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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Mauro - 29 marzo 1996
Il Messaggero pag. 8 Intervento di Emma Bonino

EMMA BONINO: MANGIAMO IL MUSCOLO, NON GLI OSSIBUCHI

Sulla "malattia della mucca pazza" non esistono, per ora, certezze scientifiche. Non sappiamo come, e se, si trasmette dai bovini agli umani, salvo che ciò non può essere escluso. Questo è il dato, non rassicurante, da cui bisogna partire.

L'unica strategia possibile, in questo quadro, è la riduzione del rischio. Bisogna agire in maniera analoga a quando ci si prepara per un viaggio in zone tropicali: poiché nessuno può ritenersi protetto al cento per cento dalla malaria piuttosto che dall'ameba, prima della partenza si stende una lista di precauzioni, come non bere acqua corrente o non mangiare verdura cruda. Nel caso specifico sembra accertato che siano da evitare cervella e midollo: niente ossibuchi, dunque. Meglio mangiare carne di muscolo. Per contro: non è vero che la carne cotta sia meno pericolosa di quella cruda. Lo stesso vale per la carne congelata. L'agente patogeno, il prione, resiste insomma alle temperature estreme. Secondo gli esperti, latte e formaggi sono sicuri, così come lo sono le carni ovine, di cui è prevedibile un'impennata nel consumo per le feste pasquali.

Sul versante istituzionale, invece, è evidente che non ci si può limitare alle riunioni del Comitato veterinario. Dentro la Commissione europea esistono anche altri strumenti, che vanno attivati subito, a cominciare dal Comitato per l'Alimentazione. Bisogna inoltre mantenere il contatto con le associazioni dei consumatori: la più grande di quelle britanniche, ad esempio, ha attivato una linea verde telefonica che risponde alle domande dei cittadini, fornendo proprio quei consigli pratici che ho citato sopra.

La mia idea, accolta dalla Commissione, è di creare una sorta di cellula di crisi, una task force composta dai vari servizi della Commissione stessa. Questa cellula deve stendere, al più presto possibile, una sorta di decalogo, una lista di consigli ai consumatori. Ci sono domande legittime alle quali occorre fornire prontamente delle risposte. Ad esempio, va benissimo l'arresto delle importazioni di carne bovina dalla Gran Bretagna, ma che ne è stato e che ne sarà delle carne della stessa origine che ha varcato le frontiere prima del bando e che probabilmente è già stata immessa sui mercati? E che dire dei 60 milioni di consumatori britannici ai quali deve andare tutta la nostra solidarietà ed il nostro sostegno? In attesa di indicazioni certe il consumatore europeo dovrà quindi decidere per sé, cosa forse possibile quando la cosa si limita alla bistecca ma il divieto imposto dalla Commissione riguarda i cosmetici. Per quest'ultima categoria, riguardo alla quale ho una responsabilità diretta, ho convocato p

er oggi il Comitato scientifico sui Cosmetici al fine di elencare una prima lista di prodotti coinvolti dal divieto.

Occorre insomma che le istituzioni sostanzino, senza ulteriori indugi, quella strategia di riduzione del rischio che, ripeto, è l'unica possibile nelle circostanze. Mi sembra che ciò che vada assolutamente evitato è la moltiplicazione sfrenata delle fonti di opinioni. Cosa che accrescerebbe la confusione nel consumatore, il quale si troverebbe davanti tre consigli oggi, quattro domani, cinque dopodomani, senza alla fine riuscire a farsi un'opinione sulla fondatezza di tali consigli, né sull'autorevolezza delle fonti da cui provengono.

 
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