"L'inflazione italiana scende, ma le banche italiane tardano ad adeguare i tassi di interesse bancari. Il Parlamento fissa a norma di legge il tasso anti-usura, ma oggi le banche dichiarano che il 3 per cento dei crediti da loro concessi sul mercato bancario risulterebbe superiore al tasso-soglia fissato dal Ministero del Tesoro.
Ora, quando vi fu discussione sulla fissazione per legge, in Italia, del tasso anti-usura, io stessa avevo dichiarato la mia perplessità nei confronti di un intervento legislativo di "irrigidimento" del mercato del credito. Continuo infatti a credere che il flagello dell'usura si combatta con sistemi efficaci di prevenzione e di controllo e non solo con armi legislative.
Tuttavia, il contesto di quest'ultima dichiarazione dell'ABI, che ribatte alla richiesta del Ministro del Tesoro di abbassare i tassi di interesse, mi induce a considerare la questione sotto una diversa luce: non sarà che il sistema bancario italiano sia costretto a compensare, con prezzi elevati dei servizi, il suo ritardato adeguamento strutturale?
Leggo che si parla di 3O.OOO esuberi di personale: perché gli utenti italiani di servizi bancari, consumatori individuali o piccoli imprenditori, sono ancora costretti a scontare la prolungata chiusura del mercato creditizio italiano ed il ritardo del nostro sistema bancario ad uniformarsi alle nuove condizioni di concorrenza?
Ancora: constato da uno studio attuato recentemente dal Comitato Difesa Consumatori, che la trasparenza del sistema bancario italiano lascia ancora a desiderare. Il recente Libro Verde della Commissione europea sui Servizi finanziari ed i consumatori ci permetterà di esaminare in dettaglio i problemi che permangono per i consumatori nei confronti del sistema bancario e di intervenire laddove necessario.
Non posso che augurarmi che la libera concorrenza indotta dal Mercato Unico europeo possa al più presto profittare anche agli utenti italiani di servizi finanziari"