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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Mauro - 4 ottobre 1996
Intervento di Emma Bonino sul Sole 24 Ore pag 27

SMANTELLARE I MONOPOLI PER MIGLIORARE I SERVIZI

Ci si domanda spesso come riavvicinare l'Europa ai suoi cittadini. A dimostrare che l'Unione europea non si occupa astrattamente della gestione di un grande mercato, o della fissazione di prezzi agricoli, ma che molte delle sue azioni hanno una ricaduta sul benessere economico e sulla qualità della vita del cittadino. Un esempio, attualmente al centro di numerosi dibattiti a livello di istituzioni comunitarie e in molti Stati membri, è quello del processo di graduale apertura dei mercati europei dei servizi cosiddetti "pubblici". Dagli inizi degli anni '90 l'Unione conduce un'azione di graduale smantellamento di monopoli nazionali in settori di servizi di pubblica utilità e di natura commerciale, come i trasporti aerei o le telecomunicazioni.

Quale passeggero o impresa non ha interesse ad avere un maggior numero di linee e collegamenti aerei a prezzi più bassi? Chi non vorrebbe veder scendere la bolletta del telefono? E poter navigare dentro Internet senza pagare astronomici conti al telefono?

Da quando ho la responsabilità della politica comunitaria dei consumatori ho fatto una scoperta assai banale. Basta porsi dal punto di vista del consumatore, chiedersi cosa si aspetta da una servizio pubblico, per capire cosa non va: quasi sempre il cittadino chiede la possibilità di scegliere e ottenere servizi di qualità al prezzo più conveniente. Indiscutibile. E allora la domanda si sposta su quale sia il modo migliore per perseguire tale obiettivo. Senza naturalmente dimenticarsi della necessità di assicurare l'accesso universale per taluni servizi (telefono e poste) e missioni di interesse generale per altri (trasporti, energia) tutelando le categorie economicamente più deboli o situate in zone geografiche periferiche.

Sono convinta che la strada maestra per migliorare l'efficienza dei servizi di pubblica utilità sia proprio quella imboccata (seppure con una certa timidezza) dalla Commissione europea: dichiarare illegittimi e, dunque, smantellare i monopoli statali non giustificate da interesse economico generale e fissare regole che assicurino il rispetto dell'interesse dei cittadini/consumatori e delle imprese nell'ambito di un mercato europeo aperto alla concorrenza in cui i servizi possano circolare liberamente. L'esperienza sembra finora dare ragione ai fautori di questa politica: la concorrenza si è quasi sempre dimostrata lo strumento migliore per far scendere i prezzi migliorando la qualità dei servizi; autorità di controllo, regole adeguate e fondi di compensazione, possono garantire, anche in regime di mercato, la tutela dei consumatori, l'accesso universale al servizio, la coesione sociale e la tutela dell'ambiente.

In taluni casi è proprio l'apertura del mercato a svolgere una funzione sociale che non si era realizzata attraverso le gestione esclusiva del servizio, liberando il cittadino dalla morsa del monopolio che gli impedisce ogni alternativa e allargando le sue possibilità di accedere a nuovi servizi. Si pensi, a esempio, ai trasporti aerei, per anni dominati da compagnie di bandiera libere di imporre prezzi a loro piacimento senza nessuna concorrenza. Bene, da quando Bruxelles ha obbligato gli Stati ad aprire i mercati (l'apertura completa si avrà nell'aprile del '97 consentendo alle compagnie comunitarie di operare anche sulle rotte nazionali) alcune tariffe "Week-end" sono scese di oltre il 50%, il numero dei passeggeri in Europa è cresciuto di più di 10 milioni nel solo '95 e sono nati nuovi collegamenti e compagnie aeree.

Capisco che a molti l'approccio "consumerista" a un problema complesso come quello dei servizi pubblici e della loro funzione nelle società moderne può apparire riduttivo. Eppure sembra proprio che in questo caso l'interesse del consumatore con quello dell'economia in generale e, del tutto conciliabile con altre politiche importanti in materia di servizi pubblici quali la promozione di nuova occupazione "reale", la coesione sociale già ricordata, la tutela dell'ambiente, la ricerca e l'innovazione tecnologica.

Perché sia a livello nazionale che comunitario la liberalizzazione trova così tanti avversari? Eliminando un monopolio si finisce inevitabilmente per togliere dei privilegi toccare rilevanti interessi economici fortemente legati a determinate categorie. Non vi è da stupirsi, dunque, se alcune rappresentanze sindacali, funzionari governativi, manager e dipendenti di aziende pubbliche ed esponenti di qualche forza politica, diventano in modo più o meno scoperto accaniti difensori del regime di monopolio statale. Con il rischio di rallentare o, addirittura bloccare il processo iniziato, accentuando il ritardo già acquisito nei confronti dei nostri principali concorrenti. A livello europeo questo rischio si sta realizzando attraverso una crescente ostilità di alcuni Stati membri (con in testa Francia e Belgio) a ogni tentativo della Commissione di aprire i mercati. Da qui l'esigenza di coinvolgere maggiormente nel dibattito l'opinione pubblica. Tutte queste ragioni mi hanno spinto a organizzare, insieme all'Auto

rità garante della concorrenza e del mercato, un forum europeo su »servizi pubblici, liberalizzazioni e consumatori che si terrà a Roma il 4 e 5 ottobre. Il forum costituisce la prima occasione in cui i consumatori saranno messi al centro del dibattito sulle liberalizzazioni potendo aprire un dialogo con rappresentanti dei governi, delle istituzioni europee, delle autorità regolatrici e di concorrenza, dei fornitori dei servizi e dell'industria degli Stati membri. Spero che questo dialogo continui e si rafforzi affinché il processo di apertura dei mercati non si risolva in uno scontro tra diverse corporazioni o in una lotta per spartirsi fette di mercato, ma continui e si realizzi davvero nell'interesse generale.

 
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