PERSONAGGI/I SUCCESSI DEL COMMISSARIO EUROPEOCosi' Emma Bonino ha calmato i mari
di Andrea Bonanni
Gli inglesi la odiano. In primavera, dopo che era comparsa in una intervista alla Bbc, l'hanno bombardata di lettere di insulti personali. Per gli eurofobi d'Oltremanica incarna tutti i mali di Bruxelles: invadenza, dirigismo, mancanza di tatto. Ma l'Economist, che pure non e' insensibile alle sirene dell'euroscetticismo, quando ha voluto pubblicare le pagelle dei commissari europei l'ha messa al primo posto con un nove pieno. Nel resto d'Europa, comunque, Emma Bonino, commissaria responsabile per la pesca, e' una delle figure piu' rispettate e popolari dell'esecutivo comunitario. Risultato ancora piu' sorprendente se si pensa che non ha fatto che distribuire stangate ai suoi "sudditi" imbarcati sui centomila pescherecci europei.
Quando venne nominata commissaria e, fresca di battaglie radicali ed ecologiste, si vide attribuire il complicatissimo e ipertecnico portafoglio della pesca, qualcuno scherzando le chiese: "Ma lei, signora, sta dalla parte dei pesci o da quella dei pescatori?". "Sto dalla parte dei pesci - rispose senza esitazioni con quella sua cadenza piemontese che le resta appiccicata anche quando parla inglese, francese o spagnolo - perche' il mio compito e' proteggere i pescatori. E, senza pesci, i pescatori sono finiti".
L'assioma, apparentemente banale, e' diventato invece il verbo di una crociata quasi rivoluzionaria: per farlo accettare dagli stati membri, e soprattutto dai pescatori, Emma Bonino ha girato tutta l'Unione, visitato tutti i grandi porti pescherecci d'Europa, parlato, discusso, litigato con capitani e scienziati, mozzi e ministri. Sulla sua scrivania tiene con orgoglio una foto che la ritrae tutta imbracata mentre viene calata da un elicottero su un peschereccio al largo delle coste galiziane. Non sara' un gesto politico, ma aiuta a stabilire la comunicazione. I membri del suo gabinetto hanno imparato a temere le sue convocazioni improvvise per missioni sul campo, che spesso finiscono in indigestioni di xamamina contro il mal di mare.
Ma ci vuol altro per fermare la Bonino. A poco a poco, a furia di xamamina, Muratti fumate a catena, e interminabili discussioni sulla salute delle aringhe del Baltico o dei merluzzi del Mare del Nord, la sua bizzarra tesi che senza pesci non ci sono neppure pescatori e' stata accettata da tutti gli stati membri. E adesso si batte per una riduzione controllata e programmata delle capacita' di pesca della flotta europea, tale da garantire la sopravvivenza delle riserve ittiche costantemente minacciate di estinzione, e di un numero sia pure ridotto di pescatori professionisti.
La sua proposta di tagliare del 40 per cento la flotta dei pescherecci europei ha suscitato una levata di scudi, nonostante la Commissione preveda sostanziosi finanziamenti per chi intende lasciare l'attivita'. A strillare sono soprattutto quei paesi, come la Gran Bretagna, che in passato non si sono preoccupati di ridimensionare le proprie capacita' di pesca come concordato e che ora si trovano di fronte alla necessita' di un doppio taglio. Ma anche per gli altri, come la Spagna che ha la piu' potente flotta peschereccia d'Europa, la prospettiva non e' certo allettante.
Eppure, se alla fine tutti stanno seduti compostamente al tavolo delle trattative, e' perche' Emma Bonino ha dimostrato di non saper difendere solo i pesci ma anche i pescatori. Durante la guerra delle sogliole con i canadesi si e' battuta con durezza e alla fine ha strappato un buon accordo. "Anche il clima interno e' cambiato - osserva un funzionario - prima gli incidenti e addirittura gli scontri a fuoco tra battelli di diversi Paesi dell'Unione erano all'ordine del giorno. Adesso sono diventati rarissimi". Forse persino i pirati delle reti hanno paura di lei.