ARRIVANO GLI AIUTI PER I PROFUGHI ZAIRESI
Un primo accordo tra l'Onu e i ribelli sui corridoi umanitari
di STEFANO CITATI
Oggi, forse, i profughi ruandesi in Zaire riceveranno un po' di cibo. Dopo circa due settimane di chiusura totale, u accordo, ancora tutto da verificare, dovrebbe permettere l'avvio nella regione, dove sopravvivono a stento un milione di rifugiati, di un convoglio umanitario. "Diamo l'ok, gli aiuti possono passare oggi. No, le frontiere restano chiuse. Va bene, domani entrerete". Da ieri la frontiera tra Ruanda e Zaire e' stata trasformata di fatto nel confine tra il regime tutsi di Kigali e l'"Alleanza delle forze democratiche per la liberazione dello Congo-Zaire" (Adfl). Ieri dunque ne' cibo ne' medicinali sonom arrivati in Zaire per il milione di profughi che vagano nella foresta del lago Kivu. Prima bloccando e poi consentendo gli aiuti, i ribelli tutsi Banyamulenge hanno dato, seppur in modo schizofrenico, la prova ufficiale di essere i soli e unici padroni del Kivu, la regione dei profughi ruandesi. Ieri Medici senza frontiere e altre organizzazioni umanitarie avevano ricevuto il permesso di entrare ne
lla zona di Bukavu, con due camion di medicinali. Permesso revocato poche ore dopo e infine nuovamente concesso, era sera ormai, all'inviato dell'Onu Omar Nackhet.
"Noi siamo pronti, abbiamo come altri, un convogiio di medicinali per Goma, per iniziare a operare nella citta' con una nostra equipe", facevano sapere ieri dal centro logistico di Nairobi i Medici. "Ma non c'e' ancora nulla di preciso, dobbiamo aspettare domani mattina". Gli aiuti sono legati alle decisioni di Laurent-Desire Kabila capo, o piu' ufficialmente, "coordinatore", dei ribelli.
Nel frattempo Emma Bonino, commissaria dell'Unione europea per i diritti umani, giunta a Kinshasa, difendeva il diritto dei profughi ruandesi a rientrare in patria (ieri ne sono tornati 300) liberamente, e non forzati, come vorrebbe il regime zairese, ma adesso dovra' negoziare il flusso anche con Kabila. Kabila, spostatosi da Bukavu a Goma, ha annunciato che il suo movimento concedeva l'apertura di un corridoio umanitario per lo sterminato campo di Mugunga, a nord-ovest di Goma, gonfiato dagli arrivi dei rifugiati in fuga dalla citta' al confine col Ruanda. Ma ci sono delle condizioni per entrare "nella zona liberata", come la definiscono i guerriglieri che hanno sconfitto le truppe zairesi. Ovvero, dovra' essere una "forza imparziale" a controllare i corridoi. Vale a dire niente francesi o belgi; storici alleati del regime hutu di Kigali (spazzato via nel '94) e di Mobutu i primi, ex colonialisti della regione africana i secondi. "I francesi hanno tenuto una politica totalmente ingiusta in Zaire", ha dichi
arato ieri. Nei giorni scorsi l'ormai onnipotente leader dei 300 mila tutsi d'origine ruandese aveva lanciato la crociata contro Mobutu, l'ultrasessantenne padre-padrone dello Zaire. Dimostrando che la ribellione tutsi inziata a ottobre e che ha portato alla fuga dai campi profughi del Kivu di oltre un milione di persone - per la stragrande maggioranza hutu - e' l'inizio della ribellione politica contro il dittatore e non un moto di vendetta contro l'altra etnia. "Bisogna ficcare Mobutu nella spazzatura della Storia", arringava cosi' Kabila la piccola folla nella nuova capitale dei Banyamulenge, Bukavu. "Da qui partira' la liberazione dello Zaire". Nobilitando le origini della causa Banyamulenge, Kabila ha detto d'aver combattuto a fianco di "Che" Guevara negli anni della guerra civile del Congo belga, quando il guerrigliero argentino tento' invano - nel '64, con una missione segreta - di modificare le sorti del paese.
Colui che si definisce "l'oppositore numero uno e il nemico numero uno" del dittatore zairese ha adesso uno "Stato" da difendere e dal quale portare battaglia a Mobutu. Ma il suo e' uno "Stato" ingombrato da un milione di profughi hutu, che il colera uccide a mille al giorno. E la fame sta rapidamente moltiplicandi il numero dei morti.