Nei campi profughi mancano cibo e medicine, l'inviato dell'Ue tenta di mediare
DOPO L'ESODO; LA GUERRA
Battaglia al confine tra gli eserciti di Zaire e Ruanda
Marina Rini
E' guerra tra lo Zaire e il Ruanda. La drammatica notizia e' arrivata ieri sera battuta da un'agenzia di stampa. Non si hanno notizie precise sul numero dei morti e dei feriti ma, secondo alcuni testimoni, i bombardamenti sono stati molto pesanti. L'esercito zairese, composto principalmente dalla temutissima e ben addestrata Guardia presidenziale, appena arrivata da Kinshasa, e' attestato a Bukavu, una piccola cittadina di frontiera abbandonata in questi giorni da 400mila rifugiati hutu. Sull'altro fronte, a solo due chilometri di distanza, a Cyangugu, in territorio ruandese, e' attestato l'esercito di Kigali, appoggiato dai ribelli tutsi banyamulenge.
I due belligeranti sono divisi da un traballante ponte di legno sul lago Kivu, bloccato alle due estremita' da barricate. Durante tutta la giornata la cittadina di Bukavu e' stata teatro di violenti scontri tra alcuni soldati zairesi ammutinati filo-hutu e gli abitanti terrorizzati che non avevano fatto in tempo a scappare. Dopo le razzie i soldati hanno ripiegato verso l'interno. "La situazione e' di generale caos e confusione. I militari zairesi hanno saccheggiato tutto quello che potevano perche' sapevano che per loro era l'ultimo: giorno. Le truppe scelte del presidente Mobutu stanno per arrivare", ha spiegato al telefono, da Bukavu, Franco Bordignon, un missionario italiano colpito dal saccheggio assieme ad altri religiosi. Una donna tutsi che e' riuscita a fuggire ha raccontato che in citta' c'era chi dava la caccia ai tutsi, li rapinava dei loro averi e chiedeva di lasciare una tangente per lasciarli liberi di fuggire verso il Ruanda. "Io mi sono nascosta in casa. Pensavo di essere al sicuro perche' h
o sposato un hutu, ma sono venuti a cercarmi lo stesso. Sono riuscita a salvarmi con l'aiuto di un sacerdote", ha detto la donna.
Circa 4mila persone sono riuscite a ripararsi in un campo profughi a Mudende, vicino a Cyangugu, per lo piu' donne e bambini. L' ganizzazione "Medici senza frontiere" ha precisato che parecchie persone sono state ferite da armi da fuoco. In serata il presidente ruandese, Pasteur Bizimungu, ha negato qualsiasi coinvolgimento militare del suo Paese, ma ha ammesso il "sostegno morale", dei ribelli tutsi banyamulenge. La dichiarazine pero' ha lasciato perplessi gli osservatori dell'Onu che gia' qualche giorno fa avevano denunciato il governo di Kigali di armare i tutsi zairesi banyamulenge, tradizionalmente conosciuti come un popolo povero e dedito alla pastorizia e all'agricoltura. Intanto diventa sempre piu drammatica l'odissea delle centinaia di migliaia di profughi che si stanno ammassando a Goma, un centinaio di chilometri a nord di Bukavu. Le organizzazioni umanitarie hanno evacuato medici e infermieri. "La situazione nei campi profughi e' ormai al collasso. Non c'e cibo e assistenza - ha detto Ennio Mic
coli, responsabile del Coopi, raggiunto telefonicamente a Kigali, dove e' stato evacuato assieme ad altri volontari -. Il materiale sanitario comincia a scarseggiare. Ho chiesto alla Cooperazione italiana di inviare medicinali per far fronte a una situazlone che di giorno in
giorno va sempre piu precipitando".
L'inviato speciale delI'Unione europea nella regione dei "Grandi laghi,, l'italiano Aldo Aiello, e' da lunedi' sera a Kigali allo scopo di convincere le parti in lotta a riprendere il dialogo. "Cercheremo di far abbassare la tensione esistente", ha detto ieri ottimisticamente Ajello. Sempre ieri, da Bruxelles, Emma Bonino, commissaria europea per gli aiuti umanitari, ha lanciato pesanti accuse alla Comunita' internazionale, che esce come la vera sconfitta di questo disastro umanitario. "Mai, negli ultimi 50 anni, si era sparato sulla Croce Rossa; ora, per la seconda volta in un mese, i campi profughi vengono presi a cannonate senza che ci sia una reazione da parte degli organismi internazionali, adeguata alla gravita' della situazione", ha tuonato la Bonino. "Non c'e' piu' alcun riparo per i rifugiati, in aperta vlolazione delle convenzioni internazionali sui diritti umani - ha aggiunto la commissaria europea -.
Un milione di persone stanno rischiando di essere annientate dall'offensiva lanciata da forze militari. Forze che, secondo testimoni oculari, utilizzano materiale pesante (obici ed elicotteri) degli eserciti di Ruanda e Burundi. Ci sono gia' 500 mila rifugiati di cui si sono perse le tracce, e che sono senza rifornimenti, assistenza medica e un riparo dalle piogge torrenziali che stanno investendo la zona".