Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
gio 06 mar. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Mauro - 15 luglio 1996
Sprechi. Drammatico rapporto del commissario Ue, Emma Bonino

Il Mattino 14 luglio 1996, pag. 11

FONDI COMUNITARI: ITALIA ULTIMA

60.000 miliardi disponibili. Ma di questa cifra, a metà maggio, l'Italia aveva speso appena il 7,6%. Del Fondo Sociale Europeo utilizzato solo il 3%. Un problema di informazione e di incapacità.

ROMA. La Commissione europea non è più disposta a concedere proroghe all'Italia per l'utilizzo dei fondi comunitari. Lo dice, chiaro e tondo, uno dei due commissari italiani di Bruxelles, Emma Bonino. »Non è più possibile sperare in ulteriori proroghe per i programmi relativi al periodo 89-93. Né si può cominciare a sperare di usufruire di eventuali proroghe per spendere i fondi stanziati nel Quadro Comunitario di Sostegno 94-99 . Quindi, bisogna rimboccarsi le maniche, fare i progetti, presentarli e ottenere i soldi. Altrimenti? »O si adottano al più presto soluzioni alternative, al fine di assicurare una corretta gestione dei fondi - spiega la Bonino - o bisogna rassegnarsi ad accettare che all'Italia sia assegnato, nella nuova programmazione dei fondi strutturali, un ruolo di secondo piano. E perciò, minori cofinanziamenti .

E' di due giorni fa l'aspra rampogna mossa dalla Commissione europea, presieduta da Jacques Santer, all'Italia, fanalino di coda nell'utilizzo dei fondi europei. Destinati, soprattutto, alle aree depresse del Mezzogiorno. A metà maggio il nostro Paese aveva speso appena il 7,6% degli oltre 60.000 miliardi che, tra fondi comunitari nazionali e privati, sono stati stanziati dal nuovo programma, in scadenza nel 1999. Perfino la Grecia ha fatto meglio, raggiungendo il 17%. Per non parlare di Portogallo e Spagna, che hanno già speso il 23% di quanto messo a disposizione. Ciò per quel che riguarda i programmi regionali. Le cose vanno un po' meglio per quelli multiregionali, dove la capacità di spesa italiana ha toccato il 17%. Ma per il Fondo Sociale Europeo siamo ancora all'anno zero, inchiodati alla soglia del 3%.

»Una prima, possibile risposta al problema dei fondi strutturali - ribadisce il commissario europeo - è già stata indicata a Bruxelles dal sottosegretario al Bilancio, Sales. Che ha presentato, nei giorni scorsi, un piano in base al quale è previsto il commissariamento automatico delle amministrazioni, sia nazionali che regionali, colpevoli di cattivo utilizzo delle risorse europee. E l'automatica riprogrammazione delle stesse . Insomma, Emma Bonino è d'accordo con l'idea di nominare "commissari ad acta", per sostituire i centri di spesa inadempienti, »ma da sola questa misura servirebbe a poco - aggiunge - perché dovrà essere accompagnata da una revisione di tutta la legislazione, nazionale e regionale, sui fondi strutturali . Perché , è inutile nascondersi dietro un dito, c'è anche un problema di difficile integrazione tra la legislazione italiana e quella comunitaria, come hanno giustamente rilevato alla presentazione del Rapporto Svimez sia l'economista Paolo Baratta, ex ministro dei Lavori Pubblici, sia

il direttore della Cassa Depositi e Prestiti, Maria Teresa Salvemini. »Finché lo Stato italiano non si doterà di strumenti normativi più efficaci e veloci - sottolinea la Bonino - sarà arduo garantire un'efficiente utilizzo delle risorse comunitarie .

Non è affatto un caso che proprio venerdì il superministro dell'Economia, Carlo Azeglio Ciampi, abbia avviato una "rivoluzione" nel sistema di assegnazione delle risorse, privilegiando le amministrazioni, centrali e locali, capaci di presentare progetti finanziabili, invece di mettere in bilancio poste contabili, che poi non sono utilizzate e finiscono a residui passivi.

Quali sono, allora, le proposte che il commissario italiano a Bruxelles avanza per uscire da quello che sembra, almeno a prima vista, un vicolo cieco? »Innanzitutto sarebbe giusto predisporre un piano che fissi le principali scadenze, trascorse inutilmente le quali scattino automaticamente meccanismi di riprogrammazione della spesa. E poi, mettere a punto più progetti di quelli finanziabili, in modo da averne a disposizione nel momento in cui sono disponibili le somme di cofinanziamento comunitario .

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail