni vanno evitate. Certo è davvero esilarante il fatto che nel »Libro Bianco del governo britannico sulla Conferenza intergovernativa l'unico sostanziale ritocco che chiedono per il Trattato è quello di prevedere un articolo sul benessere degli animali! Che tempismo...

 
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