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Conferenza Emma Bonino
Partito Radicale Mauro - 25 dicembre 1996
LA STAMPA 24 DICEMBRE 1996

BONINO, LA GRANDE EUROPEA

Delors premia la commissaria italiana per gli interventi umanitari.

E lei: "Nessuno è profeta in patria"

Una donna in trincea.

Intervista ad Emma Bonino di Mario Tortello

E' Emma Bonino la "europea dell'anno". La giuria internazionale presieduta da Jacques Delors ha attribuito alla Commissaria italiana l'ambito riconoscimento, perché si è distinta nel "1996 per l'azione, l'opera, le iniziative rappresentative di un'identità e di una volontà europee". E' un premio prestigioso, nato nell'87 su iniziativa del settimanale cattolico francese La Vie, e assegnato in precedenza a personalità di primissimo piano come il cancelliere tedesco Helmut Kohl (1995), la giudice Liliana Ferraro distintasi nella lotta contro la mafia (1992), il professore Luc Montagner dell'Istituto Pasteur al quale si deve la scoperta del virus HIV (1991).

D. Onorevole Bonino, come ha accolto la notizia?

R. Con sorpresa e gioia. Me lo lasci dire, ma lo scriva...

D. Che cosa?

R. Che, anche come radicale, sono sempre più convinta che nessuno è profeta in patria. E' successo a Marco Pannella negli anni scorsi; capita adesso a me: uno fa sempre le stesso cose, però bisogna oltrepassare Chiasso, scavalcare la frontiera, per avere qualche riconoscimento.

D. Le pare un bel risultato?

R. Beh, sono nella Commissione Europea da soli due anni. Altri rispettabilissimi colleghi ci sono da molto più tempo. E' una notizia che mi fa caldo al cuore, proprio in uno dei giorni più difficili della crisi dei Grandi Laghi. Quando uno lavora a Bruxelles può sentire freddo... Sì, in qualche modo, mi ha molto riscaldata. Mi ha ridato coraggio. Vuole dire che non sono sola a lottare per certi valori.

D. Sa che il suo nome è stato fatto da "Famiglia Cristiana" e che ha raccolto il sì di tutta la giuria?

R. Mi fa piacere. Significa che al di là di un'attenzione alla mia persona, qualcuno di preoccupa di sottolineare come in una Unione europea molto impegnata ad occuparsi di mercati - e lo deve fare, sulla base del Trattato - c'è anche chi sta lavorando per l'affermazione dei valori. Un'Europa senza valori è inutile che la costruiamo.

D. Poco prima che arrivasse la notizia del premio, le agenzie di stampa hanno trasmesso la sua lettera al nuovo segretario generale dell'ONU Kofi Annan, nella quale lei - tracciando un bilancio a tinte fosche della situazione umanitaria e del rispetto della morale internazionale nel mondo - sottolinea un "disperato bisogno di dimensione morale". E' solo una coincidenza?

R. Una coincidenza non prevista. Ma mi fa doppiamente piacere. Per strade diverse, si afferma la necessità che la politica abbia dei valori morali. Per stabilire le quote del latte non è indispensabile un'Unione Europea. Basta un consiglio d'amministrazione. E per trovare un'intesa sulla pesca, sarebbe sufficiente appoggiarlo con un comitato scientifico. I Padri dell'Europa avevano deciso di stare insieme per ben altri motivi: "mai più la guerra fra di noi". Adesso l'obiettivo si allarga: dobbiamo assumere le nostre responsabilità davanti ai problemi del mondo. Ma, dal '92, non stiamo facendo una gran bella figura. Basti pensare agli atteggiamenti assunti verso l'ex-Jugoslavia, la crisi dei Grandi Laghi, l'Afghanistan, la Liberia...

D. Un'Europa che si comporta come Ponzio Pilato?

R. Guardi, l'assenza dell'Europa e la mancata assunzione delle sue responsabilità si sente molto ed è una vera vergogna. Tempo fa, un ministro belga ha detto che l'Europa è una potenza economica, un nano politico, e un verme militare. E' una fotografia. Indiscutibile. Vede: la Comunità deve superare il limite della potenza economica e assumere le responsabilità che le competono, dentro e fuori l'Unione, rispetto ai diritti umani e ai diritti civili. I promotori della comunità, riferendosi a un'Europa federalista (oggi, pare una parolaccia, ma io mi sento orgogliosa di dirmi federalista), hanno indicato la strada per una comune politica estera, per una comune politica a sostegno dei diritti dell'uomo.

D. Onorevole Bonino, che cosa dirà a Strasburgo quando le consegneranno la targa di "Europea dell'anno"?

R. Potrò ripetere quello che sosteniamo da sempre: è necessario continuare a lavorare per costruire l'Europa dei cittadini e dei diritti umani. In tutte le parti del mondo.

 
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