BONINO: »TROPPE MINACCE INGLESI ALLA UE
Intervista ad Emma Bonino, commissaria europea per gli aiuti umanitari. L'esponente italiana alla Ue parla dei contrasti tra i partners e Londra sulla »mucca pazza e la pesca: »Gli inglesi - dice - non possono prevalere minacciando . Emma Bonino spiega l'impegno della Ue per le emergenze umanitarie nel mondo ed in particolare in Africa dove la comunità investe un terzo dei fondi destinati alle aree di crisi.
ROMA. Le grandi emergenze africane ed il contrasto tra i partners europei e Londra sulla »mucca pazza sono i temi dell'intervista a Emma Bonino, commissario europeo per l'aiuto umanitario che abbiamo incontrato a Roma ai margini del convegno promosso dalle Organizzazioni non governative, dalla Presidenza italiana e dalla Commissione europea sul tema: »Aiuto umanitario: un dovere per l'Europa .
D. L'Onu calcola che solamente nelle regioni occidentali del continente vi siano un milione e 400.000 profughi. Dalla Liberia continua la fuga...
R. »Sì, queste sono le dimensioni del problema dei rifugiati il cui numero cresce sempre più. E i paesi vicini a quelli in guerra, come ad esempio il Ghana, non vogliono ospitare altri profughi. Per quanto riguarda la Liberia abbiamo proposto di creare uno spazio sanitario-umanitario, una zona "inviolabile". Ma questa zona di sicurezza va protetta, e poi è difficile individuare gli interlocutori con i quali trattare. E non c'è una polizia umanitaria internazionale .
D. I paesi dell'Africa occidentale chiedono finanziamenti per rafforzare il contingente di pace.
R. »Vi sono molte perplessità sull'Ecomong al Palazzo di vetro, si tratta di preoccupazioni giustificate. Si torna dunque al problema della presenza di una forza multinazionale di "peacekeeping" che è diventato un grande tema di dibattito all'Onu.
D. L'Onu propone di creare una zona di sicurezza in Zaire, al confine con il Burundi...
R. »Innanzitutto occorre parlare con Mobutu e in Zaire vi sono le elezioni. Realisticamente occorrerà affrontare alcuni costi, economici e politici. E' giusto? E' il "meno peggio" riabilitare un gentile signore?
D. A proposito di aiuti quanto spende l'Europa?
R. »L'aiuto umanitario in Europa compare nel bilancio ordinario. Si tratta di una cifra pari, nel 1995, a 1500 miliardi di lire. Poi ci sono gli aiuti bilaterali su cui non sono molto documentata, anche perché alcuni paesi, Inghilterra, Danimarca, Olanda, ci forniscono molte informazioni mentre altri non lo fanno. L'Italia ha promesso che ora lo farà .
D. E quali sono le priorità individuate dall'Unione Europea?
R. »Grossomodo un terzo del bilancio viene destinato alla ex-Jugoslavia, un altro terzo alla zona africana dei Grandi Laghi, cioè Ruanda e Burundi, il 10% va alle repubbliche caucasiche dove siamo riusciti a prevenire una situazione catastrofica. E la prevenzione ha funzionato. E c'è un 10% che continuiamo a destinare alle "crisi dimenticate", dall'Afghanistan, all'Irak, Liberia, alla Somalia, al Sudan... Sono zone instabili e l'aiuto umanitario arriva con difficoltà .
D. Veniamo ai temi all'ordine del giorno in Europa. Gli inglesi pretendono la revoca del bando che vieta le esportazioni di carne. Che ne pensa?
R. »Beh, ogni paese può scegliere liberamente le sue tattiche. Resta da vedere se si tratta di strategie produttive oppure no. A mio avviso l'ostruzionismo inglese su tutti gli affari comunitari è controproducente. C'è il rischio che anche gli altri Stati si irrigidiscano. A nessuno fa piacere che ci sia il bando, ma il problema è comunitario, il consumo di carne è crollato ovunque. Se non si trova una soluzione a partire dal Consiglio Agricolo, lo scontro si potrebbe aggravare. Gli altri Stati dicono agli inglesi: voi bloccate i dossier che interessano a noi e in compenso, ad un mese dall'inizio della crisi, non definite un piano adeguato .
D. Intanto si è aperto un contrasto con Londra anche sulla pesca. I britannici non intendono limitare la loro quota...
R. »Prevalgono a Londra ragioni di politica interna, elettorali, l'antieuropeismo diventa un cavallo di battaglia. Ho presentato un piano che prevede la riduzione della pesca, per il semplice fatto che non ci sono più pesci. Il piano è in discussione da marzo, non da ieri. Abbiamo fatto 35 conferenze regionali.
D. I rischi sono insomma notevoli...
R. »Il rischio è il mancato funzionamento delle istituzioni europee. Nei due ultimi consigli 13 documenti sono stati bloccati dal veto inglese. Non si decide su questioni molto lontane dal caso "mucca pazza". Gli inglesi non presentano un piano e i governi europei devono fare i conti con l'opinione pubblica .