SPIRAGLI PER GLI AIUTI ALLO ZAIRE
Si tratta con i ribelli. Oggi summit in Etiopia
Summit africano oggi ad Addis Abeba. I ministri di 17 Stati del continente definiranno i compiti della "forza neutrale" che gli africani sollecitano. Emma Bonino e la troika a Kinshasa e quindi a Kigali per discutere sull'apertura dei corridoi umanitari. Secondo le organizzazioni umanitane la situazione nei campi profughi sta precipitando e vi sono gia molti morti. Cannonate su Goma. I ribelli promettono che lasceranno transitare i convogli con gli aiuti.
TONI FONTANA
La parola agli africani. Mentre l'Onu prende e perde tempo, dilaniato dalle invidie dei potenti, le capitali della diplomazia africana si affollano di inviati. Emma Bonino corre a Kinshasa con i delegati della troika europea, I'inviato di Boutros Ghali, il canadese Raymond Chretien, dopo aver atteso il voto americano, si e' finalmente messo in viaggio e, dopo aver incontrato Mobutu in Francia, e' volato pure lui nella capitale dello Zaire. Emissari francesi e americani si muovono freneticamente da una capitale all'altra. Ma senza concludere nulla almeno finora. E oggi saranno gli africani a dire la loro. Ad Addis Abeba si riuniscono infatti i 17 capi dei paesi rappresentati nell'Ufficio Centrale delI'Organizzazione per l'Unita' africana. L'incontro si annuncia interessante e potrebbe sbloccare in parte la situazione. Gli ostacoli che impediscono la missione militar-umanitaria in Zaire sono essenzialmente due: i litigi tra le grandi potenze, francesi e americani in testa, e l'opposizione del Ruanda alla prese
nza dei francesi. Gli africani potrebbero risolvere la seconda questione "africanizzando" la forza di pace. Alcuni paesi del continente e cioe' Mali, Senegal, Congo, Ciad ed Etiopia hanno infatti gia' offerto truppe per l'iniziativa ed il Sudafrica ha assicurato l'appoggio logistico alla missione. In tal modo la presenza francese, che inquieta i capi di Kigali potrebbe essere piu' ridotta rispetto ai 4500-5000 fanti che Chirac intende impegnare. Per questo anche alcuni paesi europei molto attenti ai fatti africani guardano con interesse all'incontro di Addis Abeba. Oggi sara' nella capitale etiopica il ministro degli Esteri belga Eric Derycke. Gli africani con ogni probabilita' ribadiranno la necessita' di affidare ad una "forza neutrale" la missione in Zaire e questa sollecitazione potrebbe essere valutata con interesse dagli europei ed anche dagli americani che anche ieri hanno ribadito il loro disappunto per il progetto francese. Fin qui il deludente bilancio delle diplomazie.
Intanto il dramma dei profughi "spariti" nelle foreste dello Zaire e' entrato nella terza settimana e secondo le organizzazioni umanitarie la situazione sta precipitando. Nei campi e lungo le strade vi sono gia molti morti, ma nessuno sa quanti. Un milione di africani e desaparecido, non se ne sa piu' nulla. Mobutu ha detto che e' pronto ad accogliere la forza multinazionale, ma non intende permettere il transito dei convogli con gli aiuti. In passato il dittatore e' stato "convinto" con sostanziosi regali ad accogliere gli sfollati. Stavolta Mobutu non ha ancora ceduto. L'altro paese in guerra, il Ruanda, afferma di voler permettere il transito dei convogli ma non vuole i soldati della forza multinazionale. Tutto cio' fa si' che gli aiuti filtrino con il contagocce. Alla frontiera tra Zaire e Ruanda il World Food Programme, il programma alimentare dell'Onu, e' riuscito finora a far transitare 15 tonnellate di cibo. Ma - fanno notare fonti del Wfp - occorrerebbero tra le 6000 e le 7000 tonnellate di cibo per
settimana per soccorrere i profughi. A Kampala in Uganda, a Nairobi e a Kigali le organizzazioni intemazionali dispongono di un buon quantitativo di viveri, ma a tre settimane dall'inizio deila crisi, solo i francesi di Medecins sans frontieres sono riusciti a strappare ai capi ruandesi il permesso di far transitare due camion di aiuti da Ciangugu a Bukavu in Zaire. Tra i rifugiati la situazione si sta aggravando anche per il ricatto delle milizie ruandesi interahamwe che nel 1994 hanno compiuto il massacro dei tutsi e poi sono scappate con la grande massa dei profughi. Peter Kessler, portavoce del Hcr dell'Onu a Nairobi ha detto ieri che alcuni hutu rientrati in Ruanda erano feriti da colpi d'arma da fuoco ed hanno accusato i miliziani di avere sparato su di loro. Ed e' verosimile che i guerrieri hutu assassini usino i profughi per farsi scudo di fronte all'avanzata dei nemici. Secondo i capi dei banyamulenge le milizie hutu si stanno raggruppando a concentrando nelle vicinanze del campo di Mugunga. "La lo
ro forza - sostengono i tutsi sono gli ostaggi". I guerriglieri starebbero osservando la tregua che hanno proclamato unilateralmente, anche se ieri intorno a Goma vi sono stati scambi di artiglieria. I ribelli accusano gli hutu di aver ripreso le ostilita'.