"VENDITA STET, UN BENE PER GLI UTENTI"
BONINO: LA CONCORRENZA DARA' MAGGIORI GARANZIE DELLO STATO
L'AVVENIRE
di Marco COBIANCHI
La battaglia politica intorno alla privatizzazione della Stet non accenna a raffreddarsi. Da una parte Rifondazione Comunista, disponibile a votare si alla vendita solo a patto che lo Stato si riservi poteri d'indirizzo (la cosiddetta Golden share). Dall'altra il governo, che deve fare i conti con l'urgenza di vendere entro marzo la finanziaria per non costringere l'Iri (che controlla la holding) a portare i libri in tribunale.
Un'eventualità catastrofica di fronte alla quale il ministro del Tesoro, Ciampi, e disposto anche a scendere a patti con Rifondazione. "Sono ben consapevole", ha detto in un'intervista, "che un ministro ha anche un fondamentale ruolo politico da svolgere. Voglio dire che si deve essere aperti al dialogo, ascoltare attentamente tuffi, e in particolare le forze che fanno parte della maggioranza".
Ma sull'ipotesi che lo Stato mantenga ampi poteri nella gestione della Stet pochi sono d'accordo. Dopo i dubbi della Consob, di molti economisti e di parte dell'opposizione, e la volta di Emma Bonino. Il Commissario Europeo per le politiche dei consumatori ricorda che i club Pannella hanno promosso un referendum per l'abolizione della Golden share.
Onorevole Bonino, le sembra corretto privatizzare una public utility in assenza di una completa liberalizzazione del settore?
La liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni decisa in sede Ue, già avviata anche in Italia per quanto riguarda la telefonia cellulare, seguirà di pochi mesi la privatizzazione della Stet, sempre che le date fornite dal Governo vengano rispettate. Certo, dal punto di vista del consumatore, la concorrenza costituisce l'acquisizione fondamentale. In termini generali, poi, bisogna sottolineare che nei servizi pubblici possono rivelarsi dannosi tanto gestioni pubbliche "non economiche" quanto impropri monopoli privati.
Come giudica la struttura dell'Authority per le Tlc cosi com'è prevista dal disegno di legge Maccanico? Secondo lei sarà in grado di tutelare il consumatore in assenza di concorrenza?
Credo sia opportuno attendere che il Ddl quantomeno inizi il suo iter, e quindi aspettare le modifiche che saranno introdotte dal Parlamento, prima di esprimere valutazioni. Una volta scelta la via dell'Authority, però, credo vada posta tutta l'attenzione possibile affinché questa non si sovrapponga all'Antitrust, ma si affianchi ad essa per il controllo di quegli aspetti specifici di un settore complesso come quello delle Tlc penso ad esempio all'interconnessione tra le reti e ai relativi costi, cosi come al problema dei punti di accesso. In Italia, infatti, a differenza degli Stati Uniti, una liberalizzazione del settore in cui tutti possono fare tutto rischia di consegnare il mercato (ad esempio quello di Internet) nelle mani di Telecom, la cui supremazia nella dotazione hardware (le reti) ottenuta grazie al monopolio, sarebbe destinata a rimanere a lungo incontrastata.
Quali sono i benefici concreti che deriveranno al consumatore dalla privatizzazione?
Come ho detto, i benefici per i consumatori in termini di tariffe e di qualità dei servizi sono destinati ad arrivare grazie alla liberalizzazione ed alla concorrenza: la privatizzazione della Stet dovrebbe quindi costituire l'avvio di un processo destinato a garantire l'ingresso nel mercato della telefonia e delle telecomunicazioni di una molteplicità di soggetti.
Dal punto di vista dell'utente, non sarebbe stato preferibile vendere la Stet dopo aver scorporato Telecom Italia e Telecom Italia Mobile?
Mi sembra di capire che il Governo sia orientato a garantire che Telecom e Tim restino in capo ad un'unica società. Non voglio entrare nel merito di questa decisione, ma credo vi sianoalmeno due considerazioni da fare: bisogna evitare che il gigante (per quanto riguarda l'Italia) Telecom-Tim finisca per assumere una posizione dominante nel mercato tale da impedire, di fatto, una vera e non marginale concorrenza. In secondo luogo, anche riconosciuto che sia auspicabile la presenza di un operatore italiano delle telecomunicazioni dotato della sufficiente "massa critica", per competere sul mercato globale, non si può pretendere che ciò avvenga a scapito del pluralismo nel mercato nazionale anziché, come succede per gli altri principali operatori anche europei, attraverso accordi, acquisizioni e joint ventures internazionali.
Cosa pensa della proposta di revisione tariffaria (calo delle tariffe, aumento del canone)?
Un riallineamento delle tariffe telefoniche italiane con quelle degli altri Paesi era auspicabile. Per il futuro, però, mi aspetto che la discesa delle tariffe e il miglioramento dei servizi arrivino spontaneamente grazie all'agire dei meccanismi di mercato: un po' come sta succedendo negli Stati Uniti.
Nella polemica sulla Golden share, il nocciolo duro, public company e via dicendo, lei, da che parte si schiera? Quale di questi assetti azionari tutela maggiormente il consumatore?
Non voglio entrare nel dibattito su public company o nocciolo duro, anche se, soprattutto nel caso in cui la Stet venga ceduta in blocco, la costituzione di un nocciolo duro corre il rischio di vedere o il rafforzamento di posizioni già dominanti nell'economia italiana oppure il coinvolgimento di aziende, in particolare istituti di credito, comunque riconducibili al settore pubblico. Per ciò che concerne la Golden share, invece, mi sembra che le leggi ordinarie, l'Antitrust e la costituenda Authority, dovrebbero dare tutte le necessarie garanzie all'utente-consumatore, senza che lo Stato, attraverso una riserva speciale di poteri, intervenga ancora, più o meno pesantemente, anche nella gestione dell'azienda privatizzata: non vorrei che in questo modo si finisca per scoraggiare chi, italiano o straniero, voglia investire nella Stet secondo una logica industriale a favore di chi invece persegue strategie puramente finanziarie o "politiche". Attraverso questo meccanismo infatti, vi è il rischio di introdurre il
principio che la Telecom sia comunque destinata ad essere l'unica vera azienda di telecomunicazioni operante in Italia per di più saldamente controllata dalla mano pubblica. Senza dimenticare che proprio sulla abolizione delle norme che permettono al Governo l'utilizzo della Golden share, la primavera prossima si terrà il referendum promosso dal Movimento dei club Pannella: nel caso di una vittoria dei Sì all'abolizione si creerebbe una situazione quantomeno imbarazzante.