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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Mauro - 22 dicembre 1996
LETTERA DI NATALE DI EMMA BONINO, COMMISSARIO EUROPEO PER L'AIUTO UMANITARIO, A KOFI ANNAN, SEGRETARIO GENERALE DELL'ONU

Caro Signor Annan,

Conosco e apprezzo da tempo le sue qualità e ho trovato incoraggiante sentire che lei, già prima di essere designato, attribuiva al Segretario Generale il ruolo di "voce morale" dell'Organizzazione. E' un tema che le sta visibilmente a cuore, perché lo ritrovo nel suo primo discorso ufficiale del 17 dicembre in cui coraggiosamente antepone la "dimensione morale" agli obblighi legali e alle considerazioni politico-diplomatiche.

Non posso che condividere, anche istintivamente, questa preoccupazione. Per gli ideali in cui credo da sempre, per l'incarico che ricopro e perché di attenzione verso la "dimensione morale", merce ormai così rara nel mondo contemporaneo, c'è un disperato bisogno.

Chi come me si dedica all'aiuto umanitario vive questa assenza di "dimensione morale" e il conseguente scempio quotidiano dei principi su cui poggia il diritto umanitario, come una sconfitta umiliante. Come spiegare questo brusco prevalere della barbarie sulla civiltà?

Appena un anno fa, riuniti a Madrid per il primo "Vertice Umanitario", i responsabili delle maggiori agenzie mondiali (Nazioni Unite comprese), confortati dai segnali di pace che finalmente venivano dalla ex-Jugoslavia, lanciarono un appello alla comunità internazionale affinché in un mondo sempre più funestato da micro-conflitti si ampliassero gli "spazi umanitari".

Nel 1996 è accaduto il contrario: sono in via di moltiplicazione, infatti, le crisi dove gli "spazi umanitari" vengono cancellati. Nella quasi generale indifferenza. Dal Burundi alla Cecenia si lascia sparare, fuor di metafora, sulla Croce Rossa. In Afghanistan si lascia violare il compound delle Nazioni Unite da parte di una fazione armata che prima trasformano la bandiera dell'Onu in una forca per impiccare gli avversari e poi, senza che il rappresentante dell'Onu apra bocca, adotta contro le donne afghane "leggi" che cancellano e calpestano i principi sanciti dalla Conferenza Mondiale sulle Donne tenuta dall'Onu a Pechino. Nel Nord Irak, che solo qualche tempo fa sembrava il centro del mondo, si cancellano senza che alcuno levi un dito i confini protetti instaurati per assistere le popolazioni civili.

Ed ecco il gran finale, questa nuova crisi nella regione dei Grandi Laghi che ha imposto all'azione umanitaria una resa incondizionata. Prima abbiamo assistito allibiti e impotenti al bombardamento di campi profughi su cui sventolavano le bandiere dell'Onu. Poi abbiamo assistito increduli alla farsa della "forza multinazionale", ritenuta superflua visto che gli esseri umani da strappare alla fame e alle malattie in Zaire sono "solo" qualche centinaio di migliaia. Adesso si assiste con indignazione al rimpatrio forzato, sotto la minaccia di armi e bastoni, di mezzo milione di profughi dalla Tanzania al Rwanda.

L'Unione Europea è dal '94 il principale finanziatore delle agenzie umanitarie - in primo luogo quelle delle Nazioni Unite - che hanno assistito i profughi dei Grandi Laghi. Ma che spiegazione va data al contribuente europeo che vede quei fondi, che riteneva destinati a scopi umanitari, utilizzati per rendere possibile una deportazione di massa? Che cosa costringe molti enti umanitari a violare le principali convenzioni internazionali e i propri stessi statuti? Chi ha deciso e perche' che la deportazione dovesse avvenire in questo modo e per di piu' - come si trattasse della una sentenza di un tribunale - entro e non oltre il 31 dicembre? Leggo che sono gia' 50 i bambini nati "in marcia" e molti di piu' quelli che, in queste condizioni, finiscono abbandonati. Perche' l'Onu consente che si riservi loro un simile Natale?

Lei si ricordera' come basti evocare per i profughi bosniaci in Germania, non gia' la cacciata a bastonate, ma appena misure legislative atte a incentivarne il ritorno a casa, perche' si gridi allo scandalo.

Ha ragione, signor Annan. Qualcuno deve rimettere la dimensione morale al suo giusto posto fra i principali ispiratori delle Nazioni Unite. Sperando che, in nome della dimensione morale, laddove non si riesce a ottenere giustizia si ottenga almeno trasparenza.

Mi lasci concludere felicitandomi di cuore, con lei e con le Nazioni Unite, per la sua nomina a Segretario Generale. Buon Natale

Emma Bonino

Bruxelles 22/12/96

 
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