Violenti tiri di artiglieria dai due lati del confine mentre i profughi scappano dai campi dell'Onu senza cibo e difesa
ZAIRE, UN GENOCIDIO ALLE PORTE
La Bonino: "Potrebbero morire un milione di persone, fermiamo gli eserciti"
La rivolta dei banyamulenge nell'Est dello Zaire rischia di diventare una guerra totale. Mentre i ribelli hanno occupato i quartieri più periferici di Bukavu, ieri e' scoppiata una violenta battaglia, combattuta a colpi d'artiglieria, tra soldati zairoti (di stanza a Bukavu) e militari ruandesi (le cui posizioni sono a Chiangugu). I due contingenti sono separati dal fiume Ruziri.
"I nostri volontari - ha spiegato Brenda Barton, portavoce del World Food Programme a Nairobi - stavano raggiungendo il ponte che unisce Bukavu a Chiangugu per andare incontro alla massa di profughi in arrivo in Ruanda, quando e' scoppiato il finimondo. Non sappiamo chi abbia cominciato a sparare per primo, ma e' certo che il terreno ha preso a tremare per le esplosioni. I volontari si sono ritirati in albergo, ma anche quello non era un posto sicuro e sono arretrati di più".
Ad attizzare il fuoco si sono aggiunte le dichiarazioni del presidente del Ruanda, I'hutu moderato Pasteur Bizimungu. Durante una conferenza stampa, mappe alla mano, ha dichiarato che "quelle terre dell'Est dello Zaire, un tempo, prima della colonizzazione, appartenevano al Ruanda".
Poi, riferendosi a Kinshasa che ha tolto la nazionalita' zairota ai banyamulenge, ha aggiunto: "Vogliono sbarazzarsi di loro, ma si devono sbarazzare anche di quel territorio, restituendocelo".
Ha comunque negato che l'esercito ruandese sia intervenuto a fianco dei guerriglieri e che abbia bombardato i campi profughi in Zaire.
Gli osservatori parlano gia' di un'eventuale secessione delle regioni del Nord e del Sud Kivu dallo Zaire. Sono in molti a temere che si possa verificare un'altra catastrofe come quella che insanguino' il Paese all'indomani dell'indipendenza, ai primi degli anni '60. Il commissario europeo per gli aiuti d'emergenza, Emma Bonino, ha lanciato un appello per bloccare la guerra: "Un milione di vite umane sono in pericolo - ha detto accusando il mondo di non far niente per impedire la tragedia -. Per il momento 500 mila persone risultano scomparse, lontano da ogni possibile aiuto da parte delle agenzie umanitarie.
"Se esiste un aggressore va identificato - aggiunge il commissario Bonino -. Quali Paesi sono coinvolti nel conflitto interno zairota? Non sarebbe difficile scoprirlo, basterebbe controllare le matricole degli elicotteri e dei carri armati". Riferendosi poi all'impiccagione di Najibullah da parte dei Talebani: "E' la seconda volta che si muore sotto le bandiere dell'Onu, a Kabul e in Zaire, dove stanno bombardando i campi profughi sotto le bandiere azzurre".