Corriere della Sera 14 luglio 1996, pag 17
BONINO: »VACCA PAZZA? MAI PIU'
»Trasparenza e informazione potrebbero evitare il ripetersi di crisi come quella dell'encefalite bovina .
»Anche i consumatori devono entrare a far parte degli organismi comunitari che effettuano i controlli
BRUXELLES - Dalle stelle nella bandiera dell'Ue alle stalle delle »vacche pazze . La frase sintetizza bene la posizione di Emma Bonino, commissario europeo, responsabile per la politica dei consumatori, della pesca e degli aiuti umanitari, sulla vicenda dell'encefalite spongiforme bovina. »Viviamo in un periodo in cui abbiamo una tale quantità d'informazioni che non creano più opinioni , dice.
Lei, però, un'idea chiara sul ruolo del consumatore ce l'ha: la chiave di una sua migliore protezione sta nell'indipendenza e la trasparenza dei controlli, ma anche in una sua partecipazione diretta al circolo di mercato.
D. C'è una polemica che sta investendo la Commissione Ue. E' vero che nel '90 si volle minimizzare la gravità della malattia della mucca pazza? Che si nascose la verità per proteggere i mercati?
R. »La ricostruzione che abbiamo fatto, e che il presidente Jacques Santer presenterà al Parlamento di Strasburgo la prossima settimana, è che esiste una nota di un funzionario del servizio dei consumatori dell'epoca, fatta mentre assisteva a una riunione del comitato veterinario. Una riunione della quale non abbiamo trovato le registrazioni, che non è mai stata protocollata, e che non è mai salita a livello di gabinetto. Il Commissario di allora, Karel Van Miert, non ha mai avuto nozione di questo rapporto. E il collega Franz Fischler (l'attuale commissario all'Agricoltura, ndr) ci ha detto che un mese dopo, nel novembre 1990, è stata organizzata una conferenza scientifica pubblica sulla Bse. Insomma: non possiamo dar credito al fatto che la Commissione abbia cercato di soffocare un dibattito che poi è stato fatto pubblicamente un mese dopo .
D. Durante questa vicenda quali sono stati gli ostacoli maggiori con i quali lei ha dovuto scontrarsi?
R. »All'inizio della crisi il più grosso è stato quello di non riuscire ad avere una percezione complessiva, globale del problema che non era solamente veterinario ma che aveva attinenza con la salute pubblica e poteva creare atteggiamenti di fiducia o sfiducia dei consumatori .
D. Concretamente che cosa ha fatto?
R. »Il primo passo lo abbiamo compiuto con la creazione di una task force interservizi, il cui obiettivo principale è quello di tutelare la salute e garantire l'informazione, task force che è presieduta dai consumatori. La seconda iniziativa è stata la dichiarazione della Commissione, approvata a Firenze, sull'impegno per la protezione e la fiducia del consumatore. Infine, abbiamo deciso l'istituzione di un comitato multidisciplinare che allarga lo spettro del dibattito includendo, per esempio, anche un esperto di cosmesi, visto che uno degli elementi a rischio è la pelle oltre che il cibo .
D. Una corretta informazione può limitare secondo lei il rischio di trovarsi di nuovo davanti a una crisi come quella della mucca pazza?
R. »In qualsiasi situazione la trasparenza e l'informazione male non fanno. O comunque fanno meno male della reticenza. Quello della Bse è un settore in cui la scienza non ha una risposta univoca e non è di un aiuto risolutivo. Da questo dato nasce un'esigenza della Commissione per incrementare tutti i possibili spazi di ricerca .
D. Si è parlato molto di controlli. In un recente intervento lei ha spiegato che certi organismi spesso sono più attenti agli interessi dei produttori che dei consumatori. Che cosa vorrebbe cambiare?
R. »In quasi tutti gli Stati membri, i controlli dipendono dal ministero dell'Agricoltura o da quello dell'Industria. In Italia dal ministero della Sanità. Per una volta abbiamo un esempio che potrebbe servire da guida per gli altri .
D. Ma secondo lei non basta...
R. » Chiederemo alla Commissione di dar vita a un istituto di controllo indipendente che non sia alle dirette dipendenze di uno dei settori produttivi e del quale facciano parte anche i consumatori .
D. Con quale obiettivo?
R. »Oggi non sappiamo quando i controlli vengono effettuati, in quale punto della catena alimentare avvengano, quali siano i risultati e le iniziative conseguenti .
D. Quindi rivedere i controlli potrebbe essere un modo per riconquistare la fiducia dei consumatori?
R. »Certo. La trasparenza è essenziale, la fiducia non si decreta per legge. E rivedere la parte dei controlli nelle sue dinamiche è una delle garanzie per i consumatori .
D. Che cosa pensa della politica agricola comunitaria?
R. »A ottobre organizzeremo una conferenza dei consumatori sul problema alimentare. In quella sede sottolineeremo anche quali riflessi hanno secondo noi le decisioni prese nel settore agricolo. Sarà pur vero che certe sostanze non sono nocive. Ma che ci portano di più? Quale vantaggio ha il consumatore nel caso di bestiame allevato con il metodo dei polli? Un altro dei settori di cui mi occupo è quello dell'acquacoltura: il salmone allevato come una sardina... A che serve? Insomma, penso che sia giunto il momento di dare un'occhiata al nostro modo intensivo di produrre. Mettendoci, una volta tanto, dalla parte del consumatore .