IL MESSAGGERO, pag. 6

Intervista di Mario Stanganelli

La Bonino: loro governano ma su tanti temi hanno bisogno di noi

D. Dopo anni di chiusura a sinistra dei radicali, lei e Pannella, nella conferenza stampa di venerdi', proprio alla sinistra avete rivolto una richiesta di 'dialogo e di amicizia'. E'una svolta?

R. Chiariamo prima, innanzitutto: una chiusura, da parte di chi?

Emma Bonino, commissario della Unione europea, non dismette un moderato uso di vis polemica nei confronti del grande tronco della sinistra da cui il ramoscello radicale si e' progressivamente staccato, neppure ora che all'Ulivo sembra ritendere la mano'.

D. Polemiche a parte, tra radicali e sinistra e' calata da tempo una bella saracinesca. No?R. Non per rifare vecchie polemiche, ma e' importante chiarire che per anni e anni c'e' stata una chiusura della sinistra comunista rispetto a una componente liberale e libertaria della sinistra.

D. A cui ha corrisposto l'alleanza di Pannella col centrodestra...

R. Certo, dopo quella che era sembrata una breve stagione di apertura di Occhetto, che nel '90 era pure venuto al nostro congresso, prendemmo atto che si era richiusa la stessa saracinesca che prima della caduta del muro di Berlino c'era sempre stata nei nostri confronti. Non ci restava che cercare intese altrove. Tenuto conto che la nostra metodologia non ha mai dato priorita' agli schieramenti ma ai contenuti.

D. Ma, oggi, in che consiste la vostra offerta di dialogo a sinistra?

R. Intanto il Pr, non offre ne' un'idea, ne' un'ipotesi piu' o meno vaga, offre un'organizzazione che abbiamo creato, che oggi e' riconosciuta dalle Nazioni Unite, e che, per essere adeguata ai compiti, ha bisogno assolutamente di un rilancio. Rilancio che noi non riteniamo di poter fare da soli. Poi tra le mille riflessioni che si sentono a sinistra, anche sulla necessita' di superare una forma di partito comunista e statalista, specie sul piano della politica estera, ci sembra che un'iniziativa come la nostra possa essere utile.

D. Su quale terreno?

R. Penso in particolare ai temi dell'internazionalismo democratico portati avanti finora dal Partito radicale, transnazionale, come la moratoria mondiale sulla pena di morte e l'istituzione di un tribunale permanente per i crimini contro l'umanita'. Sono temi che devono far parte del patrimonio della sinistra e anche dell'iniziativa governativa, ora che la sinistra e' al governo.

D. Lei sottolinea l'arrivo al potere della sinistra, fatto che voi radicali non avete certo favorito...

R. C'era una situazione di blocco, dopodiche' la sinistra, piaccia o non piaccia, ha vinto e ora governa. Anche di questo si deve prendere atto, senza dismettere i nostri obiettivi di politica estera ed interna che, per quanto riguarda quest'ultima, sono contenuti nei 20 referendum che abbiamo proposto. La nostra, in fondo, e' una proposta di metodo. Diciamo: su questi contenuti e su altri che proponete voi e' possibile ricominciare il dialogo

D. E ora cosa vi attendete?

R. Quello che mi aspetto e che non e' venuto, ma mi auguro che venga nei prossimi giorni e' una risposta dei vari Biagio De Giovanni, Giacomo Marramao, Salvatore Veca che comincino a pronunciarsi loro.

D. Un 'manifesto' dell'intellighenzia di sinistra?

R. No. Noi crediamo nell'iniziativa politica. Il problema non e' di avere un 'manifesto' comune, ma di prendere iniziative comuni.

D. E col Polo, verso il quale continuate a digiunare per avere un incontro?

R. Un rapporto conflittuale. Anche li' chiuso, con saracinesca abbassata, piu' da altri che da noi. E abbiamo preso atto che una serie di speranze liberali sono state archiviate.

D. Il vostro rivolgervi altrove e' una conseguenza di questo?

R. E' una coincidenza, temporale, piu' che una conseguenza