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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Maurizio - 25 luglio 1996
E Washington rinuncia a far scattare l'embargo

IL SOLE 24 ORE, pagina 9

di Stefania Pensabene

NEW YORK - Tra Italia e Stati Uniti e pace latta sulla pesca con le spadare. Il piano di riconversione del settore varato dal Governo italiano e finanziato in buona parte dalla Ue elimina di fatto il pericolo del bando alla Frontiera americana di 1,2 miliardi di dollari (1.800 miliardi di lire) di merci italiane, tra cui gioielli di corallo, perle e madreperle. "Gli americani hanno già espresso la loro soddisfazione per il progetto di riconversione che porterà all'eliminazione totale delle spadare entro il I 998 - ha spiegato il commissario Ue alla Pesca, Emma Bonino, "architetto" del piano di riconversione e in questi giorni negli Usa per seguire da vicino gli ultimi passi di una procedura che ha permesso di evitare il più grave confronto commerciale tra Italia e Usa degli ultimi anni -. L'accordo c'è, ora manca solo l'espletamento delle ultime procedure burocratiche".

Una nota diplomatica del Governo italiano, con il contenuto del piano di riconversione già visionato e approvato dall'ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, Reginald Bartholomew, è in viaggio verso Washington. Per i prossimi giorni, entro la scadenza prevista del 28 luglio per raggiungere un accordo politico che eviti le sanzioni, è attesa la risposta americana: una nuova nota diplomatica in cui gli Usa prendono atto del piano e lanno sapere di soprassedere al bando sul "made in Italy".

Per quanto riguarda poi il futuro del piano di riconversione delle spadare italiane davanti alle autorità di Bruxelles che ne cofinanzieranno la realizzazione, il progetto è già stato presentato dalla Commissione al Consiglio che non lo ha ancora preso in esame, aggiunge la Bonino. Ma tutto sembra far prevedere un rapido via libera, dato che la Ue ha già assicurato la sua piena collaborazione. L'unica incognita è ora rappresentata dagli ambientalisti americani, che se non riterranno soddisfacente il piano potrebbero tornare all'attacco nei tribunali americani con un nuovo ricorso contro Washington.

Proprio costoro avevano infatti innescato la procedura che avrebbe potuto portare alla messa al bando di 1,2 miliardi di dollari di merci facendo causa al Governo americano con l'accusa di aver deliberatamente evitato di rieonoscere le infrazioni al diVielo internazionale alle spadare commesse dai pescherecci italiani. L'ordine esecutivo firmato il 18 marzo scorso dal giudice Thomas Aquilino della Corte per il commercio internazionale di New York aveva dato ragione agli ambientalisti, aprendo ufficialmente la strada alla possibilità di sanzioni che sarebbero scattate a metà settembre in assenza di una soluzione al problema.

Lo spettro di un embargo su una quota importante delle nostre esportazioni negli Usa hamesso cosi' l'accento su un comparto della pesca italiana da tempo al centro di polemiche per l'uso di reti ben più lunghe del limite di 2,5 chilometri imposti dai trattati internazionali. La campagna di controlli recentemente portata avant dal Governo italiano e fortemente caldeggiata dalla stessa Bonino ha portato risultati inequivocabili: Su 55 ispezioni, sono state accertate 55 infrazioni - aggiunge la Commissaria -. Questo ha convinto Roma della necessità di un serio piano di ristrutturazione delle spadare e ha fatto cadere l'illusione della possibilità di una deroga fino a 9 chilometri dei limiti esistenti alla lunghezza delle reti.

 
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