GLI UTENTI MINACCIATI DALLE GRANDI LOBBY DELLE ECONOMIE DI STATO
di Emma Bonino
Telefono, poste, elettricità, trasporti vengono definiti servizi pubblici o di pubblica utilità perché devono essere accessibili a ciascuno di noi e utili all'intera collettività. Devono funzionare ma insieme non gravare sulle finanze pubbliche con gestioni anti-economiche (sommando nuove tasse in aggiunta alla tariffa del servizio). E inoltre per poter sopravvivere e restare radicati nel sistema economico nazionale ed europeo i servizi in questione devono essere competitivi in un mercato che si avvia rapidamente verso la globalizzazione.
Nell'organizzare insieme all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato un Forum (che si terrà a Roma il 4 e il 5 ottobre) su »Liberalizzazione, servizi pubblici e consumatori la Commissione europea si è posta in primo luogo l'obiettivo di rilanciare il dibattito sulle liberalizzazioni mettendo in primo piano l'interesse (e le aspettative) del cittadino-consumatore. Nel dialogo che il Forum intende aprire tra consumatori e rappresentanti di governi, istituzioni comunitarie, autorità di concorrenza, authority, regolatrici e di controllo, fornitori di servizi e industrie, si cerca di dare risposta ad alcune semplici domande: lo smantellamento di alcuni monopoli conviene o no agli utenti? Che rischi corre il cittadino/consumatore con l'apertura dei mercati? Quali sono gli strumenti necessari, i più efficaci, perché il mercato funzioni e il consumatore venga tutelato? Attualmente il processo di liberalizzazione di mercati europei dei servizi pubblici è messo in serio pericolo dall'opposizione più o meno s
coperta di alcuni Stati membri, in testa Francia e Belgio, e alcune lobbies - sindacati, manager e dipendenti pubblici, correnti politiche. Il consumatore-cittadino-elettore può sbloccare questo processo aiutandoci a smantellare tutti i monopoli che non hanno più ragion d'essere: bisogna però che il cittadino sia stato preventivamente convinto della bontà della liberalizzazione e dei vantaggi concreti che può trarne in termini di scelta, qualità e prezzi; che sia assicurato sulla garanzia di accesso universale ai servizi e sul mantenimento di servizi di interesse generale »irrinunciabili (collegamenti con le isole, cabine telefoniche, numeri "verdi" e così via). Ci sono peraltro esperienze che parlano da sole, come l'abbattimento delle tariffe aeree in tutta Europa o quello delle tariffe telefoniche nel Regno Unito.
Il fatto che l'organizzazione del Forum nasca proprio in Italia dalla cooperazione con l'Autorità Garante (da sempre paladina delle liberalizzazioni), mi sembra importante per più di una ragione.
Per molti servizi pubblici, a cominciare da poste e ferrovie, l'Italia è considerata, spesso non a torto, il fanalino di coda dell'Unione europea. Da noi i servizi costano di più (almeno in termini di risorse pubbliche) e funzionano meno bene, con danno per utenti e conti dello Stato in un momento di massimo sforzo di risanamento per centrare l'obiettivo della moneta unica nel 1999.
il nostro è uno dei paesi europei dove lo Stato occupa il più grande spazio nell'economia, con conseguenze negative per investimenti privati, competitività e nuova occupazione. In Italia, il varo dei referendum »liberisti all'esame della Corte Costituzionale (in particolare quelli sul monopolio Enel e sulle golden shares) potrebbe accelerare il tramonto dello Stato tuttofare.
I più recenti episodi di corruzione ci ricordano che la »grande corruzione è spesso alimentata, quando non è originata. dai legami perversi della politica, della pubblica amministrazione e di importanti settori dell'economia gestiti dallo Stato. Recidere o allentare questi legami attraverso lo smantellamento dei monopoli pubblici può aiutare a recuperare un minimo di legalità ed efficienza economica.