Especialidad de Derecho ComunitarioCentro de Enseñanza Superior San Pablo (C.E.U.)
note dell'intervento di Emma Bonino
Sono particolarmente lieta di partecipare alla consegna dei diplomi agli studenti di diritto specializzati in diritto comunitario e ciò non solo per il fatto che questa cerimonia mi dà l'occasione di ritornare in Spagna - Paese a me caro e che ho avuto l'occasione di conoscere meglio in questi ultimi tempi in ragione delle mie responsabilità nel settore della pesca - ma anche perché credo che il diritto abbia costituito e costituisca ancora l'autentico elemento catalizzatore della costruzione comunitaria.
Quando, quarant'anni fa, fu fondato il "Mercato comune" niente lasciava realmente presagire che da tale creazione ne sarebbe derivata un'organizzazione giuridico-politica dal funzionamento quasi federale. Sul piano formale l'atto di nascita della Comunità europea è un trattato internazionale non diverso da altri trattati e, sul piano sostanziale, le istituzioni create dal Trattato di Roma sembrano rispondere soprattutto alla preoccupazione dei negoziatori di discostarsi dal modello sopranazionale e federalista incarnato dalla CECA e respinto con la CED.
Il potere di decisione veniva infatti conferito ad un Consiglio di ispirazione intergovernativa, formato dai rappresentanti degli Stati; la Commissione, organo indipendente, si vedeva attribuito un semplice potere di proposta, mentre l'Assemblea parlamentare non era altro che un foro di discussione sprovvisto di reali poteri. Certo, era prevista una Corte di giustizia, destinata ad assicurare il rispetto del diritto nell'applicazione del trattato, ma niente sembrava indicare che essa avrebbe avuto un ruolo diverso da quello, puramente sussidiario, di altri tribunali internazionali immersi in un universo retto dalla diplomazia e dalla realpolitik.
In realtà è stata proprio la Corte di giustizia, l'istituzione più discreta del sistema comunitario, ma anche la sola a detenere un potere di decisione supremo ed indipendente dagli Stati membri, che ha gettato, sin dai primi anni sessanta, le basi di un sistema giuridicoistituzionale di tipo federale senza cui la Comunità europea non avrebbe potuto raggiungere il livello di integrazione che noi oggi conosciamo.
Non voglio qui ricordare nei dettagli l'importanza ed il carattere innovativo di una giurisprudenza che voi conoscete bene, ma pensate cosa sarebbe oggi l'Unione europea se la Corte non avesse affermato trent'anni fa (sentenza Costa c. ENEL del 1964) il primato del diritto comunitario sul diritto nazionale in caso di divergenza tra le due norme; in pratica l'uniformità e la coerenza del diritto comunitario sarebbe stata rapidamente erosa dalle diverse legislazioni nazionali.
Allo stesso modo, un anno prima (sentenza Van Gand & Loos del 1963), affermando il principio dell'effetto diretto del diritto comunitario, la Corte conferiva ai singoli il diritto di potersi prevalere delle disposizioni del trattato dinanzi ai giudici nazionali, chiedendo a questi ultimi di provvedere ad assicurarne il rispetto. Il diritto comunitario si discostava così dal diritto internazionale classico secondo cui le disposizioni di un trattato possono essere invocate nelle relazioni tra gli Stati firmatari e non da un singolo cittadino all'interno del proprio Paese.
Sono sentenze come queste che, anche se hanno fatto gridare taluni al "putsch giuridico" e al "governo dei giudici", hanno in realtà consentito al diritto comunitario di divenirel'elemento federativo e l'autentico motore dell'integrazione europea.
Attraverso l'applicazione dei due principi del primato e dell'effetto diretto del diritto comunitario così come attraverso il controllo della conformità delle legislazioni nazionali con la normativa comunitaria (attraverso il meccanismo del rinvio pregiudiziale), la Corte di giustizia ha in realtà costituzionalizzato il Trattato di Roma, conferendo così alla Comunità quei tratti federali che la contraddistinguono da ogni altra organizzazione internazionale.
Ma non è tutto. Al di là delle sue implicazioni istituzionali, che pure sono state di grandissimo rilievo, la giurisprudenza della Corte di giustizia e più in generale l'attività dei giuristi che si sono occupati di diritto comunitario, come avvocati o come giudici, ha avuto il grandissimo merito di avvicinare i cittadini alle istituzioni comunitarie e più in generale all'Unione europea.
La gente si è sempre più resa conto che l'Unione europea ed il diritto comunitario non sono nozioni astratte e complicate, che interessano esclusivamente il mondo politico o i grandi operatori economici, ma cose molto concrete che riguardano il comune cittadino nelle sue attività quotidiane. Chi acquista un bene da un venditore che si reca al suo domicilio, chi firma un contratto che contiene delle clausole abusive o viene discriminato sul lavoro a causa del proprio sesso trova nel diritto comunitario una tutela immediata e molto concreta.
Sono cose come queste che possono radicare nella gente la consapevolezza dell'appartenenza ad una comunità più vasta di quella puramente nazionale, facendo sì che il cittadino spagnolo, francese ed italiano si senta anche, almeno in parte, cittadino europeo.
In quanto giuristi, esperti di diritto comunitario, il vostro principale impegno è quello di assicurare che i singoli cittadini possano beneficiare pienamente dei diritti che il legislatore nazionale e quello comunitario hanno inteso accordare loro. So bene che non è vostro compito fare opera pedagogica; nondimeno, penso che ciascuno di noi, quale che sia la sua attività, abbia un diritto-dovere di trasmettere agli altri il frutto delle proprie conoscenze e delle proprie esperienze ed in tale senso vi invito, nel corso della vostra attività professionale che vi auguro ricca di successi, a fare un po' di "propaganda" per l'Europa ricordando ai vostri interlocutori che a fronte dei molti diritti e vantaggi che l'Unione europea accorda a tutti noi, non ci si deve poi troppo lamentare se, qualche volta, essa ci impone degli oneri, dei doveri. Senza tale indispensabile contropartita non vi è infatti società o organizzazione che possa sopravvivere.
Vi ringrazio nuovamente per l'invito e vi auguro di tutto cuore un'attività professionale ricca di soddisfazioni.