La verità su alcuni luoghi comuni a proposito delle spadare.
D. 1 - Perché l'Unione Europea impone alle proprie flotte degli obblighi che non vengono rispettati dai battelli da pesca extra-europei?
R. 1 - E' effettivamente possibile che pescherecci battenti bandiera di un paese terzo possano utilizzare reti da posta derivanti di lunghezza superiore a 2,5 Km.
Occorre pero' non sopravvalutare il problema.
Attualmente i battelli delle flotte giapponesi o coreane che operano nel Mediterraneo pescano esclusivamente utilizzando altri attrezzi, ed in particolare i palangari. Durante la recentissima campagna di controlli in Mediterraneo, la nave noleggiata dalla Commissione, il Northern Desire, ha incontrato un solo battello coreano, che pescava, appunto con la tecnica del palangaro.
Per quanto riguarda invece i paesi terzi rivieraschi in Mediterraneo, é intenzione della Commissione sviluppare nel prossimo futuro contatti bilaterali ed ulteriori iniziative per promuovere il controllo dell'attività di pesca nelle acque internazionali.
D. 2 - Perché per situazioni e problemi simili al di fuori del Mediterraneo non si agisce con il medesimo rigore?
R. 2 - La proposta della Commissione del 1994 per il divieto totale, a termine dell'uso delle reti derivanti é applicabile a tutte le zone di pesca, ed esclude unicamente la pesca costiera di specie di piccola taglia. Questa eccezione sarebbe comunque valida anche per il Mediterraneo.
Per quanto concerne i controlli, la Commissione ha invece operato molto prima in Atlantico. Già nella stagione di pesca 1995 la Commissione ha potuto misurare i progressi compiuti, ai quali ella ha contribuito in maniera significativa. Si é cosi' constatato che la soglia massima dei 2,5 km é stata largamente rispettata in Atlantico.
Per il mar Baltico il problema é di natura differente, poiché l'attività con questo tipo di reti implica problemi molto minori di catture accessorie.
Tenendo pero' conto dei problemi legati alla conservazione della specie oggetto di cattura, ovverosia il salmone, anche per il Baltico la proposta della Commissione di divieto totale delle reti derivanti trova piena giustificazione.
D. 3 - Perché viene frequentemente affermato che la regolamentazione applicabile alle reti derivanti é fatta da persone che non conoscono le realtà del Mediterraneo ?
R. 3 - La Commissione consulta sistematicamente il Comitato Scientifico Tecnico ed Economico e della Pesca (C.S.T.E.P.), nel quale tutti gli Stati membri, Italia compresa, sono rappresentati.Il C.S.T.E.P. é stato consultato a proposito delle reti derivanti nel 1990, nel 1993 e nel 1995. Tre gruppi di esperti sono stati convocati nel 1992, e successivamente, due volte nel corso del 1995. Nel Gruppo di esperti che si é occupato dello studio di problemi riguardanti il Mediterraneo, l'Italia era evidentemente rappresentata.
E' indubbio che in seno ad un gruppo scientifico di esperti é assai difficile che posizioni e punti di vista individuali vengano integralmente accettati. Occorre tuttavia considerare la levatura degli esperti presenti in rappresentanza degli altri Stati membri e tenere presente che le riunioni di questo tipo di gruppi hanno come scopo proprio quello di ottenere una visione di insieme dei differenti problemi.
(E' comunque un dato acquisito il fatto che per il Mediterraneo sia assai piu' difficile, rispetto ad altre regioni, ottenere informazioni e dati precisi, e pareri convergenti tra gli esperti).
Altri Stati membri mediterranei (Spagna, Grecia), che non possono certo essere accusati di scarsa conoscenza della zona, hanno avanzato, d'altro canto, delle proposte molto piu' dure e restrittive, rispetto a quelle della Commissione per quanto concerne le reti derivanti.
La regolamentazione attuale per il Mediterraneo (che ha fatto seguito a dei tentativi interni in Italia per ottenere l'eliminazione delle grandi reti derivanti), é stata approvata nel 1991 con l'accordo pieno dei quattro Stati membri mediterranei (tra i quali l'Italia).
D. 4 - E' vero che gli ambientalisti dettano ormai legge in materia di pesca?
R. 4 - Facendo un confronto tra le posizioni assunte dalle associazioni ambientaliste e le proposte ed analisi della Commissione, é facile rendersi conto che su ogni dossier esaminato la Commissione ha cercato di prendere in considerazione tutti gli elementi di volta in volta a sua disposizione e non solamente gli aspetti di carattere ambientale.
La Commissione condivide appieno le analisi degli ambientalisti circa la necessità di una seria politica di conservazione delle risorse, al fine di proteggere l'avvenire della pesca. Essa pero', analizza contemporaneamente alle argomentazioni di tipo scientifico e biologico, anche i risvolti sociali ed economici.
Ogni problema viene cosi' affrontato cercando di privilegiare soluzioni progressive, quando cio' sia possibile senza correre rischi maggiori.
L'analisi della Comunicazione della Commissione sulla pesca con le reti da posta derivanti, fatta nel 1994, dimostra, senza ombra di dubbio, l'attenzione posta nel prendere in considerazione tutti gli aspetti del problema.
D. 5 - E' vero che la ristrutturazione della flotta delle "spadare" comporterà il ritiro definitivo dall'attività di pesca di 677 imbarcazioni e la perdita di 3500 posti di lavoro?
R. 5 - Il problema delle reti da posta derivanti é in Italia un problema di natura complessa, per le differenti implicazioni che esso comporta. Quelle di tipo ambientale sono state già esaminate, ma come detto, la Commissione non ha mai trascurato gli aspetti economici e sociali, tanto meno intende farlo per un'attività che si svolge quasi interamente all'interno delle regioni meridionali italiane quelle comprese nell'Obiettivo 1 dei Fondi strutturali.
Cio' significa che saranno prese in considerazione diverse opzioni nell'ipotesi della ristrutturazione della flotta delle "spadare", tenuto conto, soprattutto, della bassa redditività dell'attività realizzata con reti di 2,5 km.
Un Gruppo tecnico misto Commissione-Amministrazione italiana ha studiato in dettaglio la situazione della flotta "Spadare". I risultati dei lavori del Gruppo saranno a breve resi noti dalle Autorità italiane, ma é possibile anticipare che saranno prospettate diverse possibilità ai pescatori che dovessero rinunciare all'uso delle reti derivanti: pre-pensionamenti, ritiro dall'attività di pesca, riconversione verso una nuova attività.A tale scopo l'Unione Europea intende mobilizzare, oltre agli aiuti finanziari già previsti nei Programmi di intervento per il settore della pesca (a titolo dello SFOP - Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca), mezzi finanziari aggiuntivi a titolo degli altri strumenti strutturali di intervento come il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale ed il Fondo Sociale Europeo.